Concetti Chiave
- La Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza include 54 articoli e tre Protocolli opzionali, basati su quattro principi fondamentali: non discriminazione, superiore interesse, diritto alla vita e ascolto delle opinioni del minore.
- I diritti garantiti includono nome e nazionalità alla nascita, sicurezza sociale, alimentazione adeguata, alloggio e diritto al gioco; l'istruzione è gratuita e obbligatoria.
- La Convenzione richiede che i bambini siano protetti da sfruttamento e negligenza e vieta il lavoro minorile per salvaguardare il loro sviluppo fisico e morale.
- Il Comitato Onu sui Diritti dell’Infanzia monitora l'implementazione della Convenzione, richiedendo rapporti periodici dagli Stati membri per valutare i progressi.
- La Convenzione del 1989 è un documento vincolante per gli Stati che la ratificano, a differenza delle precedenti dichiarazioni sui diritti dell'infanzia, che non erano obbligatorie.
Convenzione sui diritti del fanciullo
La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. La Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza è composta da 54 articoli e da tre Protocolli opzionali (sui bambini in guerra, sullo sfruttamento sessuale, sulla procedura per i reclami), ispirati a 4 principi fondamentali: la non discriminazione, il superiore interesse, il diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo, l'ascolto delle opinioni del minore. Eccoli nel dettaglio: a) Il diritto di Non discriminazione (art. 2) sostiene che i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del minore o dei genitori. b) Il diritto di Superiore interesse (art. 3) vuole che l'interesse del bambino, o dell'adolescente, deve avere la priorità in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica. c) Il Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6) è rivolto ad ogni singolo paese, il cui Stato deve impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e lo sviluppo sano dei bambini, anche tramite la cooperazione con altri Stati. d) Il diritto all' Ascolto delle opinioni del minore (art. 12) prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e obbliga gli adulti di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Il primo principio afferma che tutti i bambini devono vedere rispettati i loro diritti senza alcuna sorta di distinzione. I bambini devono essere tutelati, devono crescere in modo sano dal punto di vista fisico, sociale, morale, spirituale, devono godere di ogni forma di libertà e di dignità.
Altri aspetti
Nel momento della nascita, i fanciulli devono avere il diritto a un nome e alla nazionalità. Il bambino deve vivere in un contesto sociale sicuro, deve avere un'adeguata alimentazione, un alloggio, il diritto a svagarsi.I bambini che hanno problemi di tipo mentale, fisico e sociale devono ricevere delle cure e un tipo di educazione adeguati. La società e le Istituzioni devono prendersi cura dei bambini che non hanno una famiglia o che non hanno mezzi di sussistenza. I fanciulli hanno diritto ad accedere ad un'istruzione scolastica gratuita e obbligatoria; devono essere tutelati da ogni forma di sfruttamento, crudeltà e negligenza. Non deve nemmeno essere sottoposto a tratta. I minori non devono lavorare, in modo tale da proteggere il loro sviluppo fisico, mentale e morale.
La Società delle Nazioni avallò la dichiarazione redatta da Eglantyne Jebb, che assieme alla sorella Dorothy aveva fondato Save the Children nel 1919. Successivamente, con l'istituzione dell'ONU, una nuova dichiarazione venne approvata il 20 novembre 1959 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nel 1989 vi fece seguito la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia. A differenza dei due precedenti, quest'ultimo documento è vincolante tutti gli Stati che lo ratificano. Al momento, tutti gli Stati del mondo salvo gli Stati Uniti d'America hanno ratificato la Convenzione, sebbene spesso con importanti riserve e dichiarazioni che ne limitano l'applicabilità e la vincolarità. In Italia è stata ratificata con la Legge 27 maggio 1991, n. 176.
Per garantire il rispetto dei diritti enunciati nella Convenzione, nella parte seconda è stato istituito un Comitato Onu sui Diritti dell’Infanzia. Il Comitato ha il compito di esaminare i progressi dei vari Stati nella messa in pratica degli obblighi sanciti dalla Convenzione. Il Comitato è composto da 18 esperti, ripartiti in maniera geograficamente equa, che si occupano di esaminare i rapporti periodici che i vari Stati sono obbligati a presentare ogni due anni dal momento della firma della Convenzione e, successivamente, ogni cinque anni. Ogni due anni, il Comitato sottopone un rapporto con le sue osservazioni all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il documento presentato ha conseguenze prettamente politiche sugli Stati membri, i quali sono incentivati a promuovere il rispetto e la tutela dei diritti dell’infanzia per mantenere il consenso dell’opinione pubblica.
Domande da interrogazione
- Qual è la data di approvazione della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza?
- Quali sono i quattro principi fondamentali della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza?
- Quali diritti devono essere garantiti ai bambini al momento della nascita secondo la Convenzione?
- Qual è il ruolo del Comitato Onu sui Diritti dell’Infanzia?
- Qual è la differenza tra la Convenzione del 1989 e le dichiarazioni precedenti sui diritti dell'infanzia?
La Convenzione è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
I quattro principi fondamentali sono la non discriminazione, il superiore interesse, il diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo, e l'ascolto delle opinioni del minore.
I bambini devono avere il diritto a un nome e alla nazionalità, vivere in un contesto sociale sicuro, avere un'adeguata alimentazione, un alloggio, e il diritto a svagarsi.
Il Comitato esamina i progressi degli Stati nella messa in pratica degli obblighi sanciti dalla Convenzione e presenta rapporti periodici all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La Convenzione del 1989 è vincolante per tutti gli Stati che la ratificano, a differenza delle dichiarazioni precedenti che non avevano lo stesso carattere vincolante.