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SKUOLA.NET A.S. 2006/2007
regioni produttrici di whisky riconosciute in tutto il mondo: Highlands, Lowlands, Campeltown e Islay. I vari prodotti si
differenziano per piccole caratteristiche:
- quelli delle Highlands sono i più conosciuti e variegati, anche se accomunati dall’affumicamento e dal sentore di sherry;
- quelli delle Lowlands sono morbidi;
- quelli di Campbeltown hanno un sentore di salsedine;
- quelli di Islay sono più ricchi di sentore di torba e hanno un profumo di alga.
Secondo la tipologia di produzione gli scotch whisky si suddividono in:
- Malt whisky: ottenuti dalla distillazione di orzo maltato con alambicchi continui. Si possono distinguere in:
single malt: ottenuti da solo orzo maltato in un’unica qualità e proveniente da una sola distilleria;
vatted malt: quando il whisky viene prodotto da puro orzo proveniente da varie distillerie e vengono miscelati si ottiene il
vatted, indicato come Pure Malt.
- Grain whisky: ottenuti da cerali e mais, distillati in impianti a colonna o continui. Se il whisky di cereali viene ottenuto da una
sola distilleria si chiama Single Grain, mentre se sono miscelati uno o più Grain Whisky e uno o più Malt Whisky, prendono
corpo i Blended Scotch Whisky, che rappresentano la stragrande maggioranza dei whisky scozzesi bevuti nel mondo. I whisky di
cereali non sono elaborati in Scozia, ma anche in altri paesi del mondo. Questi si ottengono da cereali non maltati, ma macinati
finemente e cotti ad alta temperatura. Dopo l’infusione e la fermentazione, la distillazione è continua e avviene in una colonna di
rettificazione, detta coffey still: le teste sono raccolte nella parte alta della colonna, il cuore invece in quella centrale e le code alla
base. Il whisky di cereali è neutro e senza personalità, è reso ideale per il blending, cioè la miscelazione di numerosi Whisky.
- Blended Whisky: creati dalla miscelazione di Grain e Malt Whisky, sono stati prodotti a partire dal 1850, a causa di ragioni
di costo e gusto dei consumatori, che li preferivano chiari, con aromi e sapori meno aggressivi e neutri. Dovrebbero avere un
invecchiamento di 8-12 anni, meglio ancora se di 15, 21 e 25 anni.
- Irish Whiskey
E il distillato prodotto in Irlanda. E ottenuto da orzo maltato e non maltato, con percentuali di altri cereali. Quello prodotto da
orzo non maltato (60-80%) e maltato (20-40%), ottenuti nei pot still discontinui, è chiamato il Whiskey d’alambicco. Il
whiskey viene ottenuto in genere con una distillazione continua o con tripla distillazione, per avere in uscita dal distillatore un
prodotto pulito e ricco di alcol. La riduzione di grado fino al 70% con acqua precede l’invecchiamento in botte, dove viene fatto
invecchiare almeno tre anni, spesso anche più a lungo ma non oltre comunque i 10-12. I Blended Irsih Whiskey si ricavano da
una miscela di Whisky ottenuti con distillazione industriale uniti a Whisky d’alambicco.
- American Whiskey
Il Whiskey Americano trova le sue origini in Pennsylvania e nel Maryland, e si è diffuso a sud, arrivando alla Virginia, nel
Kentucky e nel Tennessee. Il cuore produttivo si estende dall’Illinois alla Georgia, dal Kansas alla Carolina. Le prime distillerie
sono state costruite intorno alla seconda metà del Settecento. A seconda del processo di produzione si può distinguere il:
- Straight Bourbon Whiskey: il nome deriva dalla contea di Bourbon, nel Kentucky, viene prodotto con una miscela di cereali di
cui almeno il 51% deve essere mais. Si insaporisce con una piccola quantità di segale e anche di grano (5-15%). Una quantità
analoga di orzo serve per la fermentazione. I Bourbon saporiti contengono il 70% di mais. Viene distillato a 80° e immesso sul
mercato con un grado alcolico che si aggira tra i 40-50°. Hanno una forte connotazione di vaniglia dovuta al loro invecchiamento
in botti carbonizzate internamente. Viene invecchiato per due anni. Non viene riportata l’età se l’invecchiamento supera i quattro
anni; comunque in genere questo Whiskey non va oltre i 10-12 anni di invecchiamento.
- Rye Straight Whiskey: viene prodotto principalmente in Pennsylvania e nel Maryland, con una miscela di cereali di cui il 51%
è segale. Il gusto intenso della segale, viene ammorbidita con una considerevole percentuale di mais. I tre cereali che compongono
questo distillato, vengono immessi all’inizio del processo di produzione e vengono cotti e distillati assieme. E un Whiskey che non
deve essere allungato con alcol puro e deve aver riposato in botti di legno almeno due anni. SE gli anni di invecchiamento sono
quattro, la dicitura nell’etichetta dell’età non va menzionata. - 4 -
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Altri tipi di American Whiskey sono:
- Wheat straight whiskey: prodotto con una miscela di cereali di cui il 51% è frumento;
- Malt straight whiskey: prodotto con una miscela di cereali di cui il 51% è orzo maltato;
- Corn whiskey: prodotto con una miscela di cereali, di cui l’80% è mais. Non viene invecchiato in botti di legno e ha un sapore più
dolce.
- Blended Whiskey: è un prodotto ottenuto dalla miscela di 75 whiskey e distillati neutri. E comunque sufficiente che abbia
almeno il 20% di straight Whiskey e il resto alcol neutro.
- Light Whiskey: è un whiskey leggero, ottenuto con distillazione ad una elevata gradazione, invecchiati in fusti non nuovi, con
l’aggiunti di aromatizzanti e dolcificanti;
- Tennessee Whiskey: viene prodotto come il Bourbon Whiskey a partire dal 51% di mais, ma solamente nello stato omonimo.
Prima dell’invecchiamento in botte, il Tennessee Whiskey è sottoposto ad una filtrazione attraverso tre strati di carbone d’acero,
in maniera da ridurre il contenuto delle impurità.
La menzione “bottled in bond” (cioè imbottigliato sotto sigillo) è obbligatoria per gli Straight Whiskey prodotti sotto controllo
governativo, nella medesima distilleria e invecchiati quattro anni.
- Canadian Whisky
In Canada il Whisky è prodotto nelle zone meridionali, quasi al confine con gli Stati Uniti, nell’Ontario e nel Quebec. I Whisky
canadesi sono prodotti utilizzando cereali come la segale, il grano, l’avena e l’orzo maltato, addizionati con alcol neutro che
alleggerisce il gusto finale. La segale viene spesso maltata, per dare al distillato più morbidezza e pienezza di gusto, che risulta
appena speziato e con il tipico dolce-amaro di questo cereale, reso leggero e delicato con appunto l’aggiunta di alcol neutro. La
distillazione avviene in alambicchi continui a colonna, con un’alta gradazione iniziale. Il Whisky canadese deve invecchiare
almeno tre anni in botte carbonizzate internamente che accentuano il tipico sentore di vaniglia. Per i Whisky canadesi
l’invecchiamento è spesso lungo ma comunque non superano i 10-12 anni. Sono Whisky leggeri adatti alla miscelazione dei
cocktail. Il Blending avviene subito dopo la distillazione e si basa su 15-20 Whisky di segale, ricavati da mosti fermentati con
diversi lieviti e con l’aggiunta di piccole parti di distillati di mais, e di orzo non maltato.
- Japanese Whisky
Il Whisky prodotto in Giappone risente di una chiara impronta scozzese, basandosi essenzialmente sull’impiego di orzo maltato,
poco torbato. Viene sottoposto a doppia distillazione in alambicco e il Whisky di malto che si ottiene viene invecchiato in botti
nuove di rovere carbonizzate. Una parte viene commercializzata come Single Malt, mentre il resto è miscelato con Whisky di
cereali distillati in colonne continue per ottenere poi i vari Blended. Il Japanese Whisky si differenzia da quello scozzese per
l’intensità del profumo e aromaticità data dalla torba molto più sfumata. I giapponesi per produrre i Blended non utilizzano più
di 10-12 whisky di miscela.
LA PRODUZIONE DEL WHISKY
Le fasi di lavorazione del whisky sono 6: maltazione, cottura, infusione, fermentazione, distillazione, maturazione, blending.
• Maltazione: trattamento dei cereali per rendere più solubili gli amidi contenuti nei semi. Dopo questo processo gli amidi
possono essere convertiti in zucchero e poi alcol. Il processo consiste nel macerare i chicchi in acqua per germogliarli, si
arresta lo sviluppo con essiccazione e una leggera cottura ad aria calda nei forni. Si sviluppano il profumo e il colore del
malto. La torba usata nei forni, conferisce al whisky un gusto di secco.
• Cottura: è una fase di lavorazione che riguarda esclusivamente i cereali non maltati (mais), e interessa la produzione dei
whisky nord-americani. La cottura rompe le pareti di cellulosa che contiene amido per assorbire l’acqua. Una volta che
il mais è cotto si può aggiungere segale come elemento aromatizzante e malto d’orzo per l’azione enzimatica.
• Infusione: questo processo completa la trasformazione dell’amido in zuccheri fermentabili. Nella produzione di Malt
Whisky non c’è cottura, ma infusione. Il malto macinato viene mescolato con acqua calda, e viene messo in vasche dopo
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riposa durante il processo di conversione. Il liquido, wort, è il mosto non ancora fermentato e viene tolto e messo più volte
nella vasca per l’estrazione.
• Fermentazione: converte gli zuccheri in alcol, grazie ai lieviti. La massa si muove e schiuma. Si ottiene un liquido simile
alla birra non aromatizzata al luppolo. Dopo questo processo si ha un liquido che ha il 5-8% di alcol etilico.
• Distillazione: nella produzione di Malt Whisky si hanno due-tre distillazioni, con alambicco il quale lavora in
discontinuo (pot still), mentre i whisky di mais e i whisky americani sono prodotti con metodo continuo (patent still). Le
distillerie che adottano il pot still sono provviste di due alambicchi che lavorano in coppia. Il primo (wash still) è più
grande del secondo (low wines still). La materia da distillare viene pompata nel wash still, ricavando un prodotto con
25% di alcol, e viene successivamente immesso nel low wines still per la seconda distillazione. Il distillatore divide testa e
cuore. Una riduzione di grado porta la concentrazione di alcol tra 61-67%.
• Maturazione: la durata dell’invecchiamento in botti di rovere varia in relazione al whisky che si vuol produrre. Con età
maggiore di invecchiamento i whisky prendono un sapore legnoso, mentre alcuni invecchiano per cinquant’anni.
• Blending: consiste nella miscelatura di più whisky. - 6 -
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LE MALATTIE EPATOBILIARI
Il fegato è un organo deputato alla produzione e secrezione nell’intestino della bile, fondamentale per la digestione e numerose
funzioni metaboliche. Può essere colpito da varie patologie che possono alterare le sue funzionalità. Molte malattie spesso non
vengono diagnosticate immediatamente perché il fegato continua a funzionare in maniera corretta, a volte la diagnosi avviene
quando oramai la patologia è in fase avanzata.
INDICAZIONI DIETETICHE NELLE MALATTIE EPATOBILIARI
Nelle malattie del fegato acute o anche molte volte croniche la dieta è molto importante per il benessere della persona affetta. La
“dieta in bianco” difficile da seguire può compromettere in tempi lunghi lo stato di nutrizione del malato perché priva il fegato e
l’organismo di proteine e grassi indispensabili all’equilibrio metabolico. Gli ammalati cronici di questa malattia necessitano di una
dieta equilibrata sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo e con un giusto apporto di proteine, grassi e zuccheri.
Si è creduto che alcuni alimenti fossero dannosi per il fegato. Soltanto all’alcol viene imputata un’azione un azione nociva nei
confronti del fegato e come misura dietetica è fondamentale l’astensione assoluta dall’acol.
E consigliabile anche limitare i grassi da condimento e preferire quelli vegetali (olio d’oliva, di semi); i fritti possono essere
consumati occasionalmente in modeste quantità.
L’EPATITE
E un’infiammazione del fegato che determina una distruzione degli epatociti, cioè le cellule che costituiscono il tessuto del fegato.