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analisi del cartone animato "Il Re Leone",prendendo in considerazione il genio Disneyano e le leggi che regolano la creazione di lungometraggi per bambini.
Materie trattate: Inglese Scienze Sociali Diritto
business that the innovation represents. The carried of Walt in the world of cartoons was
when the Universal changes owner and the money for the jobs diminish.
Walt, in fact, wants to detach itself from this house of production , but his character, the
little rabbit “Oswald”, it is legally of property of the Universal and the new owner does not
want to yield the rights. Therefore Walt reacts to this blackmail modifying the little rabbit
“Oswald”: he shortens the ears, he transforms the tail and he modificaes the little. And'
therefore Mikey Mouse was born!
Walt is an interesting genius in devising gag and situations, and the tied revolutionary idea
to Mikey Mouse is that one to add the sonorous one and to make to speak the personage.
The first film realized from Walt was “Snowwhite and the seven dwarfes”. Interested also in
the economic gain, Walt Disney succeeded to take advantage of its works also to outside
of film: the first comic strips with the protagonists of its animated cardboards were born,
and the enjoing park Disneyword assured to its always alive personages one popularity. 15
December 1966 an heart collapse places aim to the difficult existence of a genius of the
creativity, able to give a body to the dreams. In all over the world the news of the death of
Walt Disney obtains great resonance. 7
Walt Disney is now considered a legend, a hero of the XX century. Its popularity all over the
world is based on the ideas that its name represents: imagination, constructed optimism
and succeeding alone, in the American’s tradition. Walt Disney has touched the hearts,
the minds and the emotions of million of peolpe. Through its job it has carried the joy, the
universal happiness and mass media to people of every nation.
The extraordinary innovation brought from Walt was the approach to the truth of his
personages: in fact, even if animals, they had physical defects and features that remember
the human’s one. The secret of Disney was that one to always create of the personages in
which common people it could be identified: people found again in the Disneyani
personages those sweet young values in which he is pleasant to shelter itself from time to
time and that, above all, they were not easy to find in other animated cardboards of the
age, decidedly more aggressive. One of the most famous Walt Dysney’s phrases, that it in
itself encloses all its thoughts, its optimism and its way to see the life is “If you can dream
it, you can make it”. 8
La storia de “Il Re Leone” appare particolarmente indicata per i bambini dell’età
preadolescenziale,quando il maschio è alle prese con il problema del rafforzamento
dell’identificazione con il padre,e deve fronteggiare il difficile compito della competizione
con lui.Quando il padre è un genitore attento ai bisogni profondi del bambino sa che è
necessario non sottrarsi a questo gioco competitivo.Sa stabilire delle regole efficaci e sa
dirigerne l’esito.
Nel racconto abbiamo l’esemplificazione di due tipi di padri che non sono che la
raffigurazione scenica di due diverse modalità di approccio:
Scar:è lo zio cattivo e desideroso di avere tutto il potere per sé.Rappresenta il padre
in cui il desiderio di potere è così intenso e profondo che non esita a sacrificare la
vita del piccolo leoncino.Questo avviene spingendo il piccolo Simba nelle
difficoltà,sollecitando la sua curiosità e facendo leva sul naturale bisogno di
trasgressione e disobbedienza tipico dei piccoli,senza poi essere d’aiuto e di
sostegno contro i pericoli,né ponendosi come guida positiva.E’ un tipo di padre che
possiamo riconoscere facilmente in quei soggetti che aspirano ad avere figli perfetti
spingendoli oltre le loro possibilità e facendoli sentire spesso inadeguati e fuori
luogo.
Mufasa:incarna l’immagine del padre buono,di colui che sa sostenere il processo di
crescita rassicurando il figlio che può trasgredire e soprattutto che può essere e fare
da solo perché la morte del genitore,intesa come morte simbolica,non è un agente
nocivo o distruttivo per la psiche ma rientra nel processo naturale dello scorrere
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della vita e del procedere dell’evoluzione.E’ quel padre che sa cedere il proprio
potere al figlio essendo orgoglioso del proprio simbolico “spodestamento”.Non
solo,ma sa offrire il senso della continuità della vita aiutando l’interiorizzazione e
l’identificazione.
L’uscita di questo cartone animato fu annunciata in America per il Natale del 1993,ma uscì
nell’estate del 1994,poiché si cercò di boicottarlo per l’eccesso di violenza
contenuta.Nonostante ciò fu presto chiaro che nessun film d’animazione avrebbe retto il
confronto con la storia di Simba.
La violenza che scatenò il tentato boicottaggio,fu la scena della morte di Mufasa.Sul piano
psicologico è determinante che,per la prima volta,il cattivo sia un parente stretto della
vittima,e che questo,soprattutto,ordini alle iene,sue seguaci,di uccidere il piccolo Simba in
modo così diretto.Questa scena è particolarmente drammatica e toccante,e forse,anche
per questo,fu largamente criticata.Infatti,molti bambini,identificandosi nel personaggio di
Simba,hanno pianto davanti a questi fotogrammi.
Nella pellicola ci sono altre numerose scene di violenza,come,per esempio,Mufasa che
attacca le iene nel Cimitero degli Elefanti,per difendere il piccolo Simba e la piccola Nala.O
ancora,quando Simba,ormai cresciuto,torna a combattere contro lo zio Scar per
riprendersi il suo regno. 10
È stato sostenuto che la fruizione incontrollata della TV da parte dei bambini produce già in
età prescolare una vera e propria modificazione dello sviluppo.I bambini,spesso messi in
condizioni di seguire da soli le trasmissioni,si “adultizzano” precocemente,abituandosi a
seguire narrazioni complesse e a ricevere stimoli emotivi “forti”.Non hanno però spazi
reali di vita adulta.La TV è per loro una parte abituale del panorama domestico e della vita
quotidiana,quasi una parte di sé la cui rottura o assenza viene avvertita con sentimenti di
tristezza o mutilazione.Secondo una ricerca di Cristina Lastrego e Francesco Testa,molti
bambini,invitati ad esprimere la propria opinione su come sarebbe la propria vita se la TV
scomparisse di colpo,tendono a evidenziare sentimenti di dipendenza e legame
affettivo,per cui la mancanza del medium fa sentire «molto ma molto soli».
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Fra gli effetti potenzialmente negativi della TV si colloca,in primo piano,la creazione di un
rapporto sostitutivo fra la persona,il mondo reale e la televisione.Il mezzo televisivo
diviene così compensazione delle carenze affettive,della comunicazione e della presenza
interpersonale:sostituisce il dialogo famigliare e le emozioni possibili in un rapporto
reale.Allo stesso modo lo spettacolo televisivo può diventare non un’amplificazione,ma un
sostituto dell’esperienza:i bambini guardano la televisione anziché giocare o esplorare
l’ambiente esterno,il quale,peraltro,tende spesso a non essere “a misura di bambino”.
Inoltre,le trasmissioni televisive presentano spesso caratteri intrinsecamente
negativi:incoraggiano attraverso la pubblicità e i modelli comportamenti
consumistici;spettecolarizzano violenza ed erotismo,mescolano con indifferenza vero e
finto,tragico e divertente;non propongono atteggiamenti di riflessione critica sul valore
dei propri messaggi.A questo si unisce la sempre più diffusa possibilità per il pubblico
giovane di fruire di messaggi destinati a un pubblico adulto,i cui contenuti pornografici o
di violenza estrema tendono ad avere effetti psicologici consistenti.
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Anna Oliverio Ferraris,una psicologa che si è occupata ampiamente del rapporto mass-
media ed età evolutiva,ha schematizzato i possibili effetti della televisione sui bambini.
Il primo è sicuramente la risocializzazione,ovvero che i giovani,dopo aver assorbito la cultura
televisiva,la trasmettono alle generazioni più anziane,meno esposte di essa alla TV.In
questo modo viene capovolto non solo lo schema usuale della trasmissione dei valori fra
le generazioni,ma il condizionamento televisivo si estende anche a coloro che dalla TV
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fanno un uso limitato.E così,bambini che,all’interno de Il Re Leone,interiorizzano il valore
dell’amicizia espresso dalle figure di Timòn e Pumbaa,riescono a ri-trasmettere questo
valore anche agli adulti e agli altri bambini con cui vengono a contatto.
I bambini risentono anche di una serie di effetti fisici,dallo stress da eccessiva stimolazione
alla passività del corpo(che in molti casi,associato all’eccesso di cibi consumati durante la
visione,induce obesità).
Vanno incontro,inoltre,a una scarsa esperienza fisica della realtà,e a difficoltà di
apprendimento e percezione relativamente a essa;possono aumentare i comportamenti
aggressivi (qualora l’influsso della violenza televisiva si unisca a condizioni psicologiche o
ad un ambiente sociale e famigliare già predisposto) che possono essere pesantemente
condizionati negli stili di vita.
In definitiva,però,non bisogna descrivere il rapporto bambini-televisione solo in modo
negativo:piuttosto è necessario distinguere tutte le variabili e le circostanze in
gioco,riconoscendo anche che i bambini sono meno “indifesi” e “plasmabili” di quanto
sembra.
Il minore non è in grado di filtrare i contenuti dei messaggi televisivi poiché non dispone
degli strumenti critici sufficienti per comprenderli o,eventualmente,rifiutarli.
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Già da tempo ci si è resi conto della necessità di regolamentare la programmazione
televisiva,in modo da eliminare o,almeno,limitare eventuali danni arrecati al pubblico dei
minori.
Gli Stati parti riconoscono l'importanza della funzione esercitata dai mass media e vigilano
affinché il fanciullo possa accedere a una informazione e a materiali provenienti da fonti
nazionali e internazionali varie, soprattutto se finalizzati a promuovere il suo benessere sociale,
spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale. A tal fine, gli Stati parti:
1. incoraggiano i mass media a divulgare informazioni e materiali che hanno una utilità
sociale e culturale per il fanciullo e corrispondono allo spirito dell'art. 29;
2. incoraggiano la cooperazione internazionale in vista di produrre, di scambiare e di
divulgare informazioni e materiali di questo tipo provenienti da varie fonti culturali, nazionali e
internazionali;
3. incoraggiano la produzione e la diffusione di libri per l'infanzia;
4. incoraggiano i mass media a tenere conto in particolar modo delle esigenze linguistiche
dei fanciulli autoctoni o appartenenti a un gruppo minoritario;
5. favoriscono l'elaborazione di principi direttivi appropriati destinati a proteggere il
fanciullo dalle informazioni e dai materiali che nuocciono al suo benessere.
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CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE TV E MINORI
PREMESSA
Le Imprese televisive pubbliche e private e le emittenti televisive aderenti alle associazioni firmatarie (d’ora in poi
indicate come imprese televisive) considerano:
a) che l’utenza televisiva è costituita – specie in alcune fasce orarie – anche da minori;
b) che il bisogno del minore a uno sviluppo regolare e compiuto è un diritto riconosciuto dall’ordinamento
giuridico nazionale e internazionale: basta ricordare l’articolo della Costituzione che impegna la comunità
nazionale, in tutte le sue articolazioni, a proteggere l’infanzia e la gioventù (art.31) o la Convenzione dell’ONU del
1989 – divenuta legge dello Stato nel 1991, che impone a tutti di collaborare per predisporre le condizioni perché
i minori possano vivere una vita autonoma nella società, nello spirito di pace, dignità, tolleranza, libertà,
eguaglianza, solidarietà e che fa divieto di sottoporlo a interferenze arbitrarie o illegali nella sua privacy e
comunque a forme di violenza, danno, abuso mentale, sfruttamento;
c) che la funzione educativa, che compete innanzitutto alla famiglia, deve essere agevolata dalla televisione al
fine di aiutare i minori a conoscere progressivamente la vita e ad affrontarne i problemi;