Suzy90
Genius
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Concetti Chiave

  • La poesia patriottica nasce con Berchet, che introduce un linguaggio semplice e ritmi regolari per renderla accessibile a un vasto pubblico.
  • Questo genere letterario è caratterizzato da un intento educativo e da una foga oratoria, con immagini potenti e metriche ripetitive.
  • Esempi di poesia patriottica includono "I Profughi di Parga" e "Fantasie", che narrano eventi storici per incitare al patriottismo e alla rivolta.
  • Il "Canto nazionale" di Goffredo Mameli, musicato da Michele Novaro, diventa l'inno nazionale italiano nel 1946.
  • Altri esempi di poesie con forte impatto emotivo sono "La spigolatrice di Sapri" e "Addio, mia bella, addio".

Indice

  1. Origini della poesia patriottica
  2. Caratteristiche della poesia civile
  3. Esempi di poesia patriottica

Origini della poesia patriottica

Il filone della cosiddetta poesia patriottica inizia con Berchet, che tenta di tradurre in poesia alcune teorie del romanticismo inaugurando così la poesia civile.

Caratteristiche della poesia civile

Berchet cerca un linguaggio facile, che sia comprensibile al maggior numero possibile di persone, e sceglie i ritmi più regolari della produzione popolare (cioè l’ottonario e il decasillabo), semplificando le strutture sintattiche.

In generale, la poesia patriottica è una poesia impegnata, cioè con un intento educativo; ricorre spesso a una foga oratoria con metri ripetitivi e martellanti, e a immagini di forte impatto.

Esempi di poesia patriottica

Esempi di poesia civile/patriottica sono:

- La ballata i “Profughi di Parga” (1821), che narra un avvenimento recente, ovvero la lotta dei patrioti greci contro i turchi, per elogiare l’amor di patria e incitare la rivolta contro i dominatori stranieri.

- Le “Fantasie” (1829), che rievocano momenti eroici della storia nazionale (come la lotta dei comuni) per risvegliare la passione civile.

Ci sono poi altri esempi di poesia semplice, che grazie a metri veloci e contabili ricerca un forte impatto emozionale:

- Il “Canto nazionale” di Goffredo Mameli, che, musicato da Michele Novaro, diventa inno nazionale nel 1946.

- “La spigolatrice di Sapri” di Luigi Mercantini

- La canzone “Addio, mia bella, addio” di Carlo Alberto Bosi, il cui pubblico però rimane limitato a una stretta fascia, senza coinvolgere le masse contadine.

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