Concetti Chiave
- Leopardi, pur vissuto prima del mito del progresso, derideva la cieca fede nell'idea che il progresso garantisse il benessere totale.
- Gli intellettuali, grazie alla loro capacità di prevedere scenari futuri, spesso risultano scomodi nella società.
- Il mito del progresso e il positivismo nacquero nella seconda metà dell'Ottocento, basando la loro fiducia sulla scienza e tecnologia.
- Il positivismo fu messo in discussione dalle guerre mondiali e dalle idee irrazionalistiche di Freud e Nietzsche.
- Dopo la Seconda guerra mondiale, un nuovo ottimismo rinacque grazie al boom economico e alla diffusione degli elettrodomestici.
Leopardi e il mito del progresso
Sebbene Leopardi sia vissuto prima del mito del progresso, aveva deriso l’atteggiamento di coloro che ciecamente credevano che il progresso avrebbe permesso all'uomo di raggiungere una condizione di benessere totale. Da questo fatto si può evincere che Leopardi sia stato un profeta. Difatti, spesso, gli uomini con una certa levatura sono in grado di configurare scenari futuri. Gli intellettuali, a causa di questa loro potenzialità, sono scomodi. [a dimostrazione di ciò Marco Biagi fu ucciso dalle brigate rosse perché si riteneva propagandasse una nuova tipologia di lavoro, in realtà stava semplicemente cogliendo i segnali che la società dava lui, infatti tuttora si è avverato ciò che Marco Biagi pronosticò.] Il mito del progresso e il positivismo nacquero infatti nella seconda metà del 1800.
Il positivismo e le sue conseguenze
I positivisti credevano che la scienza, la tecnologia e il progresso potessero migliorare la vita dell’uomo, garantire la felicità. Il positivismo fu però stroncato dalle guerre mondiali e dalla diffusione di idee irrazionalistiche come quelle di Freud e Nietzsche, tuttavia, all'indomani della Seconda guerra mondiale, il boom economico e la diffusione degli elettrodomestici permisero la rinascita dell’ottimismo che aveva caratterizzato gli anni che vanno dal 1870 al 1914.