Concetti Chiave
- Il romanzo copre un arco temporale di 50 anni, dal 1860 al 1910, riflettendo i cambiamenti politici e storici del Regno d'Italia attraverso gli occhi dei protagonisti.
- Il protagonista, il principe Fabrizio di Salina, rappresenta l'aristocrazia siciliana e vive il declino della sua classe sociale, mentre il nipote Tancredi si adatta ai cambiamenti unendosi ai rivoluzionari.
- L'evoluzione dei personaggi, come Don Calogero e sua figlia Angelica, sottolinea il contrasto tra l'aristocrazia decadente e la nuova borghesia emergente.
- Il romanzo esplora temi di amore e tradimento, come la relazione tra Tancredi e Angelica, e il rimpianto di Concetta per un amore non vissuto.
- La morte del principe Fabrizio e la caduta della casata dei Salina simboleggiano la fine di un'era, con il cane Bendico che rappresenta la memoria e la nostalgia del passato aristocratico.
Il romanzo si sviluppa nell’arco temporale di 50 anni che va dal 1860 al 1910. Ogni parte porta all’inizio il periodo di riferimento, il che permette più agevolmente al lettore di ritrovare, di volta in volta, i riflessi della vita politica e degli eventi storici che stanno interessando il nuovo Regno d’Italia.
Indice
La Prima Parte
La prima parte è costruita su di un’unità temporali di 24 ore, compresa fra due recite di rosario.
Don Fabrizio, chiamato “il Gattopardo”, è lo stereotipo del “pater familias” dell’aristocrazia siciliana della fine del XIX secolo. La giornata si svolge fra il 12 e il 13 maggio, quando le truppe piemontesi si stanno preparando ad invadere la Sicilia, comandate da Garibaldi. Il lettore fa conoscenza anche di Maria Stella, la principessa di Salina, una donna bigotta e isterica. Incontriamo inoltre padre Pirrone, il gesuita incaricato di gestire la religione e la moralità del casato. Un posto a parte è riservato anche alla presenza del cane Bendico, a cui il principe è particolarmente affezionato. Interviene Tancredi, il nipote del principe, della casata Falconieri; per calcolo politico, egli si è unito alle truppe rivoluzionarie. Alla fine della prima parte, don Fabrizio, parlando con il confessore, espone la sua visione della situazione politica. Già dalle prime pagine si può notare come gli avvenimenti non siano quasi mai descritti dallo scrittore omnisciente, ma visti attraverso il modo di pensare soggettivo dei protagonisti, le cui annotazioni fisiche sono in relazione con i tratti dominanti della loro personalità.Arrivo a Donnafugata
Questa parte si sviluppa su due giorni e si apre con l’arrivo della famiglia del principe nella residenza di Campagna di Donnafugata, come avveniva ogni anno all’inizio dell’estate. Il viaggio costituisce l’occasione per lo scrittore di descrivere l’aridità del paesaggio siciliano, così come lo vide l’esercito piemontese. Secondo la tradizione, dopo il Te Deum nella chiesa del paese, la famiglia viene accolta dai nobili feudatari siciliani, insieme a Don Calogero Sedara, appena nominato sindaco. Nel corso della cena, a cui partecipano tutti i notabili del paese, facciamo conoscenza con Angelica, figlia di Don Calogero, dalla bellezza abbagliante. Il giorno successivo il principe di Salina mentre si reca a pregare sulla tomba della sua antenata, nel monastero del Santo Spirito, scorse il nipote Tancredi che si sta dirigendo verso la casa di Angelica seguito da un domestico con una cesta di pesche infiocchettata.
Evoluzione di Don Calogero
A contatto con la nobiltà Don Calogero subisce un’evoluzione positiva a livello di buon gusto e di educazione, ma parallelamente si cominciano a notare alcuni segnali della decadenza dell’aristocrazia. Angelica e Tancredi si fidanzano e spesso, la ragazza viene al Palazzo Salina di Donnafugata per incontrarsi con Tancredi. I loro giochi amorosi, ci permettono di scoprire il castello, nei luoghi più nascosti. Appare anche la tentazione di Tancredi di non rispettare la verginità di Angelica prima della celebrazione del matrimonio. Il cavaliere Chevallay, inviato dal Governo piemontese, arriva al castello per proporre al principe Fabrizio di diventare senatore del Regno d’Italia. Quest’ultimo rifiuta e al suo posto indica Don Calogero. Questa è anche l’occasione per il principe per esprimere la sua opinione sugli avvenimenti politici e il suo rapporto con le altre classi sociali.
Egli giudica il recente plebiscito sull’annessione della Sicilia al Regno d’Italia un atto inutile di “teatrale banalità” perché si voleva far passare per legale un obbiettivo raggiunto con la forza.
Confessore Gesuita
Questa parte è incentrata sul confessore gesuita, don Pirrone. Figlio di poveri contadini, le sue origini sono umili; questa è l’occasione per farci conoscere la vita difficile di questa classe sociale. Egli ritorna nel suo villaggio, in occasione dell’anniversario della morte di suo padre. Si trova ad affrontare la situazione scandalosa di sua nipote, Angelina, incinta di suo cugino, Santino; la ragazza e il giovanotto appartengono a due rami della stessa famiglia, nemiche da parecchio tempo per il possesso di un mandorleto. Don Pirrone, con astuzia e intelligenza riesce a risolvere il problema, acconsente al matrimonio riparatore e, come dote, offre alla coppia la metà dei beni di famiglia. Lo scopo di questa parte e di mostrare il declino della religiosità. Mentre egli se ne sta ritornando a Palermo fa un’amara constatazione: "I gran signori sono riservati e incomprensibili, i contadini espliciti e chiari; ma il demonio se li rigira entrambi attorno al mignolo, egualmente.”
Ballo e Riflessioni
I Salina si recano al ballo in casa dei nobili Pantaleone e questo costituisce l’occasione per permettere ad Angelica di entrare nel mondo della nobiltà. Il principe Fabrizio si isola un momento e fa un bilancio funesto della sua vita, come se avesse la sensazione che essa sia alla fine. Angelica si gli si avvicina per proporgli di ballare con lei. È questo momento che egli capisce i sentimenti che egli provava segretamente per la ragazza, ragione per la quale egli ha accettato di buon grado il matrimonio del nipote Tancredi con una borghese, oltre a chiare motivazioni politiche. Fra l’altro è il caso di ricordare che negli 2000 è stato ritrovato un manoscritto contenente una vicenda che avrebbe dovuto far parte del romanzo e riguardante una chiara relazione adulterina del principe con Angelica. La vicenda, però, tu tolta dalla versione definitiva perché Tomasi di Lampedusa temeva che i lettori riconoscessero un fatto poco edificante, avvenuto realmente fra gli antenati della dinastia dei Salina. Il ballo è anche l’occasione per sottolineare il fasto e il lusso del modo di vita della nobiltà dell’epoca. Se per gli aristocratici, il ballo è un mezzo per congratularsi di continuare ad esistere per don Fabrizio la situazione è diversa perché, quando la festa è finita, preferisce rientrare al Palazzo di Donnafugata a piedi per contemplare le stelle, la cui vista lo rianima. Fra gli invitati occupa un posto importante il colonnello Pallavicini, definito vincitore di Aspromonte (nella battaglia contro Garibaldi) che tutti ammirano per l’eroismo e le capacità militari.
Declino del Principe
Sono ormai passati più di venti anni dall’inizio del romanzo. Il principe si è recato a Napoli per curarsi, nonostante il parere contrario del suo medico. Durante il ritorno, a Palermo non ha la forza di arrivare fino a casa e si ferma in un albergo della città dove muore circondato dai figli, da Tancredi e da Angelica, dopo aver ricevuto l’estrema unzione. La sua agonia è breve e anche nella morte, mantiene la sua dignità di sempre. Questa parte del romanzo è diversa dalle altre perché è interamente costituita da un monologo interiore, cioè dai ricordi e dalle sensazioni del Principe che percepisce che la forza vitale lo abbandona; con lucidità fa un bilancio complessivo della sua esistenza. Durante il viaggio per e da Napoli abbiamo seconda descrizione del romanzo del paesaggio (la prima è quella dalla città verso la villa di campagna di Donnafugata) Qui la descrizione è ancor più aspra perché il paesaggio è visto attraverso gli occhi di un don Fabrizio sofferenti e quinti si colora del suo stato d’animo che va messo in relazione con il presagio della morte vicina.
Conclusione e Fine della Dinastia
Sono passati ormai tanti anni. Angelica, vedova da tre anni, vive nel castello Falconieri e si sta occupando dell’organizzazione del cinquantenario dell’unità Apprendiamo che nel corso della vita coniugale non ha esitato a tradire Tancredi, occupato a in politica, nominato ambasciatore a Vienna e senatore del Regno d’Italia. Diversa è la situazione a villa Salina, abitata ormai soltanto dalle tre figlie di don Fabrizio, ormai settantenni: Concetta, Carolina e Caterina. Esse hanno condotto una vita molto devota e non si sono mai sposate. Nel corso degli anni, Concetta ha ammucchiato un gran numero di reliquie che, durante, una verifica da parte del cardinale di Palermo risultano quasi tutte false. È il crollo totale perché la famiglia Salina, delle cui memorie è custode Concetta, si sente abbandonata anche dalla Chiesa, con cui nel tempo aveva sempre mantenuto un rapporto privilegiato. Da un amico di Tancredi, la donna viene a sapere che avrebbe potuto vivere la sua relazione amorosa con colui a cui, invece, ha dovuto rinunciare per volere del padre. In segno di disperazione e simbolo della fine della dinastia dei Salina, essa butta dalla finestra il Bendico, il cane impagliato morto 45 anni prima e al quale don Fabrizio era molto affezionato.
Domande da interrogazione
- Qual è l'arco temporale in cui si sviluppa il romanzo?
- Chi è il protagonista principale della prima parte del romanzo e quale ruolo ricopre?
- Come viene descritto il paesaggio siciliano nel romanzo?
- Qual è l'evoluzione di Don Calogero nel contesto del romanzo?
- Qual è il significato del ballo nella narrazione?
Il romanzo si sviluppa nell'arco temporale di 50 anni, dal 1860 al 1910, permettendo al lettore di seguire i riflessi della vita politica e degli eventi storici del nuovo Regno d'Italia.
Il protagonista principale della prima parte è Don Fabrizio, chiamato "il Gattopardo", che rappresenta lo stereotipo del "pater familias" dell'aristocrazia siciliana della fine del XIX secolo.
Il paesaggio siciliano è descritto come arido, una caratteristica che viene evidenziata durante il viaggio della famiglia del principe verso la residenza di campagna di Donnafugata.
Don Calogero subisce un'evoluzione positiva a livello di buon gusto e di educazione a contatto con la nobiltà, mentre si notano segnali della decadenza dell'aristocrazia.
Il ballo rappresenta un'occasione per Angelica di entrare nel mondo della nobiltà e per il principe Fabrizio di riflettere sulla sua vita, evidenziando il fasto e il lusso della nobiltà dell'epoca.