Concetti Chiave
- Don Fabrizio, principe di Salina, incarna la nobiltà siciliana decadente del XIX secolo, sostenendo la rivoluzione garibaldina e affrontando i cambiamenti sociali con un misto di orgoglio e scetticismo.
- Tancredi, nipote di Don Fabrizio, rappresenta la gioventù ambiziosa e il cambiamento sociale, partecipando attivamente alla rivoluzione e sposando Angelica per motivi di ascesa sociale.
- Angelica, figlia di Don Calogero Sedara, simboleggia la transizione tra decadenza aristocratica e ascesa borghese, sfruttando il matrimonio con Tancredi per migliorare la sua posizione sociale.
- Don Calogero Sedara, inizialmente rozzo, evolve per integrarsi nella nobiltà grazie alla sua intelligenza e al sostegno della causa garibaldina, rappresentando l'emergere della borghesia.
- Bendico, il cane di Don Fabrizio, ha un valore simbolico che culmina con il suo gettarsi dalla finestra, rappresentando la fine di un'epoca e il declino della nobiltà.
Indice
Il Principe di Salina
All’inizio del romanzo, ha 57 anni; dal punto di vista fisico è imponente e la sua figura è ricalcata su Giulio Fabrizio Tomasi, bisnonno dello scrittore. Sposato con la principessa Maria Stella di Corbera, una donna bigotta e isterica, da cui ha avuto sette figli, esso rappresenta la figura tutelare del romanzo e il simbolo della nobiltà siciliana decadente della seconda metà del XIX secolo.
Di carattere piuttosto collerico, è convinto che niente cambi, o meglio affinché tutto resti uguale, bisogna che tutto cambi. Sostiene apertamente la rivoluzione garibaldina, aiutando il nipote Tancredi Falconieri e, impotente, assiste a tutti i cambiamenti che l’unità italiana comporta per il Meridione. Tuttavia, riesce a conservare un senso acuto dell’onore, pur accettando di perdere un po’ di prestigio dei Salina con il matrimonio di Tancredi con Angelica, figlia di un borghese. Un manoscritto venuto alla luce negli anni 2000, ci fa sapere che esiste una parte che, nella stesura finale fu eliminata poiché lo scrittore temeva che nella vicenda i lettori riconoscessero una storia scabrosa che era realmente accaduta alla casata Salina: la relazione amorosa fra Fabrizio di Salina e Angelica, che durò fintanto che non decise di darla in sposa al nipote Tancredi. Nell’insieme, egli incarna il vero modello di “pater familias” e si attacca con tenacia al suo potere. Nutre una forte passione per l’astronomia e per le scienze naturali e ciò consolida ancor più il suo orgoglio personale, pensando che lo stemma araldico della famiglia – un gattopardo – sia immortale. Resta scettico e rifiuta il cambiamento, declinando il posto di senatore che gli viene proposto dall’inviato del governo. Alla fine del romanzo, tuttavia, appare un altro aspetto della sua personalità; più umano, si commuove, danzando con Angelica e prende coscienza della futilità e della fragilità della vita. Questo è il segnale che il “Gattopardo” si avvia verso il declino. Infatti, poco dopo, morirà, in modo degno con lo vuole il rango di appartenenza, in un albergo di Palermo, circondato dai suoi familiari.Tancredi Falconieri
Appartenente alla casata dei Falconieri, è un giovane nobile e baldanzoso, lasciato senza risorse economiche dal padre, nipote di don Fabrizio, suo tutore. Tancredi è il simbolo della gioventù, che perduta ogni illusione, trova un nuovo prestigio e una nuova energia nella rivoluzione. Innanzitutto si arruola nelle file dell’esercito garibaldino per diventare successivamente ufficiale nell’esercito regolare. Nel chiedere la mano di Angelica Sedara, figlia del sindaco di Donnafugata, egli è anche il simbolo del cambiamento dei tempi. Molto ambizioso, la sua carriera sarà coronata dal successo perché sarà nominato ambasciatore e finirà senatore del Regno d’Italia. I suoi impegni politici lo tengono frequentemente lontano dalla moglie, la quale non esita ad avere relazioni con altri uomini. Attraverso le righe del romanzo, si può intuire come Tancredi fosse al corrente di tutto, ma non ha avuto mai la forza di affrontare chiaramente la moglie. In modo retrospettivo, si viene a sapere che muore nel 1907, dopo quaranta anni di matrimonio con Angelica, senza lasciare una discendenza. Tancredi è il simbolo del senso della storia e dell’evoluzione dei costumi. La sua celebre frase “Se vogliamo tutto resti uguale, bisogna che cambi tutto” costituisce il leit motiv del romanzo.
Angelica Sedara
Angelica è la figlia di don Calogero Sedara. Per la sua bellezza e la sua sensualità, rappresenta la Sicilia. Pur essendo di origini modeste, ha studiato a Firenze, e quindi è in possesso di una certa educazione, pur dimostrando di conoscere del tutto le regole della classe nobiliare. Per la prima volta, essa appare durante la cena di benvenuto dei Salina. Il suo arrivo fa sensazione perché indossa un bellissimo abito bianco ed attira l’attenzione di tutti i presenti. Quando Tancredi le chiede di sposarlo, essa capisce subito i vantaggi di questa unione che le permetterà l’ascesa sociale, per cui il suo matrimonio è soprattutto dettato dall’interesse. Il suo ruolo nell’economia del romanzo rappresenta il momento transizione fra la decadenza dell’aristocrazia e l’ascesa della borghesia. Nonostante tutto, essa riuscirà a crearsi un posto all’interno della classe nobiliare e mantenendo un’amicizia stretta con Concetta una delle tre figlie del Principe Fabrizio, Essa sopravvive a Tancredi e alla fine del romanzo si intuisce che non è stata fedele a Tancredi, occupato come era con gli impegni politici di ambasciatore e di senatore del Regno d’Italia.
Don Calogero Sedara
È il sindaco di Donnafugata, il paese dove i Salina possiedono una villa di campagna, in cui essi passano buona parte dell’estate. All’inizio del romanzo, viene descritto come una persona un po’ rozza e senza alcuna educazione. Invitato alla cena di accoglienza dei Principi Salina, si presenta vestito in modo ridicolo (“il franc di Don Calogero era una catastrofe”). Tuttavia è dotato di una certa intelligenza e, nel frequentare i principi Salina, si rende conto dell’importanza delle apparenze, del galateo e dell’educazione. Grazie alle sue capacità che lo portano a sposare la causa garibaldina, riesce ad arricchirsi a tal punto da offrire un’enorme dote alla figlia Angelica affinché vada in sposa a Tancredi: in tal modo cerca di integrarsi nel vero mondo aristocratico Egli rappresenta l'uomo nuovo cioè il borghese che sorge dalla rovina della nobiltà feudale.
Padre Pirrone
È un padre gesuita, molto devoto ai principi Salina; vive con loro perché è incaricato di sorvegliare la buona moralità del casato. Si occupa di celebrare le messe nella cappella del palazzo e con il principe Fabrizio condivide la passione pere l’astronomia Pirrone. Della situazione politica, ha una visione molto lucida e consiglia al principe di non seguire le idee liberali che stanno avanzando. Tuttavia, egli appare come uno spettatore impotente di fronte alla lenta decadenza della famiglia. Infatti spesso deve accettare le decisioni del principe anche se non le condivide. Infatti viene costretto dal Principe ad accompagnarlo a far visita alla sua amante a Palermo; inoltre il suo tentativo che convincere Fabrizio a far sposare Concetta con Tancredi fallisce.
Principessa Maria Stella di Corbera
È la principessa consorte di Fabrizio. Donna bigotta e isterica è totalmente devota e sottoposta al marito e quando viene a sapere che quest’ultimo ha una relazione amorosa extraconiugale, quasi non reagisce o quanto meno la sua reazione è molto debole. Si oppone al matrimonio di Tancredi con Angelica, ma solo per apprezzare la forza di carattere del marito. Nell’economia del romanzo ha una scarsa importanza e man mano che la storia prosegue essa è sempre meno presente. Muore di diabete, prima del principe Fabrizio.
Concetta Salina
Si tratta di una delle tre figlie del principe. Le altre due sono Caterina e Carolina. Ha un carattere ingenuo, ma è gentile e sottoposta alla volontà del padre. In gioventù mostrava interesse per Tancredi e resta prigioniera di questo sentimento; è soltanto alla fine del romanzo, ormai in età avanzata, che essa si rende conto di aver sciupato la propria vita rifiutando la proposta di matrimonio di Cavriaghi, un amico di Tancredi. Conduce una vita austera, permeata di religione. Alla morte del padre, è lei che prende le redini della famiglia IL romanzo termina con un suo gesto simbolico: essa getta giù dalla finestra il cane impagliato, caro a suo padre che nel cadere sembra avere le sembianze di un gattopardo rampante.
Bendico, il cane simbolico
Bendico è il cane amato dal principe di Salina; esso ha un valore simbolico e ricopre, pertanto un ruolo importante. La prima volta lo incontriamo all’inizio del romanzo, quando entra nella stanza in cui la famiglia e i servitori stanno recitando il rosario. Ed è con la sua figura che ha fine l’opera: le sue spoglie impagliate vengono gettate dalla finestra, come simbolo di tutta una realtà sociale che non ha più senso di esistere e di non resta che “un mucchietto di polvere livida” come la pelliccia dell’animale.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del Principe di Salina nel romanzo?
- Come si evolve il personaggio di Tancredi Falconieri?
- Qual è l'importanza di Angelica Sedara nella storia?
- Chi è Don Calogero Sedara e quale ruolo svolge?
- Qual è il significato simbolico di Bendico nel romanzo?
Il Principe di Salina rappresenta la nobiltà siciliana decadente del XIX secolo. È un personaggio imponente, collerico, e simbolo di un'epoca in declino. Sostiene la rivoluzione garibaldina e assiste impotente ai cambiamenti dell'unità italiana, mantenendo un forte senso dell'onore.
Tancredi Falconieri è un giovane nobile che simboleggia il cambiamento e l'evoluzione dei costumi. Si arruola nell'esercito garibaldino e diventa un ufficiale di successo. La sua celebre frase "Se vogliamo tutto resti uguale, bisogna che cambi tutto" riflette il tema centrale del romanzo.
Angelica Sedara rappresenta la transizione tra la decadenza dell'aristocrazia e l'ascesa della borghesia. La sua bellezza e sensualità simboleggiano la Sicilia, e il suo matrimonio con Tancredi è dettato dall'interesse per l'ascesa sociale.
Don Calogero Sedara è il sindaco di Donnafugata e rappresenta l'uomo nuovo, il borghese che emerge dalla rovina della nobiltà feudale. Nonostante le sue origini modeste, riesce ad arricchirsi e a integrarsi nel mondo aristocratico grazie alla sua intelligenza e capacità.
Bendico, il cane del Principe di Salina, ha un valore simbolico importante. La sua figura appare all'inizio e alla fine del romanzo, rappresentando una realtà sociale ormai priva di senso. Le sue spoglie impagliate gettate dalla finestra simboleggiano la fine di un'epoca.