Concetti Chiave
- La poesia celebra la spedizione di Carlo Pisacane del 1857 contro i Borbone, un momento chiave del Risorgimento italiano.
- I protagonisti della spedizione erano trecento giovani forti e coraggiosi, pronti a morire per la loro patria.
- La narrazione è vista attraverso gli occhi di una spigolatrice locale, enfatizzando il carattere epico e popolare dell'evento.
- Nonostante il loro coraggio, la spedizione fallì a causa della diffidenza e ignoranza della popolazione locale.
- Il testo trasmette il contrasto tra gli ideali alti dei protagonisti e la realtà avversa che incontrarono.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me ne andavo un mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ed è venuta a terra;
sceser con l’armi, e noi non fecer guerra.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra,
ma s’inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
tutti avevano una lacrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane:
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
Siam venuti a morir pel nostro lido.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: - dove vai, bel capitano? -
Guardommi e mi rispose: - O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella.
-
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: - V’aiuti ‘l Signore! -
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare:
due volte si scontraron con li gendarmi,
e l’una e l’altra li spogliar dell’armi.
Ma quando fur della Certosa ai muri,
s’udiron a suonar trombe e tamburi,
e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille
piombaron loro addosso più di mille.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Eran trecento non voller fuggire,
parean tremila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a lor correa sangue il piano;
fun che pugnar vid’io per lor pregai,
ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Questa poesia di Luigi Mercantini rievoca uno degli episodi risorgimentali che maggiormente suggestionarono l'animo e la fantasia popolari.
Contesto storico e fallimento
Qui è raccontata la spedizione di Carlo Pisacane del 1857 a Sapri, nel tentativo di sollevare la popolazione contro i Borbone. Purtroppo la sortita di Pisacane falli nella diffidenza se non nell'ostilità e per la diffusa ignoranza della gente, ancora alle prese con elementari problemi di sopravvivenza e incapace di cogliere i valori e gli alti ideali della spedizione di Pisacane. La vicenda "è vista" dalla parte di una spigolatrice del luogo e quindi anche il linguaggio assume un'introduzione "popolaresca" ed enfatizza epicamente tutto l'avvenimento.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia di Luigi Mercantini?
- Come viene descritta la spedizione di Pisacane nella poesia?
- Quali sono le emozioni espresse dai protagonisti della spedizione?
- Qual è stata la reazione della popolazione locale alla spedizione?
La poesia rievoca la spedizione di Carlo Pisacane del 1857 a Sapri, un episodio risorgimentale che fallì nel tentativo di sollevare la popolazione contro i Borbone.
La spedizione è descritta attraverso gli occhi di una spigolatrice locale, con un linguaggio popolaresco che enfatizza epicamente l'evento, sottolineando il coraggio e il sacrificio dei trecento giovani.
I protagonisti, pur essendo giovani e forti, mostrano una combinazione di lacrime e sorrisi, determinati a morire per la loro patria.
La popolazione locale ha reagito con diffidenza e ostilità, incapace di comprendere i valori e gli ideali della spedizione a causa della diffusa ignoranza e dei problemi di sopravvivenza.