GIORGIA86
Genius
4 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Giuseppe Gioacchino Belli è noto per la sua descrizione vernacolare della Roma del XIX secolo, sotto lo Stato pontificio.
  • La sua carriera letteraria inizia grazie all'amico poeta Francesco Spada e si consolida sposando la ricca vedova Maria Conti.
  • Belli fonda l'Accademia Tiberina nel 1810 e si dedica alla scrittura dei Sonetti romaneschi, una satira della società romana.
  • I Sonetti romaneschi comprendono 2279 componimenti in dialetto romanesco, che criticano la società e la plebe romana.
  • I sonetti di Belli furono pubblicati postumi dal figlio Ciro tra il 1864 e il 1865, con una prima edizione completa nel 1952.

Indice

  1. Biografia e formazione di Belli
  2. Vita e carriera letteraria
  3. Opere e sonetti romaneschi
  4. Pubblicazione postuma dei sonetti

Biografia e formazione di Belli

In questo appunto viene descritta la biografia del celebre poeta dialettale romano Giuseppe Gioacchino Belli. Molto celebre è stata senza ombra di dubbio la sua descrizione fatta sulla città di Roma sotto lo Stato pontificio nel corso del XIX secolo. Viene anche descritta la sua formazione letteraria prima di diventare poeta.

Si citano nelle linee generali anche le sue opere principali, come per esempio l'Epistolario, la sua opera letteraria senz'altro più conosciuta.

La vita e l'eredità letteraria di Giuseppe Gioacchino Belli articolo

Vita e carriera letteraria

Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli nasce a Roma nel 1791 e ivi muore nel 1863 a causa di un colpo apoplettico. La sua fama è legata soprattutto alla vernacolare descrizione che fece della Roma pontificia del XIX secolo.

Visse da bambino a Napoli, per i problemi del padre con i Francesi, occupatori dello Stato Pontificio; rimasto orfano Belli cambia spesso lavoro ma grazie all'amico poeta Francesco Spada la sua carriera letteraria viene avviata al meglio.

Sposa la ricca vedova, Maria Conti (con l'appoggio del cardinale Consalvi, un potentissimo prelato protettore del Belli), la cui dote gli permette di dedicarsi agli studi e alla poesia, questo è il tempo dei Sonetti romaneschi. Viaggia molto, nel 1817 è a Venezia, nel 1822 a Napoli, nel 1827 a Milano acquisendo una vasta cultura sia a livello illuministico che romantico.

Nel 1828 lascia l'Accademia Tiberina, da lui fondata nel 1810 e inaugura un gabinetto di lettura; ma rimasto vedovo cade in una depressione che lo chiuderà in una morsa, portandolo, addirittura, a rivedere tutta la sua precedente produzione. Per paura che le sue opere potessero osteggiare la carriera del figlio nell'amministrazione pontificia, chiede al monsignor Tizzani di distruggere tutto, non appena fosse morto. Ma l'amico non rispetta i patti e consegna al figlio del poeta tutta la produzione paterna che comprende oltre all'immensa mole di sonetti romaneschi, le opere in lingua.

Opere e sonetti romaneschi

Interessante sono l'epistolario dove affiora qualche tratto dell'umor nero belliano; e lo Zibaldone, estratti e indici di opere. Per quanto riguarda l'Epistolario del Belli vengono prese in considerazione tutte le lettere che lui scrisse durante la sua vita, ovvero dalla giovinezza fino ai quarantasei anni circa. Vengono raccolte tutte le memorie del Belli, che come professione svolgeva l'impiegato pontificio. Tra le lettere del celebre epistolario sono presenti per esempio quelle che lui scriveva ai suoi corrispondenti. Il suo scopo nello scrivere i sonetti era di mettere alla berlina l'ipocrisia della società di allora, per vederne cambiare le regole. Alcuni sonetti hanno per tema soggetti biblici; in essi i protagonisti agiscono come tipici esponenti del volgo di Roma. Questi sonetti erano scritti come già accennato in dialetto romanesco e furono tutti realizzati nel corso del XIX secolo. Si può dire che questa sia l'opera letteraria più importante di Giuseppe Gioacchino Belli. Questi componimenti sono ben 2279 e sono una vera e propria satira dei personaggi descritti che appartengono alla plebe romana, che viene presentata in tutte le sue contraddizioni. Ogni sonetto presentava la sua celebre data di composizione. Nonostante l'opera fu tenuta a lungo celata, comunque le tematiche descritte iniziarono a circolare anche durante i moti del 1849. Dopo la scrittura di questi sonetti, egli non scrisse più in dialetto romanesco.

La vita e l'eredità letteraria di Giuseppe Gioacchino Belli articolo

Pubblicazione postuma dei sonetti

I sonetti romaneschi furono pubblicati postumi dal figlio del Belli, Ciro, nel biennio 1864-1865 censurandone ovviamente quelli più veraci e provocatori. I Sonetti romaneschi dunque escono, per la prima volta, 20 anni dopo la sua morte. La prima edizione completa è del 1952. Il successo maggiore della produzione di Belli è dovuto alla lingua utilizzata, il dialetto romanesco, la cui efficacia e coloritura ha assicurato la fortuna dei sonetti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'influenza della città di Roma sulla vita e le opere di Giuseppe Gioacchino Belli?
  2. Roma ha avuto un ruolo centrale nella vita e nelle opere di Belli, essendo il contesto principale dei suoi sonetti romaneschi che descrivono la società romana sotto lo Stato pontificio nel XIX secolo.

  3. Come ha influito il matrimonio di Belli sulla sua carriera letteraria?
  4. Il matrimonio con la ricca vedova Maria Conti ha permesso a Belli di dedicarsi agli studi e alla poesia, grazie alla dote ricevuta, portandolo a scrivere i suoi celebri Sonetti romaneschi.

  5. Qual era l'intento di Belli nello scrivere i suoi sonetti romaneschi?
  6. L'intento di Belli era di mettere alla berlina l'ipocrisia della società del suo tempo, sperando di vederne cambiare le regole attraverso la satira dei suoi sonetti.

  7. Perché Belli chiese di distruggere le sue opere dopo la sua morte?
  8. Belli temeva che le sue opere potessero ostacolare la carriera del figlio nell'amministrazione pontificia, perciò chiese al monsignor Tizzani di distruggerle, ma la richiesta non fu rispettata.

  9. Quando furono pubblicati i sonetti romaneschi di Belli e quale fu la loro accoglienza?
  10. I sonetti romaneschi furono pubblicati postumi dal figlio Ciro nel biennio 1864-1865, censurando quelli più provocatori. La prima edizione completa è del 1952, e il loro successo è dovuto all'uso del dialetto romanesco.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community