Concetti Chiave
- Puskin è considerato un punto di riferimento nella letteratura russa per la sua capacità di utilizzare una lingua letteraria adatta a tutti i generi, innovando e perfezionando forme poetiche come il novenario giambico.
- Proveniente da una famiglia nobile, Puskin ha saputo combinare elementi classicisti, romantici e postmoderni, influenzato anche dalle sue origini esotiche e dal contesto culturale dell'élite educativa che frequentava.
- Il suo rapporto con il potere è stato complesso: sebbene riconosciuto come grande poeta, Puskin ha dovuto sottostare a un controllo preventivo delle sue opere da parte dello zar Nicola I, simile a quello che Stalin avrebbe avuto con Bulgakov.
- Amante della vita sociale e culturale di San Pietroburgo, Puskin ha fondato la rivista liberale "Sovremiennik" e ha vissuto momenti di tensione legati alla sua vita personale, culminati nel duello fatale con Georges D'anthes.
- Il mito del Caucaso e la drammatica conclusione della sua vita, segnata da un complotto governativo per evitare manifestazioni di simpatia, evidenziano la natura travagliata e appassionata del suo percorso esistenziale.
Indice
L'importanza di Puskin nella letteratura
Vladimir Nabokov, autore di Lolita è stato un grande studioso di letteratura e diceva che Puskin era il sole, un punto di riferimento vero e proprio. Perché Puskin è così importante? Innanzi tutto perché chiude con tutte le difficoltà precedenti e dà esempi di una grande lingua letteraria che vada bene per tutti i generi.
Inoltre, è capace di confrontarsi con tutti i modi e le mode di fare letteratura con uno sguardo un po’ signorile (dall’alto). E’ infatti un gran signore nobile che proviene da una famiglia altolocata e che si atteggia molto; sostanzialmente è un classicista, un romantico e ha anche una caratteristica post moderna che riesce a giocare con i vari generi. Il cosiddetto novenario giambico (o tetrapodia giambica->sillaba non accentata + sillaba accentata), tipo di verso che rimarrà cardine nella poesia russa, era stato già usato nel ‘700, ma Puskin lo porterà alla perfezione> infatti nell’opera: “Evgenij Oniegin”, il primo verso è un novenario atono (9 sillabe), il secondo finisce con l’accento e ha 8 sillabe, nella poesia italiana non lo troviamo quasi mai. Ettore Lo Gatto quando tradurrà l’Evgenij Oniegin utilizzerà l’endecasillabo, verso di bandiera nella poesia italiana.La biografia di Puskin
La biografiaNasce nel 1799 a Mosca, un anno dopo Leopardi e morirà nel 1837. Il padre è un ottimo scrittore classicista, un notevole studioso. La madre porta un cognome particolare: Gannibal, ha un’origine esotica che Puskin ama riconoscere. Nel 1811 entra con un gruppo di ragazzi intelligenti al liceo di una scuola di élite, e riceve un’educazione di notevole livello. Sono tutti ragazzi nobili, imbevuti di idealità libertarie e ne parlerà anche nei primi versi di Evgenij Oniegin. Nel 1817 finisce il liceo e chi finiva il liceo, o intraprendeva la carriera militare, o entrava nel servizio civile oppure ancora facevano la fine dei debosciati, i quali amavano la bella vita (amore per l’alcol, donne, gioco, ecc..). La strada di Pushkin è quella del servizio civile che però non gli piace molto. Nel 1820 pubblica la sua prima opera: un poemetto che è ambientato nella Russia antica e ottiene l’apprezzamento di Zhukowsij. È amico di parecchia gente e di polacchi, tra cui Mickiewicz, un poeta polacco; tutte queste amicizie non erano viste bene dal potere e Puskin diventerà scomodo, verrà infatti trasferito al sud e ci scherzerà nell’Evgenij Oniegin ridendo sul fatto che il nord gli faceva male. S’innamora della figlia del generale Rajewskij, Pushkin aveva buon gusto sia fisicamente che per l’elevazione sociale delle donne. Fa servizi civili quindi accostandosi ai generali, ma finisce anche per innamorarsi della moglie di un generale ad Odessa (Arankov). Sarà quindi costretto ad allontanarsi dal servizio.
Il mito del Caucaso e il duello
Breve accenno al Mito del CaucasoPuskin sarà il primo a portare in letteratura il Caucaso, una specie di frontiera per i Russi che combattono con le popolazioni musulmane del Caucaso come i Ceceni di oggi. Il Caucaso però è anche uno spazio di libertà, un mondo di grandi passioni, di donne affascinanti, vita selvaggia di uomini innamorati della libertà. Un altro mito è quello del duello che lo porterà addirittura alla morte nella sua stessa biografia.
Il rapporto con il potere e la vita a corte
Dopo essersi allontanato dal servizio civile nel 1824, si ritira in uno dei possessi della famiglia, dando sfogo alla sua attività creativa. Nel 1825 ricordiamo che c’è tutta la faccenda dei decabristi, molti dei quali sono suoi amici personali. L’8 settembre 1826 è una data importante perché Nicola I, che era un uomo spaventato dalla faccenda dei decabristi, inaugura un atteggiamento che in sostanza è quello che Stalin avrà con Bulgakov. Infatti convoca a corte Puskin e gli ammette di essere sì un grande poeta, ma che d’ora in poi quando scriverà qualcosa dovrà fargliela prima leggere per vedere prima se va bene—>questo atteggiamento da una parte è fonte di una certa sicurezza, ma segna anche l’inizio di una costrizione che darà luogo al problema del rapporto tra letteratura e potere che nella vita della Russia sarà fondamentale. Puskin amava la bella vita Pietroburghese e si dipinge a volte nei panni di Oniegin con battute, compimenti, ecc. (nel 1829 Natalia Goncharova, sua futura sposa, non accetta la proposta, ma la accetterà solo successivamente). Nel 1824 viene convocato a corte ricevendo un incarico fisso: gentiluomo di carica, ma questo non gli dà soddisfazioni. Nel 1836 fonda una rivista il Sovremiennik (il contemporaneo), una rivista liberale ardita nel rapporto con il potere. Negli stessi anni cominciano i primi problemi con la moglie, poiché Natalia è molto bella e brillante e ha intorno a sé le chiacchiere degli ambienti di corte, emerge infatti un giovane ufficiale della guardia francese, Georges D’anthes, che viene dipinto come l’amante di Natalia. Le chiacchiere si fermano in un primo momento, quando l’ufficiale sposa la sorella di Natalia, ma poi riprendono. Puskin alla fine decide di sfidarlo a duello, un duello fatale; questo duello porterà via due grandi poeti: Puskin e Lermontov. “Il bottone di Puskin” è un libro che tratta appunto del bottone mancante nella giubba del poeta, dove entrò la pallottola. Nel caso in cui ci fosse stato, avrebbe attutivo il colpo. La sua sepoltura avverrà in maniera furtiva per volere del governo e questo ci fa capire che c’era sicuramente un complotto del governo ai danni del poeta per evitare manifestazioni di simpatia nei suoi confronti.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di Puskin nella letteratura russa?
- Quali sono gli aspetti principali della biografia di Puskin?
- Come viene rappresentato il mito del Caucaso nella letteratura di Puskin?
- Qual era il rapporto di Puskin con il potere e la vita a corte?
- Quali eventi portarono alla morte di Puskin?
Puskin è considerato un punto di riferimento nella letteratura russa perché ha perfezionato la lingua letteraria, adattandola a tutti i generi, e ha saputo confrontarsi con le diverse modalità letterarie. È visto come un classicista, un romantico e un precursore del postmoderno.
Nato nel 1799 a Mosca, Puskin proveniva da una famiglia nobile e ricevette un'educazione di alto livello. Dopo il liceo, intraprese la carriera nel servizio civile, ma si dedicò presto alla letteratura, pubblicando la sua prima opera nel 1820. Le sue amicizie e le sue relazioni amorose lo resero scomodo al potere.
Puskin è stato il primo a portare il Caucaso nella letteratura, descrivendolo come una frontiera di libertà e passioni, popolata da uomini innamorati della libertà e donne affascinanti. Questo mito si intreccia con quello del duello, che sarà fatale per lui.
Puskin aveva un rapporto complesso con il potere. Dopo il 1824, si ritirò per dedicarsi alla scrittura, ma fu convocato a corte da Nicola I, che gli impose di sottoporre i suoi scritti al vaglio del potere. Questo segnò l'inizio di una costrizione che influenzò il suo lavoro.
Le chiacchiere di corte riguardanti la moglie di Puskin, Natalia, e l'ufficiale Georges D’anthes portarono Puskin a sfidare quest'ultimo a duello. Il duello fu fatale e segnò la morte di Puskin, che fu sepolto in modo furtivo per evitare manifestazioni di simpatia nei suoi confronti.