Concetti Chiave
- Il personaggio di Dostoevskij si distingue per la sua complessità e contraddittorietà, lontano dai protagonisti tipici del Realismo ottocentesco.
- Dostoevskij è considerato un pioniere nell'esplorazione dell'inconscio, con personaggi che presentano impulsi oscuri e conflitti interiori.
- L'io narrante esprime una visione della vita in contrasto con le opinioni comuni, valorizzando l'indefinitezza caratteriale come segno di intelligenza.
- Il romanzo di Dostoevskij inizia con un flusso emotivo e convulso, riflettendo il tumulto interiore del protagonista senza filtri romanzeschi convenzionali.
- L'indagine sull'inconscio si manifesta attraverso un flusso di coscienza angosciato, con la negazione che prevale sulle affermazioni.
Indice
Contraddizioni del Personaggio
Queste pagine iniziali del monologo definiscono un personaggio assai particolare, molto lontano dai tipici protagonisti dei romanzi del Realismo del primo Ottocento, connotati in modo univoco, positivo oppure negativo. Chi parla qui si caratterizza infatti innanzitutto per la sua intima contraddittorietà: dice e poi smentisce ciò che lo riguarda (Sono abbastanza istruito da non essere superstizioso, ma sono superstizioso, rr.
6-7); mente continuamente su sé stesso: prima afferma di essere cattivo, poi di non esserlo davvero. Diversi elementi di contraddizione (r. 48) si muovono in lui, in quello che Sigmund Freud, Il padre della psicanalisi, chiamerà «inconscio», ma egli non li lascia emergere: la spinta a conformarsi alle regole e ai valori condivisi dalla società soffoca cosi le pulsioni più profonde. Per questo si può affermare che Dostoevskij sia il primo vero scrittore dell'inconscio, profondo indagatore degli impulsi più oscuri dell'anima. I suoi personaggi non sono mai né solo buoni né solo cattivi, ma hanno in sé una complessità sconosciuta alla narrativa precedente.Indefinitezza e Intelligenza
L'io narrante non si cura e vuole male a sé stesso: non mi voglio curare, e non lo voglio colunto per cattiveria, rr. 7-8; è scontroso con gli altri, infatti da impiegato trattava male coloro che scattavano presso sontrosi con si altre, indagine si esprime nell'incapacità di esercitare autentiche scelte: non ho saputo essere niente di niente: né cattivo né buo pro tá canaglia né galantuomo, né eroe né insetto (rr. 57-58). Sono tutti tratti tipici dei con lunisti dei grandi romanzi del Decadentismo europeo, qui anticipati da DostoevsKl: è cominciata l'era dei "problemi maledetti", l'era della psicologia in profondità, l'era dell'individualismo sotterraneo e ribelle» (Berdjaev). I concetti affermati dal protagonista vanno tutti contro la comune opinione e in polemica con essa. Se normalmente si apprezzano le persone decise e risolute, egli al contrario sostiene che la propria indefinitezza caratteriale può essere letta come un segno di intelligenza (una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa, rr. 60-61). Allo stesso modo, se normalmente si apprezza la vecchiaia per la saggezza che contraddistingue questa età della vita, egli ritiene che a vivere oltre i quarant'anni siano soltanto gli imbecilli e i mascalzoni (rr. 69-70). La compresenza nella vita interiore del protagonista di spinte contrastanti e contraddittorie si misura anche da questi paradossi, che archiviano definitivamente i parametri dell'oggettività per affermare invece il carattere arbitrario della coscienza individuale.
Inizio del Romanzo
Un romanzo può iniziare in molti modi. Quello scelto da Dostoevskij scaraventa subito il lettore nel cuore della personalità dell'io narrante, che sceglie di descriversi senza il compiacimento di un fittizio filtro romanzesco. In altri termini, non affiora la tentazione della bella pagina: i periodi sono brevi, sintetici, taglienti e si susseguono l'un l'altro come le sequenze di uno sfogo emotivo. Il carattere del personaggio si rispecchia nella forma convulsa e sconvolta, in cui il contrasto interiore impedisce ogni serena ed equilibrata ricostruzione dell'io.
Flusso di Coscienza
L'indagine dell'inconscio si annuncia così sin dall'incipit come un flusso angosciato di coscienza, nella quale la negazione (lo sono uno che non ha niente di attrente, rr. 1-2; non ci capisco un'acca, r. 3; non so che cosa, r. 3; Non mi curo e non mi sono mai curato, r. 4 ecc.) prevale sull'affermazione, e il lettore è scelto come un interlocutore sul quale riversare un punto di vista volutamente provocatorio (Nossignori, r. 7; voialtri non vi degnerete, rr. 8-9).
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali del personaggio descritto nel monologo iniziale?
- Come viene rappresentata l'indefinitezza del protagonista?
- In che modo inizia il romanzo di Dostoevskij?
- Qual è il ruolo del flusso di coscienza nel testo?
- Come si differenziano i personaggi di Dostoevskij rispetto a quelli del Realismo del primo Ottocento?
Il personaggio è caratterizzato da una profonda contraddittorietà e complessità, mentendo su sé stesso e mostrando impulsi contrastanti, tipici dei personaggi di Dostoevskij.
L'indefinitezza del protagonista è vista come un segno di intelligenza, in contrasto con la comune opinione che apprezza le persone decise e risolute.
Il romanzo inizia con un'introduzione diretta alla personalità dell'io narrante, senza filtri romanzeschi, con periodi brevi e taglienti che riflettono il suo tumulto interiore.
Il flusso di coscienza esprime l'indagine dell'inconscio, con una prevalenza di negazioni e un punto di vista provocatorio rivolto al lettore.
I personaggi di Dostoevskij sono complessi e contraddittori, non semplicemente buoni o cattivi, a differenza dei protagonisti univoci del Realismo del primo Ottocento.