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Concetti Chiave

  • Federico De Roberto utilizza "I Viceré" per riflettere sulla realtà politica e sociale dell'Italia postunitaria attraverso il personaggio di Consalvo.
  • Consalvo rappresenta l'adattamento opportunistico della classe aristocratica ai nuovi regimi politici per mantenere il potere.
  • La visione pessimistica di De Roberto evidenzia come gli ideali del Risorgimento siano stati svuotati dalla classe dirigente, mantenendo l'immobilismo sociale.
  • Il protagonista Consalvo usa un eloquio ricco di citazioni e registri linguistici vari per convincere la vecchia zia della sua visione del potere e della storia.
  • De Roberto, seguendo il principio verista dell'impersonalità, parodizza il culto aristocratico delle memorie familiari con un linguaggio che ricorda Manzoni.

Indice

  1. La realtà politica e sociale postunitaria
  2. Adattamento e opportunismo politico
  3. La visione pessimistica di De Roberto
  4. L'eloquenza di Consalvo e la sua efficacia
  5. Stile e parodia nel discorso di Consalvo

La realtà politica e sociale postunitaria

Queste pagine condensano meglio di un trattato storiografico la realtà politica e sociale dell'Italia postunitaria. Consalvo, pur di salvaguardare il potere della propria famiglia, si è schierato con i democratici e poco importa che egli abbia idee politiche totalmente diverse, essendo un sostenitore della superiorità dell'aristocrazia. L'atteggiamento dapprima inflessibile della vecchia zia gli permette di pronunciare una vera "lezione", rivelatrice del punto di vista non soltanto suo ma dell'intera classe sociale a cui appartiene, dinanzi ai cambiamenti imposti dalla Storia e dal nuovo corso politico.

Adattamento e opportunismo politico

Consalvo spiega che, per mantenere i privilegi economici e sociali, occorre adattarsi.

I regimi mutano e con essi le forme del potere, ma le differenze sono più di nome che di fatto (r. 24): la sostanza non cambia. Consalvo non si fa scrupolo di definire canaglia (rr. 24-25) il popolo che lo ha eletto e da cui ora deriva la potenza della sua famiglia: fingere di condividere i nuovi ideali liberali rappresenta il prezzo da pagare per poter indirizzare con opportunismo gli eventi a proprio vantaggio e uscire indenni dai rivolgimenti storici.

In tal modo, lo status quo rimane inalterato e il potere resta saldamente nelle mani di chi lo ha sempre esercitato, a scapito della massa inerme, condannata a una perenne, inconsapevole sudditanza.

Per replicare, infine, a un'altra accusa della zia, che ha colto nell'adeguamento ai Tempi obbrobriosi (r. 4) il segno della degenerazione della Razza (r. 4), Consalvo sottolinea che gli Uzeda non sono cambiati, poiché i loro comportamenti e le loro follie sono sempre esistiti: spregiudicatezza, devianza, passionalità e rivalità rientrano, per così dire, in una sorta di codice genetico, che il trascorrere del tempo e delle generazioni non modifica.

La visione pessimistica di De Roberto

Le parole di Consalvo evidenziano, con spietata lucidità, la visione pessimistica di De Roberto. Come Verga e Capuana, anche il più giovane esponente del Verismo siciliano non concede spazio a illusioni di rinnovamento sociale e politico: gli ideali del Risorgimento, nobili e sinceri, sono stati in realtà del tutto svuotati e resi inoffensivi da una classe dirigente astuta, che è rimasta al potere riciclandosi con arroganza e cinismo. L'autore fa dire al protagonista che la storia è una monotona ripetizione (r. 39), un riprodursi perpetuo degli stessi meccanismi di violenza e sopraffazione, un processo di falsi cambiamenti destinato sempre a esaurirsi in un egoistico, perenne immobilismo.

L'eloquenza di Consalvo e la sua efficacia

La teatrale allocuzione di Consalvo, alla fine, ha ottenuto il risultato che l'oratore si era prefissato: soggiogata dall'eloquenza del nipote (rr. 63-64), la vecchia zia non replica più, convinta ormai anche lei della validità delle argomentazioni del nipote. Nascosto dal principio verista dell'impersonalità, De Roberto affida al protagonista il compito di illustrare la propria concezione della Storia. Consalvo tiene il suo discorso magniloquente servendosi in modo efficace della propria cultura, citando Salomone e Svetonio, a dimostrazione della validità universale al di là del tempo e dello spazio del proprio pensiero.

Stile e parodia nel discorso di Consalvo

Lo stile del suo eloquio è un guazzabuglio di espressioni e registri differenti, caratterizzati da sentenziosità, domande retoriche, termini colti da un lato e popolari dall'altro (neppure molti di quei sovrani erano stinchi di santo, r. 25; Dobbiamo farci mettere il piede sul collo anche noi?, rr. 57-58). L'ultima parte del suo discorso, infine, ha l'aspetto di un'ampollosa prosa secentesca, che ricorda la lingua usata da Manzoni nell'Introduzione ai Promessi sposi: una trovata originale con cui De Roberto parodizza implicitamente il culto, tipicamente aristocratico, delle memorie familiari.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di De Roberto sulla realtà politica e sociale postunitaria?
  2. De Roberto presenta una visione pessimistica, evidenziando come i nobili ideali del Risorgimento siano stati svuotati e resi inoffensivi da una classe dirigente astuta e cinica, che ha mantenuto il potere attraverso l'opportunismo.

  3. Come Consalvo giustifica il suo adattamento politico?
  4. Consalvo giustifica il suo adattamento politico come necessario per mantenere i privilegi economici e sociali, sostenendo che i regimi cambiano solo di nome, mentre la sostanza del potere rimane invariata.

  5. In che modo Consalvo riesce a convincere la zia della validità delle sue argomentazioni?
  6. Consalvo utilizza un'eloquenza teatrale e una cultura ampia, citando figure storiche come Salomone e Svetonio, per soggiogare la zia e convincerla della validità delle sue argomentazioni.

  7. Quali elementi caratterizzano lo stile del discorso di Consalvo?
  8. Lo stile del discorso di Consalvo è un miscuglio di espressioni e registri diversi, con sentenziosità, domande retoriche, e un linguaggio che spazia da termini colti a popolari, culminando in una prosa ampollosa che parodizza il culto delle memorie familiari.

  9. Cosa rappresenta la "lezione" di Consalvo nel contesto della sua classe sociale?
  10. La "lezione" di Consalvo rappresenta il punto di vista della sua classe sociale, che cerca di mantenere il potere e i privilegi adattandosi ai cambiamenti storici, senza alterare lo status quo a scapito della massa inerme.

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