Concetti Chiave
- Il capitolo III di "Ettore Fieramosca" si apre con la descrizione della roccaforte di Barletta, un luogo strategico vicino al mare, sottolineando l'occupazione spagnola.
- Ettore Fieramosca viene ritratto come un giovane di alta levatura morale e fisica, esempio di patriottismo e virtù militare per i giovani italiani.
- L'autore evidenzia il percorso di maturazione di Ettore, che passa dall'avidità delle armi a una concezione civile del soldato, ispirata dal sentimento patriottico.
- La narrazione include un'interruzione per descrivere il paesaggio naturale, mostrando la sensibilità pittorica dell'autore nonostante l'inaccuratezza geografica.
- Il capitolo culmina con Ettore e il suo amico Inigo che discutono i dettagli di una sfida contro i Francesi, dimostrando il loro impegno a difendere l'onore italiano.
Personaggi: Ettore Fieramosca, Inigo (amico di Ettore)
Ambientazione: roccaforte di Barletta e il mare circostante
Parte centrale: descrizione del carattere fisico e della levatura morale del protagonista
Nel capitolo, traspare chiaramente l’obiettivo dell’autore di scrivere un romanzo storico-patriottico al fine di trasmettere i valori dell’identità nazionale. Per questo motivo la parte centrale del capitolo è occupata dal ritratto di Ettore Fieramosca, un giovane di alta levatura morale, da additare come esempio ai giovani italiani del tempo.
Il capitolo III inizia con la descrizione dell’ambiente naturale che fa da sfondo alla vicenda e con un primo ritratto di Ettore Fieramosca, visto come un perfetto esemplare di soldato e di gentiluomo.
L’autore passa poi a descrivere il luogo dove si svolgerà il romanzo.
La roccaforte di Barletta, occupata dagli Spagnoli, si trova nelle vicinanze del mare e gli ufficiali spagnoli ed italiani sono alloggiati nelle case tutt’intorno. Fra le abitazioni più belle, spicca quella di Prospero e Fabrizio Colonna. I due nobili, considerando Ettore Fieramosca come un figlio, gli hanno assegnato una piccola casa vicina alla loro, adatta alle sue esigenze.
Come al solito, all’alba, Ettore, passata una notte pressoché insonne come gli capita spesso, si alza ed esce sulla terrazza, sulla cui base si infrangono le onde agitate da un fresco venticello. Il giovane si siede sul parapetto della terrazza con il dorso appoggiato contro una palma e, tenendosi un ginocchio con le mani, si gode questo magico momento che precede l’aurora e di cui, come scrive l’autore, gli abitanti del nord non possono gioire.
Ritratto di Ettore Fieramosca
A questo punto inizia la descrizione di Ettore Fieramosca, del suo carattere e di alcuni cenni biografici. Per natura, egli è portato ad apprezzare tutto ciò che esiste di buono e di bello, ma ha un solo difetto: la bontà. Tuttavia col tempo, e soprattutto con la vita militare, ha imparato a riconoscere il limite oltre il quale la bontà diventa debolezza. Questo significa che tollerare un insulto senza procedere ad una vendetta si trasformerebbe in una grande debolezza. Il padre, formatosi alla scuola del famoso condottiero Braccio da Montone, aveva partecipato alle guerre italiane del XV secolo e aveva infuso nel figlio il gusto per le armi, il cui scopo, per quel tempo, era soltanto l’avidità e la ricchezza e non la difesa della patria.
Ettore e il suo patriottismo
Con il crescere dell’età, Ettore maturò e aderì sempre di più ad una concezione civile della vita che richiede ad un buon soldato di provare un sentimento patriottico per la propria terra. Infatti, invece di passare il tempo libero in cacce, giostre od altri piaceri, si dedicò agli studi letterari e soprattutto degli autori classici, privilegiando gli avvenimenti in cui erano coinvolti coloro che erano morti per la patria. Da questi dettagli, si capisce il tema dell’esaltazione dei valori del Risorgimento italiano.
Seguito il padre alla corte di Napoli, Ettore ebbe l’occasione di conoscere il Pontano, uno dei più celebri umanisti del tempo. Nello stesso periodo sostenne un duello contro un francese che aveva sparlato degli Italiani e dopo averlo ferito, lo costrinse a confessare il suo torto. Dopo aver lasciato il regno di Napoli fu coinvolto in una vicenda d’amore con Ginevra, di cui nel capitolo precedente ha fatto cenno La Motte, uno dei tre francesi fatti prigionieri.
A seguito dell’invasione da parte del re di Francia Carlo VIII e dell’episodio del fiorentino Pier Capponi, Ettore, decise di passare dalla parte spagnola, nella convinzione che la presenza spagnola in Italia sarebbe stata più sostenibile di quella francese, anche nell’ottica futura di una penisola italiana indipendente.
Il ritratto morale di Ettore Fieramosca viene interrotto dalla descrizione del sorgere del giorno che illumina il Gargano, le valli ed i colli che, coperti di castagneti, scendono verso il mare color del cielo. In questa descrizione della natura sotto la luce del mattino, D’Azeglio eccelle nella sua sensibilità pittorica anche se non esiste un’effettiva corrispondenza geografica e storica del paesaggio.
Incontro con Inigo e preparativi
Nella parete più interna del golfo, Ettore osserva una piccola isola, unita alla terra ferma da un ponte, sulla quale sorge un monastero, circondato da una cinta di mura. Egli ha l’orecchio talmente teso a cogliere il suono della campana del convento che annuncia l’Ave Maria del mattino che non si accorge dell’arrivo di Inigo. Inigo riferisce ad Ettore l’accaduto e egli riceve dall’amico non solo approvazione, ma anche parole di ringraziamento per l’impegno di sfidare i Francesi a nome degli Italiani che hanno subito un oltraggio. Insieme, i due giovani elaborano una lista di uomini, scelti fra i più valorosi, ritenuti tutti in grado di sostenere vittoriosamente e con onore lo scontro. Ettore manifesta la sua impazienza nel passare all’opera e con difficoltà viene frenato nel suo impeto da Inigo che pensa innanzitutto ad avvertire il principe Prospero Colonna, al cui servizio si trovano gli Italiani, e il capitano Consalvo de Cordova che rilascerà il necessario salvacondotto.
Il capitolo, termina con l’immagine dei due giovani che, si incamminano insieme verso la dimora dei Colonna, discutendo sugli uomini d’armi che saranno incaricati della sfida.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale dell'autore nel capitolo III?
- Come viene descritto Ettore Fieramosca nel capitolo?
- Quali sono le influenze che hanno formato il carattere di Ettore?
- Qual è il contesto storico in cui si svolge la vicenda?
- Quali sono i preparativi di Ettore e Inigo per la sfida contro i Francesi?
L'autore mira a scrivere un romanzo storico-patriottico per trasmettere i valori dell'identità nazionale, utilizzando il ritratto di Ettore Fieramosca come esempio per i giovani italiani.
Ettore Fieramosca è descritto come un giovane di alta levatura morale, un perfetto esemplare di soldato e gentiluomo, che apprezza il buono e il bello, ma che ha imparato a riconoscere il limite della bontà per evitare che diventi debolezza.
Ettore è stato influenzato dal padre, che aveva partecipato alle guerre italiane del XV secolo, e dall'umanista Pontano, che ha incontrato alla corte di Napoli, contribuendo alla sua concezione civile e patriottica della vita.
La vicenda si svolge durante l'occupazione spagnola della roccaforte di Barletta, in un periodo di conflitti tra Spagna e Francia per il controllo dell'Italia, con Ettore che decide di schierarsi con gli Spagnoli.
Ettore e Inigo elaborano una lista di uomini valorosi per sostenere la sfida contro i Francesi, con Ettore impaziente di agire e Inigo che insiste nel consultare il principe Prospero Colonna e il capitano Consalvo de Cordova per ottenere il salvacondotto necessario.