Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il capitolo XII ruota attorno a una corrida e un torneo, evidenziando il valore e la cortesia del cavaliere Bajardo, mantenendo un equilibrio tra i giudizi sui diversi contendenti nazionali.
  • L'evento principale è contornato da tensioni amorose tra i personaggi femminili, Ginevra e Zoraide, entrambe innamorate di Ettore, creando un intreccio sentimentale complesso.
  • La corrida e il torneo servono anche come sfondo per rivalità e sfide di abilità cavalleresca tra francesi e spagnoli, culminando in una duplice sfida tra Diego Garcìa de Paredes e La Motte.
  • Il personaggio di Fanfulla da Lodi aggiunge un elemento comico alla narrazione, con episodi di vivacità e caos che allentano la tensione del racconto.
  • Il torneo finale tra Bajardo e Inigo è descritto come una gara di cortesia, dove entrambi i cavalieri dimostrano nobile generosità, bilanciando la simpatia del lettore verso i francesi.

Indice

  1. Il Torneo e la Corrida
  2. Preparativi e Tensioni
  3. Rivalità e Sentimenti
  4. Zoraide e Gennaro a Barletta
  5. La Corrida e la Sfida
  6. Il Torneo di Bajardo

Il Torneo e la Corrida

Ginevra, Zoraide, Gennaro (l’ortolano), Consalvo de Còrdoba, Ettore Fieramosca, Vittoria Colonna, Martino Schvarzenbach, Fanfulla da Lodi, il duca di Nemours, Diego Garcìa de Paredes, La Motte, i campioni spagnoli del torneo:

Luis de Correa y Xarxcio

don Inigo Lopez de Ayala

don Ramòn Blasco de Azevedo

Bajardo

Il capitolo XII è il capitolo della corrida e del torneo che mette in risalto il valore e la cortesia di Bajardo.

Tra la folla è presente anche Zoraide che ormai prova un forte amore per Ettore. La gara di cortesie cavalleresche che viene descritta serve a ristabilire un certo equilibrio nel giudizio del lettore, che potrebbe simpatizzare più per gli spagnoli e per gli italiani a scapito dei francesi. Da parte sua, l’autore è il primo a mantenere un certo equilibrio di giudizio nell’affermare che Bajardo è “lo specchio e l’onore del mestiere dell’armi”.

Preparativi e Tensioni

Dopo aver accolto Elvira, il corteo ritorna a Barletta e tutti, giunti alla rocca scendono da cavallo, si prepara alle cacce e ai giochi che sono previsti durante la giornata.

Sulla piazza è stato eretto uno steccato con palchi e gradinate tali che il pubblico possa assistere allo spettacolo previsto. Lo spazio è già gremito di folla e gli spettatori si stanno già affacciando alle finestre degli edifici che danno sulla piazza o sono saliti sui tetti.

Arriva allora Cosalvo de Cordoba affiancato dalla figlia Elvira e dal duca di Nemours.

A questo punto, è giunto il momento di far entrare il primo toro ed iniziare la corrida. Tutti gli spettatori rivolgono la loro attenzione verso una parte della piazza dove due uomini hanno cagionato una rissa, il cui motivo, però, è ignoto.

Per capire quanto stia succedendo bisogna chiarire quanto è successo la sera prima al monastero di Sant’Orsola.

Rivalità e Sentimenti

Sappiamo che Ettore aveva annunciato a Ginevra e a Zoraide la prevista sfida fra francesi e spagnoli. Le due donne, all’idea del pericolo, sono prese da timore. Anche Zoraide era molto preoccupata e spesso passava il tempo da sola e pensierosa e solo per brevi momenti si sedeva davanti a telai per tessere il ricamo del mantello destinato al giovane. È come se nel suo cuore ci fosse un segreto con la paura che la sua amica lo scoprisse.

Da parte sua, anche Ginevra era molto agitata. Essa era presa dall’amore per Ettore, dagli obblighi che essa aveva verso di lui per averla salvata e dal dovere di moglie di ritornare a vivere con il marito. Si ricordava di aver promesso di rendere noti ad Ettore i suoi pensieri e di decidere infine di lasciarlo; Aveva pensato di dirglielo proprio quel giorno in cui il giovane le aveva annunciato la sfida e per questo non lo aveva fatto. A queste angosce se ne aggiunge un’altra: la presenza di Zoraide nel cui animo, Ginevra crede di notare che qualcosa sia cambiato. Infatti fra le due donne non esiste più la vecchia familiarità e devozione. Le due donne mostrano di avere uno stato d’animo diverso a causa della del temperamento differente e soprattutto per il tipo di educazione che è stato impartito loro. In comune, hanno, però, il motivo del turbamento cioè l’amore per lo stesso uomo. D’Azeglio ha voluto così complicare ulteriormente il tessuto sentimentale del romanzo. Bisogna aggiungere che alcuni indizi avevano fatto capire che esisteva una sorta di rivalità fra le due donne, che ora si manifesta senza, però, raggiungere un aspetto drammatico.

Zoraide e Gennaro a Barletta

Il giorno della festa, in città non si parla di altro e anche l’ortolano non pensa ad altro. Pertanto, indossati gli abiti della festa, nel momento in cui sta per prendere il battello, gli si fa incontro Zoraide, vestita con molta cura, Si rivolge a Gennaro, dicendogli, con esitazione che intende andare con lui a Barletta. Per l’uomo è un onore ed egli accetta, anche se pensa che la donna sia impazzita, visto che è la prima volta che la donna esce dal monastero ed il suo fare è molto deciso, ben diverso dal solito. Giunti sulla piazza, Zoraide prega Gennaro di non lasciarla sola. Tuttavia, dopo aver seguito il corteo, Gennaro conduce la donna nell’Osteria del Sole e al suo ritorno, decide di andare a vedere lo spettacolo dai palchi, nella speranza che ci siano ancora due posti. Purtroppo tutto è occupato e i due si devono contentare di sistemarsi sotto un palco da cui vista è veramente pessima. Per fortuna, nello stesso momento in cui viene rilasciato il toro, Fanfulla da Lodi, che ha l’incarico di dirigere i giochi, esce dall’arena; avendo scorto Zoraide si dirige verso di lei. Gennaro, l’ortolano, ne approfitta per supplicare Fanfulla affinché trovi ad entrambi un posto da cui poter seguire bene lo spettacolo. La donna attira l’attenzione del soldato, si avvicina e presa per mano Zoraide l’accompagna sul gradino più alto, in corrispondenza del posto occupato da Martino Schvarzenbach. Con fare autoritario, con alcuni cenni della testa e con fare minaccioso, Fanfulla ordina al conestabile di Sant’Orsola a lasciare il suo posto libero. All’inizio Martino non si muove e brontola anche se Fanfulla gli incute una certa soggezione ed un certo timore. Quest’ultimo arriva a malmenarlo e lo allontana con la forza, dopo averlo gettato a terra, pestato e graffiato. Questo è un intermezzo molto vivace, di sapore quasi comico. Da notare che ogni volta che compare Fanfulla si ha sempre un momento di spasso, a volte anche per i guai che egli combina. Quindi Zoraide e Gennaro possono tranquillamente sedersi. Questo è un intermezzo di sapore comico: Fanfulla è un personaggio che, dove compare, fa sempre dei guai o suscita ilarità.

La Corrida e la Sfida

Dal posto, Zoraide volge lo sguardo tutto intorno ed i suoi occhi si fermano sul balcone di fronte dove è seduta Elvira, Ettore che stanno conversando, attorniati da tutti i baroni. Il loro dialogo ha come attente spettatrici due donne, da distanze diverse e con sentimenti differenti. La prima è Zoraide: si trova lontano e non può udire la conversazione dei due tuttavia essa arriva a capire che l’atteggiamento di Elvira non è di sola cortesia e teme che fra i due stia sorgendo una certa forma di attrattiva. L’altra è Vittoria che vede mal volentieri una conversazione così intima fra i due giovani, tenuto conto che sa bene che Elvira è incapace di resistere ad un bel viso e a delle dolci parole. Per questo la sua fronte ha un aspetto severo è il suo sguardo è penetrante. In questo caso, D’Azeglio dimostra di essere molto perspicace nel saper avvertire le diverse reazioni dell’animo femminile.

Intanto un toro viene lanciato nell’arena e quindi la corrida inizia. Dopo un primo momento in cui molti scendono in campo per affrontare il toro, da un palco laterale scende Diego Garcìa de Paredes, munito della sua bella spada a due mani. Vedendo che il toro stava già perdendo sangue e che quindi è già ferito, chiede agli stallieri di fargliene entrare uno ben riposato. La forza di Diego Garcìa è tale che in pochissimo tempo riesce ad uccidere il toro, mozzandogli la testa., dopodiché egli ritorna al suo posto fra gli applausi generali della folla. I francesi, visto la rapidità con cui don Diego ha avuto la meglio sull’animale, vogliono cimentarsi anch’essi nella stessa impresa.

La Motte, loda il colpo di Garcìa, ma pieno di boria, rivolgendosi al suo vicino gli dice che è un peccato che il toro non abbia avuto la cotta di maglie di ferro e in tal caso egli avrebbe avuto la meglio. Paredes capisce e fra sé pensa che sarebbe bene vedere se il francese sa mordere come sa chiacchierar. Poi, sfida pubblicamente La Motte ad affrontare un toro, col collo rivestito di maglie di ferro. A La Motte questa sfida piace poco anche perché è la prima volta che si trova a combattere contro un toro, anche se il coraggio non gli manca. Tuttavia, risponde a Diego Garcia che per un cavaliere francese non sarebbe vergognoso rifiutarsi di combattere contro un animale, anche se a mezza voce borbotta che vorrebbe vedere volentieri lo spagnolo al posto del toro. Tuttavia è disposto ad accettare la sfida, che viene accolta dai presenti con favore ed allegria, anche se inizialmente, con capendo bene che cosa stia succedendo, vengono fatte le supposizioni più svariate. Don Garcìa, allora, si munisce di uno spadone più potente, corre a casa per rifocillarsi un po’ e poter riprendere le forze.

Il Torneo di Bajardo

Al suono delle trombe, un araldo annuncia la sfida invitando i presenti a non turbare la gara con gridi o cenni, pena la tortura; quindi viene fatto entrare il toro. La lotta, inizialmente, sembra evolversi a sfavore di Diego Garcia il quale, rivolgendosi verso la tribuna, nota La Motte che lo schernisce ridendo. Questo è sufficienze a dare più forza a Diego il quale, con un immane sforzo riesce ad uccidere il toro. La folla esulta e Paredes lascia cadere lo spadone ai piedi, mentre tutti i suoi l’attorniano per fargli festa. Ora tocca a La Motte il quale, però, rifiuta di scendere in campo, adducendo come motivo che i francesi sono esperti nel combattere i propri simili e lasciano l’arte di uccidere i tori ai villani e ai beccai. Sorge così un’altra sfida fra Francesi e Spagnoli. Ci si accorda per il combattimento che avrà luogo fra dieci campioni per ogni parte, ma da tenersi in un giorno diverso. Mentre alcuni uomini toglievano con sabbia e segatura ogni traccia dell’animale, Consalvo dà ordine a Fanfulla di predisporre tutto il necessario per la gara dei cavalieri. Quando tutto è in ordine, Elvira dà il segnale dell’inizio gettando in mezzo all’arena un suo fazzoletto. I campioni spagnoli che intervengono sono don Luis de Correa y Xarxcio, don Inigo Lopez de Ayala e don Ramòn Blasco de Azevedo. Il premio riservato al vincitore è costituito da un elmetto riccamente guarnito, sormontato da una statuetta d’argento, rappresentante la vittoria, opera di un valente artefice fiorentino.

Il primo dei campioni francesi è Bajardo che cavalca un destriero ricoperto da una gualdrappa verde chiaro. Si viene a fermarsi di fronte ad Elvira e dopo averla salutata abbassando la lancia, con quest’ultima egli percuote tre volte lo scudo di Inigo mentre con l’azza colpisce due volte quello di Luis de Correa: questo significa che ad Inigo richiede tre colpi di lancia e a Correa due colpi di azza.

Baiardo si presenta con la visiera dell’elmo alzata e molti già hanno notato un estremo pallore del viso, meravigliandosi come esso abbia la forza di affrontare un torneo in tali condizioni di salute visto da quattro me si soffre di febbre malarica. Nonostante questo egli è sicuro di portare onore ai Francesi.

Al terzo squillo di tromba, il torneo ha inizio.

Con un colpo sicuro, Inigo mira all’elmo dell’avversario, ma si contenta di rompere all’avversario l’asta allo scudo, convinto che sia meglio tentare una cosa che senz’altro non va fallita. Invece, a parte sua Baiardo, mira con precisione alla visiera di Inigo: dall’elmetto scaturiscono delle scintille, l’asta si rompe e lo spagnolo è sul punto di cadere. Pertanto, il risultato di questo primo scontro è a favore di Bajardo.

La seconda prova si conclude con un pareggio e Inigo ha l’impressione che l’avversario, per cortesia non stia sfoderando tutta la sua bravura; tale dubbio diventa una certezza alla terza, quando Bajardo risponde ad un lancio di Inigo, appena sfiorandogli la guancia con l’asta. Si capisce che questo fallo è volontario.

Al termine del torneo, gli araldi proclamano la parità del valore dei due contendenti ed entrambi si recano sotto il palco di donna Elvira per farle la riverenza, come era usanza. Inigo, alla fine vuole rendere nota la grande generosità del suo avversario, mentre quest’ultimo afferma di aver fatto tutto quanto ha potuto ed il comportamento di entrambi viene lodato da Consalva di Cordoba che pubblicamente afferma che al mondo non esistono cavalieri più nobili di animo e più generosi di Bajardo e di Inigo.

In pratica si è trattato di una gara di cortesia, utile, ai fini dell’economia del romanzo per ristabilire, da parte del lettore, una certa simpatia anche nei confronti dei Francesi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Bajardo nel torneo e nella corrida?
  2. Bajardo è descritto come "lo specchio e l'onore del mestiere dell'armi", dimostrando valore e cortesia durante il torneo, contribuendo a bilanciare il giudizio del lettore tra spagnoli, italiani e francesi.

  3. Quali sono le tensioni e i preparativi descritti prima della corrida?
  4. I preparativi includono l'allestimento di uno steccato e gradinate per il pubblico, mentre le tensioni emergono con l'arrivo di Consalvo de Cordoba e una rissa tra due uomini, il cui motivo è ignoto.

  5. Come si sviluppano le rivalità e i sentimenti tra i personaggi principali?
  6. Le rivalità e i sentimenti si complicano tra Ginevra e Zoraide, entrambe innamorate di Ettore, creando tensioni e cambiamenti nel loro rapporto, mentre Ginevra è divisa tra l'amore per Ettore e i suoi doveri matrimoniali.

  7. Qual è l'importanza della presenza di Zoraide e Gennaro a Barletta?
  8. La presenza di Zoraide e Gennaro a Barletta aggiunge un elemento comico e vivace alla narrazione, con Fanfulla che crea scompiglio per trovare loro un posto da cui assistere allo spettacolo.

  9. Come si conclude il torneo di Bajardo e quale messaggio trasmette?
  10. Il torneo si conclude con una parità di valore tra Bajardo e Inigo, sottolineando la cortesia e la generosità dei cavalieri, ristabilendo simpatia anche per i francesi e dimostrando l'equilibrio di giudizio dell'autore.

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