Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il capitolo ruota attorno a don Litterio, e don Michele sfrutta i suoi difetti per ottenere informazioni su Ginevra attraverso un astuto stratagemma.
  • Don Michele inganna don Litterio raccontandogli di essere un penitente viaggiatore, promettendo tesori in cambio della sua collaborazione.
  • In una chiesetta abbandonata, don Michele inscena un falso spettacolo di spettri e tesori per trarre in inganno don Litterio.
  • Il piano viene interrotto da una banda di banditi che attacca don Michele e il podestà, portandoli via come prigionieri.
  • Nonostante la cattura, don Michele mantiene la calma e cerca di ascoltare le conversazioni dei banditi per capire le loro intenzioni.

Don Michele

don Litterio Defastidiis

Gennaro Rafamillo, l’ortolano

Boscherino

• la banda di assassini

• la piazza del paese,

• la chiesetta abbandonata dove si ha la messinscena del fantasma e del

finto tesoro

• la prigione in cui viene scaraventato Don Michele dai banditi che lo

hanno rapiti

Indice

  1. Intrighi e Astuzie di Don Michele
  2. L'Incontro all'Osteria del Sole
  3. Il Piano di Don Michele
  4. La Trappola nella Chiesetta
  5. L'Assalto dei Banditi
  6. La Prigionia di Don Michele

Intrighi e Astuzie di Don Michele

Il capitolo si articola quasi interamente intorno alla figura di don Litterio, dei cui difetti sa approfittare don Michele per raggiungere l’obiettivo che gli ha assegnato il Valentino nella piazza principale di Barletta. L’interesse del capitolo risiede nell’intrigo avventuroso e nell’astuzia a cui ricorre don Michele per avere notizie di Ginevra. Significativo è anche la descrizione della psicologia del Podestà e del suo comportamento molto ingenuo.

L'Incontro all'Osteria del Sole

Come previsto, la sera, don Litterio e don Michele si ritrovano all’osteria del Sole, ma il podestà non aveva avuto ancora nessuna informazione da parte di Giuliano per cui i due si dettero appuntamento l’indomani dal barbiere. Arrivato dopo una notte passata in ansia, il podestà si mette a sedere su di una panca, lasciando trasparire un certo nervosismo, notato da alcuni passanti. Dopo circa una mezz’ora compare Gennaro Rafamillo, l’ortolano del monastero di Sant’Orsola che gli offre delle ciliege appena colte. All’inizio, don Litterio è un po’ reticente perché ha altro da pensare, poi ne prende una manciata. L’ortolano gli chiede se siano buone come le ha trovate buone la signora a cui ne ha portato ieri sera una certa quantità. Alla domanda di don Litterio “Di che signora si tratta?”, l’ortolano risponde ingenuamente che si tratta della signora Ginevra, che abita nella foresteria del monastero di Sant’Orsola e che tutti i giorni riceve la visita di un giovane, forse suo marito o un suo fratello il quale è un uomo d’armi a servizio di Consalvo de Cordoba. Nel frattempo arriva don Michele che carpisce le informazioni fornite involontariamente dall’ortolano e il gioco così è fatto. Ora a Michele resta soltanto da fare in modo di poter entrare all’interno del monastero, e per raggiungere questo obiettivo pensa che il podestà gli sarà molto utile.

Il Piano di Don Michele

Per attirare la simpatia incondizionata di don Litterio, don Michele inventa di essere stato un grande peccatore e che un eremita del Libano lo aveva assolto a condizione che per sette anni egli facesse il giro del mondo a fare penitenza, operando del bene a favore degli altri: questo è quando egli sta facendo, utilizzando le forze ed il sapere che ha acquisito nel viaggiare in Persia, in Siria ed in Egitto. Per eliminare ogni dubbio nella mente di don Litterio, egli continua, affermando di essere in grado di estrarre tesori dalle viscere della terra o di eseguire altre cose difficilissime, il cui utile andrà tutto al podestà poiché a lui basta l’essenziale per vivere. L’unica incombenza che spetta al podestà è fare in modo che Ginevra si avvicini a don Michele e termina il suo discorso sottolineando che il tempo stringe e occorre fare presto perché la penitenza che deve fare lo obbliga a riprendere il cammino fra una settimana. Don Litterio ascolta il discorso a bocca aperta, ma per dare l’impressione di essere un uomo accorto risponde che è disposto ad aiutarlo a condizione di avere delle prove concrete dei suoi poteri.

Non è altro quello che don Michele cerca; i due si lasciano con la promessa di rivedersi al più presto e nel frattempo, Don Michele cercherà di sapere se nei dintorni esistono tesori nascosti.

La Trappola nella Chiesetta

Predisposto così l’inganno a scapito del podestà, ora don Michele prepara la trappola. Cerca Boscherino che accetta tutto quanto gli verrà detto di fare, in quanto minacciato dal fatto che si tratta di un ordine impartito dal Valentino. Senza sapere veramente in che cosa consiste il suo ruolo, insieme a don Michele, egli si reca in una chiesetta abbandonata che per molti è servita da cimitero e dove verrà elaborata la trappola per il podestà.

L'Assalto dei Banditi

Intanto, intorno alla 22:00, don Michele si reca in piazza dove don Litterio lo sta aspettando e gli comunica di aver trovato il luogo adatto all’esperimento, dandogli poi appuntamento alle tre di notte. Il furfante, condotto il podestà all’interno della chiesetta, lo trae in inganno, evocando un falso spettro (Boscherino) e scoprendo un altrettanto falso tesoro. Questa messinscena, così bel architettata, viene però interrotta all’improvviso arrivo di una ventina di ladri che assalgono i due malcapitati. Alla debole luce di una lanterna rovesciata per terra, i due protagonisti si rendono conto che si tratta di soldati disertori che passavano il tempo a rubare, saccheggiare e ad uccidere. Con la barba lunga, incolta ed arruffata, dotati di armi e con in testa un cappello a punta essi sono piuttosto simili a dei demoni scatenati. A Boscherino le cose vanno meglio, perché, approfittando della baruffa, si libera del telo bianco con cui si ricopriva e si arrampica su per il campanile e, seduto su di una trave, può osservare tutta l’orribile scena in attesa del momento giusto per fuggire. Uno dei briganti, sferrato un calcio al podestà, scaraventa quest’ultimo in un angolo ed insieme a don Michele viene legato ben bene e sorvegliato, mentre gli altri si impossessano del falso tesoro.

La Prigionia di Don Michele

Usciti dalla chiesetta, i malviventi costringono i due prigionieri a camminare speditamente e dopo un miglio questi ultimi sono persino bendati. Il podestà non fa altro che piangere come un bambino, creando un divertimento per i banditi. Don Michele, abituato a tutto com’era, non si perde di coraggio, anche se, in fondo in fondo, pensa che sia finita. Nonostante ciò, cerca di arrivare ad una trattativa con i malviventi, ma come tutta risposta riceve un pugno che gli spacca due denti. Pertanto, l’unica cosa che gli resta da fare è prestare attenzione a ciò che si dice intorno, visto che non può né vedere, né parlare. I banditi parlano di taglia, di spartizione del tesoro e dei prigionieri. Alla fine i corpi dei due malcapitati vengono presi in spalla e allontanati così dalla comitiva. Dopo un’ora di cammino, intervallato da soste, sentono cigolare una porta, i due sono sbendati e slegati e si ritrovano in un ambiente ben custodito con un piccolo spiraglio da cui proveniva un raggio di luna. In una parete, è ricavata una piccola porta, molto bassa; don Michele vi è buttato dentro con il calcio di un’asta, dopodiché la porta viene richiusa. Il luogo è molto oscuro; tuttavia don Michele non si perde del tutto d’animo e, aiutandosi con le braccia, cerca di scoprire dove si trova. Si accorge, così, che da un foro, in alto, proviene una debole luce e gli pare che fuori l’onda del mare si infranga contro la roccia. Tastando con i piedi, individua per terra un po’ di paglia su cui si sdraia, aspettando gli eventi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di don Michele nella storia?
  2. Don Michele è un personaggio centrale che utilizza astuzia e intrighi per raggiungere i suoi obiettivi, sfruttando i difetti di don Litterio e cercando di ottenere informazioni su Ginevra.

  3. Come don Michele riesce a ottenere informazioni su Ginevra?
  4. Don Michele ottiene informazioni su Ginevra ascoltando involontariamente una conversazione tra don Litterio e Gennaro Rafamillo, l'ortolano, che menziona la signora Ginevra e le sue visite quotidiane da un giovane.

  5. Qual è il piano di don Michele per ingannare don Litterio?
  6. Don Michele inventa una storia di penitenza e poteri straordinari per guadagnare la fiducia di don Litterio, promettendo di condividere tesori nascosti, a condizione che Ginevra si avvicini a lui.

  7. Cosa accade durante l'assalto dei banditi nella chiesetta?
  8. Durante l'assalto, don Michele e don Litterio vengono ingannati da un falso spettro e un falso tesoro, ma l'arrivo improvviso di banditi interrompe la messinscena, portando alla cattura dei due.

  9. Come reagisce don Michele alla sua prigionia?
  10. Nonostante la situazione difficile, don Michele mantiene il coraggio e cerca di negoziare con i banditi, ma viene colpito e costretto a prestare attenzione a ciò che si dice intorno a lui, mentre viene imprigionato in un luogo oscuro.

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