
Cosa conta davvero per un adolescente quando immagina il proprio futuro? La risposta, almeno in Italia, sembra andare in una direzione precisa: lo stipendio.
È quanto emerge da un recente sondaggio promosso da ELIS, ente non profit attivo nell’orientamento scolastico e professionale, che ha coinvolto oltre 1.300 studenti delle scuole superiori.
Interrogati sul principale criterio che guiderà la loro scelta di studio e lavoro, quasi uno su tre ha indicato il denaro come priorità assoluta.
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Soldi, benessere e carriera: la classifica dei desideri
Il sondaggio, realizzato da ELIS in 51 scuole superiori italiane, ha posto una domanda semplice ma cruciale: “Cosa conta di più per te nella scelta dello studio e del lavoro?”.
Cinque erano le opzioni. E al primo posto, con il 31,7% delle preferenze, è emerso il fattore economico. A seguire, l’equilibrio tra vita e lavoro (30,6%) e la possibilità di fare carriera (23,8%).
Molto distanti invece le motivazioni legate al senso civico o all’impatto sociale: solo l’8,1% ha dichiarato di voler essere utile agli altri attraverso la propria professione. Ancora meno chi punta al prestigio sociale: appena il 5,7%.
Un risultato che fotografa una generazione attenta alla sicurezza economica e al benessere personale, ma forse anche un po’ scoraggiata rispetto alla possibilità di “cambiare il mondo”.
Le Role Model in cattedra: incontri per orientare
L’indagine è parte del Progetto Role Model, promosso da ELIS in collaborazione con Valore D, che nel corso dell’anno scolastico 2024-2025 ha portato 108 professioniste in aula per incontrare studenti e studentesse di 76 scuole (di cui 51 superiori e 25 medie).
Le protagoniste arrivano da 13 aziende di primo piano – tra cui AlmavivA, Campari Group, Fincantieri, Rai Way, Terna, Leonardo – e hanno condiviso il proprio percorso, le sfide affrontate e le competenze oggi più richieste nel mondo del lavoro.
Un’occasione concreta per mostrare che le strade sono molte, anche per chi non si riconosce nei modelli dominanti, e che orientarsi non significa solo fare calcoli, ma anche riconoscersi in un possibile futuro.