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foto di diplomati che sembrano aver scelto la loro strada post diploma, ma senza l'aiuto della scuola

Un futuro già chiaro e ben tracciato quello nelle teste di chi ha appena terminato la maturità. Peccato che nella stragrande maggioranza dei casi il merito non sia certo da attribuire all’orientamento scolastico.

Perché se un buon 84% racconta di sapere già cosa fare della sua vita dopo il diploma e la gran parte degli intervistati ha partecipato ad attività di orientamento a scuola, in pochi hanno considerato determinanti per la scelta post-maturità queste iniziative. Situazione comunque migliore rispetto a quella dello scorso anno, quando gli indecisi erano il 35%. A dirlo sono i numeri di una web survey di Skuola.net su circa 1000 neo diplomati di quest’anno.

FUTURE MATRICOLE - L’Università sembra ancora essere la strada maestra per la maggior parte degli intervistati, tanto che l’85% di loro ha già deciso di optare per l’immatricolazione. Non manca qualcuno che pensa controcorrente: il 3% vorrebbe scegliere un corso di formazione non accademico, mentre il 4% pensa di gettarsi a capofitto nella ricerca di un lavoro. Stessa percentuale cercherà fortuna all’estero o partirà per studiare fuori dai confini nazionali, mentre sono pochissimi quelli che puntano alla carriera nelle forze armate e o che invece pensano di prendersi un anno sabbatico (entrambe le opzioni al 2%).

UNIVERSITA’ PUBBLICA: SCELTA O RIPIEGO? - Università sì, insomma, ma quale? Il 61% dei neo diplomati crede ancora nella bontà nell’università pubblica ed è proprio qui che ha intenzione di iscriversi. Un altro 29% invece, pur essendo convinto che gli atenei privati siano migliori di quelli pubblici, è in questi ultimi che s’immatricolerà perché impossibilitato a sostenere i costi dei primi. Problemi che non esistono invece per 1 ragazzo su 10 che rivela di essere già intenzionato a iscriversi in un’università privata.

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DISCIPLINE TECNICHE E SANITARIE IN CIMA ALLE PREFERENZE - Ma quali sono le facoltà preferite? Ai primi posti della classifica troviamo i grandi classici: 1 maturando su 5 – con una presenza di maschietti superiore alla media - è orientato verso discipline tecniche come Ingegneria e Informatica. Tra le ragazze, invece, sembrano avere particolare presa i corsi di laurea dell’area sanitaria (Medicina compresa) che in totale hanno i favori del 19% dei neo diplomati. Molto gettonate anche le facoltà umanistiche (Lettere, Filosofia, Lingue, ecc.) che raggiungono il 12% dei consensi, tallonate da Economia (11%). Segnano un po’ il passo i corsi di diritto o Giurisprudenza, fermi al 6%; stessa quota raggiunta da Architettura, Design e discipline assimilabili. Decisamente più indietro Scienze (5%), Psicologia (4%), Matematica, Fisica e Scienze della Formazione (tutte al 3%).

PASSIONE O LAVORO? - Scelte forse influenzate inconsciamente dalla prospettiva di trovare presto lavoro una volta laureati; soprattutto nel caso delle facoltà tecniche e sanitarie l’inserimento è, oggi, sicuramente più rapido rispetto ad altre aree di studio. Anche se, la maggior parte sottolinea di non badare più di tanto al futuro (sono il 22%) e di pensare soprattutto a seguire le inclinazioni personali; almeno stando a quanto dicono 3 studenti su 4, il 73% del totale. Solo il 5%, invece, s’iscriverà ad una facoltà seguendo i consigli di genitori, parenti e amici.

IL PESO DELL’ORIENTAMENTO - Peccato che in molti casi la scuola non sia stata d’aiuto ai ragazzi nella scelta del loro futuro. Qualcosa di sicuro si è fatto, ma si può e si deve migliorare. Questo perché, se nell’81% dei casi i neo diplomati raccontano di aver preso parte ad attività di orientamento organizzate dal loro istituto, almeno 1 su 2 dice sì di averle trovate interessanti, ma aggiunge anche di non averle ritenute davvero efficaci a chiarirgli le idee. Peggio, un altro 1 su 3 circa dice addirittura di averle trovale inutili.

GLI OPEN DAY PER CHIARIRE OGNI DUBBIO – Un orientamento scolastico che quindi lascia a desiderare e che solo per il 35% dei maturandi ha compreso la partecipazione agli Open Day universitari. Un altro 34% dice di aver dovuto fare tutto da sé, recandosi per conto proprio alle giornate di orientamento gestite dalle università. Il restante 31%, invece, non ha ancora visitato il posto dove studierà nei prossimi anni (il 13% lo farà in queste settimane mentre il 18% non lo ritiene necessario).

Marcello Gelardini

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