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Come scegliere cosa studiare all'università articolo

Secondo i dati dell'Osservatorio "Dopo il Diploma (2024)" di Elis e Skuola.net, quasi uno studente su tre di quinta superiore si considera abbastanza o del tutto disorientato nella scelta universitaria. Eppure la scelta del corso di studio è fondamentale per costruire il proprio futuro. Non tutti però hanno ben chiaro cosa voler fare grandi e, allo stesso tempo, anche fare il primo passo sembra un'impresa. Così, la scelta su cosa studiare all'università diventa motivo di ansia e frustrazione. Se in questo momento hai mille dubbi in testa, non preoccuparti perché è del tutto normale.

Sappi solo che niente può intromettersi tra te e la scelta del corso di laurea, e se non sai da dove iniziare, sei nel posto giusto. Prima di tutto devi porti delle domande: cosa ti piace? Quali sono le tue passioni? C'è un ambito in cui ti piacerebbe lavorare? Già solo rispondendo a una di queste domande, sarai in grado di delineare quel futuro che adesso ti sembra sfocato. Il nostro consiglio è quello di cercare di far coincidere studio e interessi, in modo tale che l'esperienza universitaria risulti anche più interessante. Seguendo questi e altri piccoli consigli, riuscirai a capire meglio quello che fa o non fa per te. La decisione è importante, ma non deve diventare solo una preoccupazione, altrimenti rischierai di scegliere spinto dal panico e non da reali motivazioni. Vediamo quindi qualche dritta per aiutarti a scegliere cosa studiare all’università.

Informarsi sulle offerte formative

Prima cosa da fare se non si hanno le idee chiare è informarsi su quali sono le offerte formative dei vari atenei. Leggendo e sfogliando i vari corsi ti accorgerai che alcuni ti attirano, e altri non fanno proprio per te. In questo modo potrete compiere una prima selezione dei vari corsi. Inoltre le università mettono spesso a disposizione un “profilo professionale” per ogni corso indicato. Non sai di cosa si tratta? E' presto detto. Un profilo professionale altro non è che la descrizione di una data professione, il profilo indica:

  • il nome (della professione)
  • le mansioni principali da svolgere
  • le modalità di svolgimento del lavoro (al chiuso, all'aperto)
  • i requisiti richiesti
  • le prospettive occupazionali

Ti ci vedi a fare quel lavoro da grande? Pensi possa fare per te? Cerca di rispondere a queste domande e sarà già un grande passo avanti. Una scelta informata passa anche e soprattutto dalla tua volontà di metterti alla prova: hai mai pensato di partecipare agli open day delle varie università? Si tratta di una giornata full-immersion in cui entrerai a contatto con l'ateneo, visitandone i luoghi d'interesse (aule, laboratori, spazi di studio), e durante cui avrai modo di farti un'idea circa quel determinato ateneo.

Esistono anche altri modi per provare a orientarti. Una buona strada potrebbe essere quella di utilizzare test di orientamento come quelli offerti dal CISIA o dalle stesse università. In alternativa, due validi strumenti per l'orientamento universitario sono senza dubbio il portale Universitaly, il sito del MUR sempre aggiornato su tutte le novità riguardanti i corsi di laurea universitari, e le indagini offerte da AlmaLaurea, il consorzio che ogni anno analizza la condizione sociale e lavorativa dei laureati.

Pensare a cosa ti piace fare

Come anticipato, interessi e passioni giocano un ruolo preminente nella scelta dell'università, nonché sul tuo orientamento. Facciamo un esempio: se al liceo hai odiato la matematica e non ti piace proprio avere a che fare con i numeri, possiamo già affermare che probabilmente non prenderai in considerazione ambiti scientifici, giusto? Bene, questa è già una prima scrematura che ti aiuterà a individuare meglio la tua strada.  Pensa quindi a quali sono i tuoi interessi nella vita di tutti i giorni. Puoi farli diventare un lavoro? Se ad esempio sei appassionato di sport e nessun corso ti convince, puoi prendere in considerazione l’ipotesi di iscriverti alla facoltà di scienze motorie. In questo senso, potrebbero tornarti utili i test di orientamento professionale: in giro ce ne sono molti, ma noi ti consigliamo il famigerato 'Test di Holland'. 

La teoria di Holland afferma che la scelta professionale di un individuo è il risultato di una crescita a cui contribuiscono diversi fattori: ereditarietà, cultura, caratteristiche personali. Il contesto sociale e le caratteristiche individuali influiscono notevolmente sull’elaborazione di opinioni e di atteggiamenti nei confronti del mondo del lavoro e delle professioni. Di conseguenza, il rapporto tra le attività lavorative, o, meglio, le aree professionali, e gli aspetti della personalità è molto stretto. 

Capire se si vuole cambiare città

Altro interrogativo da porsi è dove si vuole svolgere i propri studi. Se non hai intenzione di spostarti dalla tua città, hai già eliminato parecchie possibili opzioni. Se invece sei pronto a trasferirti, il consiglio è quello di orientarti verso quelle città che da sempre ti affascinano. Prima però, potrebbe valere la pena tirare giù una lista dei pro e dei contro riguardanti l'ipotetico trasferimento. Ecco un esempio:

Pro:

  • vivere da soli è sempre un'esperienza arricchente;
  • vivere lontano da casa significa anche fare molte nuove conoscenze;
  • impari a cucinare, lavare, pulire: vivere da soli è una palestra di vita

Contro:

  • trasferirsi a chilometri di distanza lontani da casa può generare un certo senso di spaesamento
  • essere fuorisede significa perdersi tutto ciò che succede a casa propria
  • spesa economia sostenuta

Si tratta di un mero esempio perché la scelta sul trasferimento è soggettiva, e i fattori in gioco variano a seconda della persona. Ma se stai preventivando un'avventura da fuorisede, allora faresti meglio a consultare i servizi offerti dagli atenei e rivolti agli studenti che studiano lontano da casa.

In quanto tempo volete laurearvi?

Questa può sembrare una domanda stupida, ma in realtà serve solo ad essere realistici e onesti con se stessi. Sicuro di voler passare i prossimi 10 anni sui libri? Alcuni corsi di laurea, infatti, differiscono per durata e mole di studio. Come tradizione vuole, siamo soliti distinguere tra Laurea Triennale, Laurea Magistrale e Laurea a Ciclo Unico. Vediamole più nel dettaglio:

  • Laurea Triennale: La laurea triennale, o laurea di primo livello (o diploma di I livello), è un percorso della durata di 3 anni appunto che al termine rilascia un attestato di dottore di primo livello nella disciplina scelta. Questa laurea, benchè valida a tutti gli effetti a livello lavorativo, spesso da basi generiche della materia che si studia, senza approfondire particolarmente gli argomenti.
  • Laurea Magistrale: Si tratta della prosecuzione naturale del percorso di tipo triennale. La laurea magistrale, o laurea di secondo livello (o diploma di II livello), è infatti un percorso di approfondimento professionalizzante e ha una durata di due anni. Proprio per via di questa propedeuticità, va specificato però che non è possibile intraprendere questo tipo di percorso senza avere conseguito la laurea triennale. 
  • Laure a ciclo unico (o quinquennale): Un altro percorso che si può intraprendere al termine del diploma è la laurea a ciclo unico. Si tratta di tutti quei percorsi di studio erogati in 5 anni continuativi (sono lauree di questo tipo Giurisprudenza e Medicina, giusto per citare due esempi noti)  

E una volta presa la laurea? Cosa fare? La risposta è ovvia: continuare a formarsi. Esistono molte opportunità post-laurea tra master e dottorati che offrono uno scorcio alternativo in relazione a una data materia, arricchendo ulteriormente il tuo bagaglio culturale. A queste si aggiungono le scuole di specializzazione e i corsi di perfezionamento. Se sei intenzionato a scegliere un corso di formazione post-laurea, allora ti consigliamo di optare per un corso che preveda un periodo di stage presso un ente o un istituto individuato dal comitato scientifico del corso stesso. 

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