Susanna Galli
Autore
11 min lettura
Studentessa in biblioteca

Scegliere la giusta università è spesso un grosso impegno. Si tratta di una delle scelte più importanti dopo il liceo, e porta con sé grandi responsabilità. Prendere una decisione poco dopo un esame non è facile, spesso si hanno ancora mille dubbi in testa e si pensa di non avere abbastanza tempo.

Non preoccuparti, però, l’unico segreto per scegliere la strada giusta, è l’organizzazione. Fatti dare una mano dai tuoi genitori o dai tuoi amici più stretti, ma attenzione a non farti influenzare! L’opinione degli altri è importante ma cerca di dargli il giusto peso, alla fine sarai tu a dover frequentare quel corso, nessun altro. Ecco alcuni consigli utili per scegliere l’ateneo che fa per te.

Indice

  1. Informati il più possibile
  2. Parti dal corso, non dall’ateneo
  3. Fai bene i conti
  4. Università sì o no? Capirlo parte dal lavoro che vuoi fare
  5. E se non voglio andare all’università?
  6. L’università giusta non è solo la più famosa
  7. Test, attitudini, esperienze
  8. Restare a casa o andare fuori?
  9. Nulla è per sempre: cambiare si può

Informati il più possibile

Il primo consiglio è banale, certo, ma forse è anche il più importante. Prima di fare qualsiasi scelta, è fondamentale raccogliere informazioni da più fonti. I siti ufficiali degli atenei sono un buon punto di partenza: lì trovi piani di studio, scadenze, modalità di accesso. 

Ma spesso non basta. I dati istituzionali raccontano solo una parte della storia. Per capire davvero come si vive un certo corso, parlane con chi ci è già passato: cerca studenti iscritti, scrivi sui forum, segui le pagine social dei dipartimenti

Ancora meglio, se puoi, partecipa agli open day: camminare nei corridoi, ascoltare le lezioni, parlare con docenti e tutor ti aiuterà a immaginare se quel posto può diventare il tuo. Più riesci a entrare nell’atmosfera dell’università, più sarà facile capire se fa per te.

Parti dal corso, non dall’ateneo

Molti iniziano scegliendo l’università, e solo dopo pensano al corso da frequentare. È un errore comune. Il consiglio è di fare il contrario: chiediti prima cosa vuoi studiare davvero, quali materie ti interessano, quali ti immagini di approfondire per anni. Solo dopo valuta in quali atenei quel corso è davvero valorizzato. 

Fai bene i conti

L’aspetto economico è un elemento da considerare con attenzione, senza far finta che non conti. Ogni ateneo ha un proprio sistema di tassazione, con fasce ISEE e agevolazioni diverse. 

Ma i costi non finiscono con le rette. Se hai in mente di trasferirti in un’altra città, devi mettere in conto l’affitto, il cibo, i trasporti, le bollette. Vivere da fuori sede può essere un’esperienza straordinaria, ma anche impegnativa. 

Prima di scegliere, quindi, calcola con realismo il budget che hai a disposizione e informati su borse di studio, residenze universitarie, convenzioni. Infine, rifletti su che tipo di ambiente cerchi: preferisci un’università grande, dispersiva ma ricca di stimoli, o una realtà più piccola, dove tutto è più a portata di mano? Anche questo influisce – più di quanto pensi – sul tuo percorso.

Università sì o no? Capirlo parte dal lavoro che vuoi fare

Non tutte le strade passano dall’università, ma alcune non possono proprio farne a meno. Se il tuo obiettivo è diventare medico, architetto, ingegnere, magistrato o insegnante, la laurea è un passaggio obbligato. Ma anche per tante altre professioni, dove non esiste un vincolo formale, il titolo accademico può fare la differenza. 

Oggi più che mai, avere una laurea non basta: conta come la si ottiene, cosa si impara davvero, e soprattutto come si è in grado di spendere le competenze nel mondo reale. 

Per questo la scelta dell’università dovrebbe partire da un’altra domanda: che tipo di lavoro vorrei fare? Quale ruolo mi piacerebbe ricoprire, e con quale stile di vita? Più riesci a immaginare il tuo futuro, più sarai in grado di scegliere il percorso giusto per arrivarci.

E se non voglio andare all’università?

Scegliere di non iscriversi all’università non significa rinunciare a un futuro dignitoso o interessante. Esistono percorsi alternativi, più pratici e spesso più rapidi, che puntano a inserirti direttamente nel mondo del lavoro. Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), ad esempio, offrono una formazione specifica e aggiornata nei settori più richiesti dal mercato. 

Ma anche accademie, corsi di alta formazione, scuole professionali per chef, artigiani digitali, sviluppatori web o tecnici ambientali possono rappresentare scelte valide. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Il punto non è tanto “università sì o no?”, ma piuttosto: “cosa mi prepara meglio a fare ciò che voglio?”. 

L’università giusta non è solo la più famosa

C’è una tendenza diffusa tra chi si affaccia al mondo universitario: credere che le università “più grandi” o “più note” siano automaticamente le migliori. In realtà, ogni ateneo ha i suoi punti di forza e le sue debolezze. Alcuni sono specializzati in ambiti tecnici, altri brillano nelle scienze umane o economiche, altri ancora offrono una didattica più innovativa o un accesso facilitato al mondo del lavoro. 

Prima di decidere dove iscriverti, studia bene l’offerta formativa del corso che ti interessa, valuta la reputazione specifica di quel dipartimento, e informati sui servizi per gli studenti.

Non meno importante: prova a capire come si vive in quell’università. Quanti iscritti ci sono? Quanto è accessibile il corpo docente? Com’è l’ambiente? In molti casi, a fare la differenza non è il “nome” dell’ateneo, ma la qualità dell’esperienza che offre.

Test, attitudini, esperienze

I test di orientamento possono essere un buon punto di partenza per chi si sente disorientato. Ne esistono diversi online – come quelli di Skuola.net o di AlmaLaurea – che propongono domande su interessi, abilità e attitudini, restituendo una panoramica delle aree di studio più affini. Ma non bisogna prenderli alla lettera. 

Un test può suggerirti una direzione, non indicarti una verità assoluta. Per questo è utile affiancare strumenti di orientamento più profondi: parlare con docenti universitari, confrontarsi con studenti già iscritti, ascoltare testimonianze di chi lavora nei settori che ti incuriosiscono. 

Restare a casa o andare fuori?

Trasferirsi per studiare altrove può essere un’esperienza formativa tanto quanto l’università stessa. Cambiare città ti costringe a uscire dalla comfort zone, ti obbliga a diventare più autonomo, ti mette a contatto con realtà nuove, stimolanti, a volte anche complicate. 

Ma non è detto che sia la scelta giusta per tutti. Ci sono studenti che rendono meglio rimanendo vicino a casa, circondati da affetti e abitudini familiari. Altri che, fuori sede, sbocciano. La decisione deve tener conto di tanti fattori: economici, logistici, emotivi. 

Un consiglio utile? Non scegliere la città “più cool”, ma quella dove potresti vivere bene e studiare meglio. E valuta i servizi offerti dall’università: residenze, borse, trasporti, mense, assistenza psicologica. Anche questi fanno parte dell’equazione.

Nulla è per sempre: cambiare si può

C’è un mito da sfatare: quello della scelta irreversibile. Sì, è vero, scegliere l’università è una tappa importante, ma non è un giuramento solenne inciso nella pietra

Capita, e anche spesso, di iniziare un corso e scoprire che non è come te lo aspettavi. Che le materie non ti appassionano, che l’ambiente non ti stimola, che la tua strada è da un’altra parte. Succede. E non significa aver fallito. 

Gli studenti che cambiano corso, facoltà o città non sono pochi, e spesso sono proprio quelli che – dopo una prima incertezza – trovano la loro direzione. L’unica vera scelta sbagliata è restare fermi dove non si sta bene, solo per paura di cambiare.

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