
Ma sono i colpi di scena e la rivelazione finale a rendere questo romanzo intrigante e ben più di una semplice biografia di una persona inventata. Vale la pena di essere letto è però la domanda alla quale cercheremo di trovare risposta oggi; prosegui nella lettura dell’articolo per scoprirlo.
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‘I sette mariti di Evelyn Hugo’: di cosa parla
Come accennato, quello che in realtà è l’incipit del libro potrebbe sembrare alquanto piatto, al limite del gossip, ma già dai primi capitoli si capisce che Evelyn Hugo, una diva che è diventata tra le artiste più pagate di Hollywood tra gli anni ‘50 e ‘60, ha molti segreti da rivelare e non tutti rosa.Infatti, se con Monique, la protagonista, nonché giornalista incaricata di raccogliere la preziosa testimonianza di Evelyn, l’attrice mette subito in chiaro che, nonostante i sette matrimoni alle spalle, il vero amore della sua vita è stato una donna. Ma essere omosessuali in quegli anni, soprattutto quando la tua carriera era basata sull'essere una femme fatale, non era di certo facile, e quindi Evelyn per gran parte della sua vita ha dovuto nascondere questo aspetto della sua vita e proprio a causa di questa segretezza forzata, ha sprecato molto del tempo che avrebbe invece potuto vivere accanto alla persona amata.
Questo non è però il segreto più oscuro che la diva ormai sfiorita di Hollywood si porta dietro; infatti accanto a matrimoni che le sono stati utili soltanto a far cessare le voci sulla sua presunta storia lesbica, e unioni orchestrate unicamente per vendere più biglietti nelle sale cinematografiche, Evelyn ha nascosto per anni il coinvolgimento di una delle persone a lei più care in un tremendo incidente, incidente che ha avuto ripercussioni sulla vita della protagonista, a sua insaputa.
'I sette mariti di Evelyn Hugo' è un libro da leggere e consigliare?
Lo stile di scrittura del romanzo è caratterizzato da una prosa scorrevole e coinvolgente, mai ridondante, ma piacevole, a tratti cinematografica, in quanto le scene sono descritte in modo da evocare immagini vivide nella mente del lettore. La narrazione è divisa e in entrambi i casi si svolge in prima persona: per alcuni capitoli la voce narrante è quella della protagonista del libro, Monique Grant, giornalista alla quale viene affidato l'arduo compito di intervista Evelyn Hugo. Ma quando Monique si siede di fronte Evelyn, è quest'ultima ad appropriarsi della narrazione, raccontando i fatti della sua vita in prima persona.Questa dicotomia è molto interessante e crea un confronto quasi involontario tra le due donne al centro del racconto, e infatti se la voce di Evelyn Hugo risulta potente e affascinante, determinata e pronta a tutto pur di raggiungere la fama e il successo, quella di Monique viene in realtà plasmata e sedotta proprio dalle scelte di Evelyn, e questo porta la scrittrice a giocarsi il tutto per tutto, sia nella rivista per la quale lavora, sia con la stessa Evelyn, per assicurarsi quello che sicuramente sarà un best seller mondiale.
E così, la vita di una giornalista non molto affermata e con un matrimonio ormai sul viale del tramonto davanti, entra in contrapposizione con quella di una donna che ha vissuto una vita piena di alti e bassi, e che ora è in grado di raccontare la sua storia con franchezza e intensità. La narrazione è quindi ricca di dettagli vividi sia del passato della diva, sia del presente della scrittrice, ed entrambe queste storie permettono al lettore di immergersi completamente nel mood del libro. Anche grazie a questa divisione il romanzo riesce a essere caratterizzato da un ritmo incalzante, pieno di colpi di scena, che tengono il lettore incollato alle pagine.
Per questo e per la gestione ottimale della trama, sebbene forse il finale è l'unico tasto dolente, in quanto sembra essere un po' affrettato e sbrigativo, nel complesso 'I sette mariti di Evelyn Hugo' può essere considerato un libro godibile, con al suo interno atmosfere e luoghi che seppur lontani riescono a far breccia nell'immaginario di qualsiasi lettore.