
Un nuovo scandalo, legato per vie traverse al caso Diddy, sta prendendo lentamente piede in America. Kanye West, rapper e produttore californiano, è accusato dalla sua ex assistente Lauren Pisciotta di violenza sessuale aggravata da intossicazione. Il tutto sarebbe avvenuto proprio durante una sessione di registrazione in studio assieme a Sean Diddy Combs: la Pisciotta, prima stordita con qualche stupefacente, sarebbe stata abusata dal rapper, che però nega tutte le accuse.
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Le accuse mosse a Kanye West
Nella denuncia, lunga 88 pagine, ripresa dal Daily Mail, si legge che l'assistente “doveva essere disponibile h24, e sette giorni su sette, inoltre doveva chiedere il permesso per andare al bagno e fare la doccia”.
Va precisato che ai tempi della presunta violenza, Pisciotta non era ancora l'assistente di Ye (il nuovo nome anagrafico di Kanye West), e che la denuncia della violenza è antecedente persino al caso Diddy: ma non si può certo dire che non siano collegati.
E' infatti proprio durante un party di Diddy, organizzato in occasione di una sessione di registrazione a Santa Monica, che sarebbe avvenuto il tutto.
Secondo i ricordi della Pisciotta, quella sera Kanye West avrebbe imposto la regola del bere a chi voleva partecipare alla festa, chi non beveva non era ben accetto: “Dopo qualche sorso – si legge nella ricostruzione dell’avvocato dell’accusa – la mia cliente cominciò a sentirsi disorientata e cominciò a scivolare in uno stato di forte alterazione. Sentiva meno controllo del suo corpo e della sua parola ed è per questo che i ricordi di quella notte le sfuggono. Il giorno dopo si sentì in forte imbarazzo nel non ricordare nulla della serata”.La scoperta della violenza
E fu proprio dopo quella serata che iniziò il rapporto lavorativo tra i due: con la somma di un milione di dollari, West convinse Pisciotta a mollare la sua redditizia attività su OnlyFans, per diventare la sua assistente.
La stessa non aveva ancora contezza della presunta violenza - per via dello stordimento causato dalle droghe – fino a quando il rapper non fu incalzato dalla ex compagna Kim Kardashian.
La star era gelosa dell'assistente di West, al punto che il rapper e la Pisciotta dovettero accordarsi per un messaggio da inviare alla Kardashian, per rassicurarla del fatto che tra i due non ci sarebbe stata nessuna relazione di tipo sessuale.
Ed è in quel frangente che, stando alla Pisciotta, il produttore si sarebbe tradito, asserendo di non potere negare alla moglie che lui e la sua assistente fossero intimi, proprio per quanto successo al party di Diddy.
“Un adescatore sadico e pericoloso”
Fu così, racconta Pisciotta, che la presunta vittima scoprì l'abuso. Dalle 88 pagine della denuncia viene fuori un ritratto davvero poco edificante del rapper americano.
Secondo Lauren Pisciotta, la vera natura di Kanye West sarebbe “predatoria, aggressiva, compulsiva, volgare, perversa e spaventosamente calcolatrice”. Pisciotta lo ha definito un “adescatore premeditato e sadico” che ha usato la sua fama e la sua posizione per soddisfare la sua “insaziabile gratificazione sessuale” e i suoi “desideri animaleschi”.
Il miele e i festini
Nel documento si leggono accuse dello stesso tenore di quelle mosse nei confronti di Diddy. Sempre secondo il racconto della Pisciotta, Kanye West amava organizzare feste a sfondo sessuale negli hotel più esclusivi della California.
In questi party, circolava il cosiddetto “miele del sesso”, nome in codice per una sostanza che avrebbe migliorato le prestazioni sessuali, di cui il rapper faceva largo uso, sempre secondo l'accusa.
Le pagine seguenti parlano di una personalità squilibrata, a cui è stato diagnosticato il disturbo bipolare: “Qualche volta la reazione al rifiuto era un messaggio dai toni quasi scherzosi, alle volte anche regali di lusso. Altre volte invece, come racconta la Pisciotta, con rabbia ed intensa frustrazione”.
Per questo motivo, aggiunge Pisciotta, il rapper era spesso in preda a quelli che lei descrive come sensi di colpa: “Per alcuni periodi vietava alcol e imprecazioni in ufficio, e imponeva alle donne di presentarsi coperte dalla testa ai piedi per non tentarlo”.