
Sui social capita spesso di imbattersi in insulti ed epiteti poco gradevoli e, tra questi, c'è quello di "bimbominkia" che, stando ad una recente sentenza della Corte di Cassazione, non potrà più essere utilizzato in quanto definisce una persona con un quoziente intellettivo sotto la media altrimenti si rischia di cadere nel reato di diffamazione aggravata ma, andiamo a vedere meglio cos'ha detto la Corte.
-
Leggi anche:
- Blanco sul palco in reggiseno: i motivi del gesto
- Khaby Lame giudice al Festival di Cannes: ecco perché
- Scommette contro l’Italia nei play-off contro la Macedonia: vince 110mila euro
Il caso su cui si è pronunciata la Cassazione
La sentenza della Cassazione che bandisce l'utilizzo dell'epiteto "bimbominkia" ha visto come persona offesa l'animalista siciliano Enrico Rizzi che però in passato si è ritrovato anche dall'altra parte in quanto, sempre dalla Cassazione, era stato condannato ad un risarcimento per aver offeso all'indomani della sua morte la memoria del presidente del consiglio regionale Diego Moltrer.Questa volta invece, per via della sua passione per la caccia, si era schierato a favore della cattura di un'orsa e per questo era stato definito "bimbominkia".
Perché il termine bimbominkia non può essere utilizzato?
Stando alle motivazioni della Cassazione, il termine non si può usare perché definisce una persona con un quoziente intellettivo sotto la media. Nel caso specifico il termine fu utilizzato all'interno di un gruppo Facebook di oltre 2.000 membri e per questo è andato a configurarsi come diffamazione aggravata.Paolo Di Falco