
Nel panorama letterario contemporaneo, dominato dalle piattaforme social e dai loro algoritmi di raccomandazione, emerge con prepotenza un fenomeno che sta ridefinendo i confini del fantastico: il "cozy fantasy".
Questo sottogenere, esploso su BookTok – la sezione di TikTok dedicata ai libri – rappresenta molto più di una semplice moda passeggera, configurandosi invece come sintomo di un mutamento profondo nelle aspettative e nelle necessità emotive dei lettori del XXI secolo.
Indice:
Le origini di un comfort reading
La cozy fantasy affonda le sue radici in una tradizione letteraria ben consolidata: quella del "cozy mystery", nato nell'Inghilterra del primo Novecento con Agatha Christie e Dorothy L. Sayers.
Ma mentre il giallo accogliente manteneva comunque al centro un crimine da risolvere, la sua controparte fantastica compie un passo ulteriore, eliminando quasi completamente il conflitto tradizionale.
Opere come "Legends & Lattes" di Travis Baldree, considerato il manifesto del genere, o "La casa sul mare celeste" di TJ Klune hanno inaugurato una nuova estetica narrativa dove orchi aprono caffetterie, maghi gestiscono orfanotrofi, e la posta in gioco raramente supera il perfezionamento di una ricetta o la costruzione di relazioni interpersonali autentiche.
Questa scelta poetica non è casuale. In un'epoca segnata da pandemie globali, crisi climatiche, instabilità economica e polarizzazione politica, il cozy fantasy si propone come rifugio letterario, come spazio sicuro dove il lettore può rifugiarsi senza temere colpi di scena traumatici o sviluppi narrativi angoscianti.
È letteratura come terapia, come igiene mentale, come deliberata sottrazione all'ansia pervasiva del quotidiano.
Caratteristiche estetiche e narrative
Dal punto di vista strutturale, il cozy fantasy presenta alcune costanti inequivocabili. I worldbuilding sono ricchi e dettagliati, spesso derivati dall'estetica del fantasy classico tolkieniano o dal gioco di ruolo Dungeons & Dragons, ma svuotati della loro componente epica e bellica.
Troviamo elfi, nani, draghi e creature magiche, ma questi non sono più archetipi di battaglie millenarie tra bene e male: sono piuttosto vicini di casa, colleghi di lavoro, potenziali partner romantici.
La narrazione privilegia il quotidiano sull'eroico, il domestico sull'avventuroso. Laddove Tolkien descriveva la marcia verso Mordor, il cozy fantasy si sofferma sulla preparazione di una zuppa o sull'allestimento di un negozio.
Il ritmo è volutamente lento, quasi meditativo, scandito da rituali rassicuranti: la tazza di tè del mattino, l'apertura della bottega, le chiacchiere con i clienti abituali.
È una letteratura che celebra l'ordinario, che trova la magia nelle piccole cose, che riabilita la dimensione comunitaria contro l'individualismo eroico dell'high fantasy tradizionale.
Anche i conflitti, quando presenti, sono ridimensionati. Non si tratta di salvare il mondo da un signore oscuro, ma di superare incomprensioni, di integrare nuovi membri nella comunità, di affrontare piccole sfide professionali.
Il villain, se esiste, è raramente malvagio: è piuttosto un antagonista mite, qualcuno con cui è possibile dialogare, forse persino fare amicizia.
Limiti e potenzialità
Dal punto di vista della critica letteraria tradizionale, il cozy fantasy solleva interrogativi significativi. I detrattori accusano il genere di escapismo regressivo, di infantilizzazione della letteratura, di evitamento sistematico di qualsiasi complessità morale o psicologica.
La rimozione del conflitto drammatico, sostengono, impoverisce la narrativa, riducendola a una successione di scene piacevoli prive di tensione strutturante.
Tuttavia, questa lettura rischia di essere superficiale. Il cozy fantasy può essere interpretato anche come risposta letteraria legittima a un'epoca di sovrastimolazione traumatica, come resistenza alla pornografia del dolore che satura media e intrattenimento.
In un panorama culturale ossessionato dal trauma, dal dark, dal gritty realismo, la scelta della gentilezza diventa essa stessa politica, quasi sovversiva.
Inoltre, molti esempi del genere affrontano tematiche sociali rilevanti – identità queer, neurodiversità, immigrazione, pregiudizio – ma attraverso metafore leggere e risoluzioni ottimistiche, suggerendo che il cambiamento sociale non richiede necessariamente sacrificio eroico ma può emergere da atti quotidiani di accoglienza e comprensione.
Verso una nuova grammatica emotiva
Il cozy fantasy rappresenta forse l'esempio più evidente di come i social media stiano riconfigurando non solo la distribuzione ma la sostanza stessa della produzione letteraria.
È un genere nato dalle esigenze emotive di una generazione, amplificato dagli algoritmi, consacrato dal passaparola digitale. Che si tratti di fenomeno duraturo o di moda destinata a esaurirsi, la sua popolarità attuale ci dice qualcosa di importante sui bisogni emotivi contemporanei e sul ruolo che la letteratura può giocare nel soddisfarli.
In definitiva, il cozy fantasy ci invita a ripensare cosa chiediamo alla narrativa fantastica: non più solo sublimazione delle nostre paure attraverso la battaglia cosmica tra bene e male, ma anche celebrazione delle piccole gioie, riabilitazione della gentilezza, riaffermazione della possibilità di comunità accoglienti. In un mondo che sembra franare, forse anche una tazza di caffè servita da un orco può essere un gesto rivoluzionario.