
Ecco quindi tre libri non banali sull'Olocausto, consigliati e adatti per ragazzi e studenti per approfondire la conoscenza di questa atroce pagina della nostra storia.
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"Storia di una ladra di libri" di Markus Zusak
Il libro in questione, seppur non sia tra i primi titoli citati quando si parla di Olocausto, è diventato un grande successo internazionale grazie alla sua narrazione toccante e originale, alla voce narrante insolita e alla storia che affronta temi delicati come l'Olocausto e la forza dei libri.La trama ruota attorno alla giovane Liesel Meminger, il cui destino si intreccia con il mondo tumultuoso della Germania del 1939. In una giornata segnata dal funerale del fratello, la ragazza trova un libro, il manuale del necroforo, abbandonato nella neve. Questo singolare incontro segna l'inizio di una straordinaria storia di amore per i libri e per le parole, diventando per lei un baluardo contro l'orrore che la circonda.
La sua passione la spinge a sottrarre libri destinati ai roghi nazisti e a rubare altri tesori letterari dalla biblioteca del sindaco. In questo modo, Liesel si trasforma in una sorta di "ladra di parole" determinata a preservare il potere liberatorio delle storie. La sua crescita intellettuale è guidata dal padre adottivo, Hans Hubermann, che le insegna a leggere e a navigare tra le pagine con sempre maggiore maestria.
Tuttavia, l'atmosfera si fa più cupa quando la famiglia adottiva di Liesel decide di nascondere un ebreo nella loro cantina. In questo momento cruciale, il mondo della giovane protagonista si restringe, ma allo stesso tempo si espande, aprendo le porte a un universo di complessità e sfide. La ragazza si trova così di fronte a scelte difficili, imparando che il potere delle parole non è solo una fonte di consolazione personale, ma anche uno strumento di resistenza e speranza in un periodo di oscurità e oppressione.
"Storia di una vita" di Aharon Appelfeld
Aharon Appelfeld, un autore israeliano, racconta la sua esperienza di bambino ebreo fuggito dai nazisti nei vasti territori selvaggi dell'Europa orientale. Questa storia personale offre uno sguardo intenso e poetico sulla fuga e sulla lotta per la sopravvivenza durante l'Olocausto.Tutta la sofferenza si è annidata nella memoria, sedimentandovisi come un peso immenso, opprimente. Insieme al male, si sono insinuati la solitudine, il senso di isolamento linguistico e il distacco culturale, oltre alla crudeltà inenarrabile degli aguzzini. Questa è la ragione per cui Aharon Appelfeld, deportato da bambino durante l'Olocausto e miracolosamente sfuggito all'inferno dei campi di concentramento, ha lungamente resistito a rievocare e a condividere la sua esperienza. Quando, infine, decide di farlo, la memoria di quel bambino, ormai divenuto uno scrittore affermato, non dispiega un ordito lineare di eventi e sensazioni, ma piuttosto ricompone un mosaico di voci, lingue ed incontri assai significativi quanto interessanti.
Appelfeld ci trasporta nel suo piccolo villaggio nei Carpazi, dove i ricordi sono dolci come le attenzioni e le carezze di sua mamma. Solo successivamente, narra dell'infanzia infranta, della fuga disperata dopo essere rimasto orfano e della sopravvivenza per tre lunghi anni, come un piccolo animale acuìto, nei boschi dell'Ucraina. Una storia straordinaria si dipana, emergendo in segmenti nitidi e struggenti, che sfidando il tempo sono riaffiorati in lui come se li avesse appena vissuti, fino all'arrivo nella Terra Promessa, Israele, dove lo attendono difficoltà per un giovane solo e smarrito, incapace di abbracciare appieno la religione e ancorato a una lingua, il tedesco, che per lui è il linguaggio materno, mentre per il suo nuovo paese rappresenta l'idioma terribile degli oppressori.
"Alice Herz-Sommer. Un giardino dell'Eden in mezzo all'inferno" di di Melissa Müller e Reinhard Piechocki
Il romanzo racconta la vera storia di Alice Herz-Sommer, una dei sopravvissuti all'Olocausto. Il racconto parte proprio dalla sua nascita, nel 1903 in una Praga asburgica intrisa della presenza di Franz Kafka, che diventa, in qualche modo, il suo fratello maggiore. A soli sedici anni, si distingue come una delle pianiste più talentuose e rinomate d'Europa. Tuttavia, il suo mondo progressivamente si sgretola, attanagliato dall'inasprirsi dell'ostilità antisemita. La Prima guerra mondiale infligge un duro colpo alla famiglia, costringendo il padre di Alice a perdere quasi interamente il patrimonio di famiglia.L'incubo si fa più pressante però quando nel 1942, la madre di Alice viene deportata, e di fronte a tale disperazione, Alice prende una decisione altrettanto disperata: imparare i ventiquattro "Studi" di Fryderyk Chopin, un'impresa che neanche Arthur Rubinstein aveva mai affrontato senza interruzioni. Dodici mesi più tardi, quando Alice, suo marito e il loro bambino di sei anni vengono deportati a Theresienstadt, la musica torna a essere la sua ancora di salvezza. In oltre cento concerti, Alice restituisce forza e speranza ai compagni prigionieri, creando una sorta di "paradiso in mezzo all'inferno". Suo figlio è coinvolto più di cinquanta volte come protagonista nell'opera per bambini "Brundibàr".
Il racconto quindi prosegue anche dopo la liberazione, quando Alice affronta il Terrore staliniano, emigra in Israele, insegna al conservatorio di Gerusalemme e, all'età di ottantatré anni, si trasferisce a Londra per vivere con suo figlio, ora diventato un violoncellista di fama mondiale. La sua storia è un'epopea di resilienza, una sinfonia di sopravvivenza intrecciata con la musica, che ha reso Alice Herz-Sommer una figura ispiratrice in grado di illuminare persino gli angoli più oscuri della storia.