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Allacciate le cinture, perché il camion anti-cyberbulli non si ferma mai. La Polizia di Stato è pronta a ripartire con le sue iniziative per contrastare la violenza sul web. Ma tutti voi dovete dare il vostro contributo per tentare di sconfiggere una piaga che sembra non voler morire.

Inizia da Roma la IV edizione di “Una vita da social”, la campagna con cui le forze dell’ordine vogliono far sentire la propria presenza e l’impegno nel contrasto al cyberbullismo e a tutte le altre ‘malattie’ della Rete (adescamento, pedopornografia, violazione della privacy, cattivo uso dei social network).

Riparte da Roma “Una vita da social”

Quest’anno la prima tappa del tour è lo stesso luogo in cui, tra poche settimane, potrebbe essere approvato il primo progetto di legge contro il bullismo telematico: Montecitorio. La presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, oggi ha fatto da padrona di casa per accogliere il primo gruppo di studenti, pronti a conoscere le mille insidie che si nascondo in Internet direttamente dalla voce di chi le combatte ogni giorno. Su tutti, il cyberbullismo: secondo le statistiche più recenti, addirittura 2 ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta con il fenomeno.

Un pagina Facebook e un hashtag contro il cyberbullismo

Il programma della giornata – intitolata “Montecitorio a porte aperte” – prevede anche la proiezione del documentario “Cuori Connessi”, incentrato proprio su questi temi. Dopodiché partirà ufficialmente il giro d’Italia per la sicurezza web: 45 città italiane ed europee vedranno passare e sostare l’aula didattica multimediale mobile della Polizia. I ragazzi, attraverso la pagina Facebook ufficiale “Una vita da social”, potranno condividere foto e frasi contro il bullismo, firmando il proprio messaggio con l’hashtag #unaparolaeunbacio; un’idea nata dalla collaborazione con Baci Perugina, da sempre uno dei simboli dell’amore puro.

L’aula didattica multimediale della Polizia diventa itinerante

“Una Vita da Social è un progetto indirizzato principalmente ai giovani - sottolinea il direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi - che sono i principali fruitori della Rete. L'iniziativa, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con il patrocinio del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, vuole fare in modo che Internet possa essere vissuto come un'opportunità e non come un pericolo”. Il grande obiettivo dell’iniziativa è quello di prevenire episodi di violenza, prevaricazione, diffamazione, molestie online puntando quasi tutto sull’uso della parola. La narrazione che diventa esempio. Spostandosi da Nord a Sud, le forze dell’ordine incontreranno studenti, genitori e insegnanti e con loro si confronteranno sulla sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito, adatto a tutte le fasce di età.

La conoscenza stimola il coraggio: aumentate le denunce dei minori

Il fatto di uscire dagli uffici per avvicinarsi alle persone ha dimostrato, negli anni, di essere una strategia vincente. Non è un caso che, da quando è partita “Una vita da social”, sempre più ragazzi abbiano trovato il coraggio per denunciare i propri coetanei protagonisti di episodi di bullismo, fisico e verbale. Più di 200 i casi trattati solo nel 2016, in gran parte riguardanti molestie, diffamazione online e furti d’identità digitale sui social network. Attraverso l’ascolto dei dubbi e delle paure dei minori, inoltre, si è potuto capire che le competenze digitali degli studenti sono state apprese al di fuori della scuola. Tornare nelle classi è dunque il modo per stimolare anche gli insegnanti a parlare di più di questi argomenti.

Oltre 1 milione di studenti incontrati dal camion di “Una vita da social”

Un progetto che, negli anni, è cresciuto tantissimo. Nel corso delle tre edizioni precedenti è riuscito a ’intercettare’ più di 1 milione di studenti, oltre 100mila genitori e circa 60mila docenti. In totale sono state 8548 le scuole visitate dal camion della Polizia, con 150 città toccate e 30mila chilometri percorsi. Forse anche per questo la Commissione Europea nel dicembre 2016 ha inserito “Una vita da social” tra le migliori pratiche a livello europeo per la sensibilizzazione all’uso consapevole del web, la più imponente mai messa in atto da un organismo di Polizia.

Istituzioni, aziende e società civile al fianco della Polizia

“Il divario fra la conoscenza digitale dei giovani e degli adulti è enorme – conclude la Ciardi - ed è per questo indispensabile fornire loro tutti quegli strumenti utili ad evitare le insidie che la rete può nascondere”. Una missione che vede schierate a fianco della Polizia di Stato non solo le istituzioni (come Miur, Garante e Poste Italiane) ma anche grandi aziende del settore tecnologico - Facebook, Fastweb, FireEye, Google, Italiaonline, Microsoft, Symantec, Tim, Vodafone, WindTre, Youtube – e chi quotidianamente affronta questi temi direttamente dal punto di vista degli studenti, come il portale web Skuola.net.