
Hai paura che il tuo ragazzo ti tradisca? O che la tua migliore amica possa parlare male di te alle tue spalle? Vorresti quindi dare solo una rapida occhiata alle loro chat su Whatsapp? Beh, fermati: accedere alla corrispondenza, e quindi mail e app di messaggistica incluse, è senza dubbio un illecito, se non un vero e proprio reato. Dunque, come prima cosa ti consigliamo di cambiare ragazzo/a o amica/o, perché avere il dubbio che possano aver fatto qualcosa che possa farti star male è sufficiente per capire che queste relazioni sono tossiche, in secondo luogo possiamo ora capire meglio come e cosa si può e non si può fare per spiare il telefono di qualcuno.
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Leggere le conversazioni di qualcun altro è reato: lo dice la legge
È l’articolo 15 della Costituzione a tutelare la corrispondenza privata e collega alla sua violazione una tutela penale. Nel dettaglio la norma in questione afferma: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”.
E sì, all’interno sono comprese non solo le lettere cartacee, ma anche tutta la posta digitale, Whatsapp è dunque incluso all’interno di questo specifico illecito. Inoltre la violazione della privacy può persino costituire reato. Ad esempio, se si accede al profilo personale altrui rubando la password si commette il delitto di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, e pertanto si può essere puniti tramite la reclusione fino a tre anni.
Inoltre, va sottolineato come il reato può diventare ancora più grave se si usano software spy in grado di captare il contenuto del dispositivo e inviarlo su di un altro. In questo caso è punita anche la disponibilità di strumenti idonei ad accedere illecitamente ad altri sistemi informatici con un anno di reclusione aggiuntivo.
Si possono spiare le chat di qualcuno se si conosce la password?
Ma cosa dice la legge se si è effettivamente a conoscenza della password della persona che si vuole spiare? Nonostante la password possa essere stata diffusa dalla persona della quale si vogliono leggere le conversazioni, secondo la Cassazione il fatto di essere a conoscenza del codice di sblocco dell’altrui telefonino non legittima ad accedervi senza il consenso del possessore del dispositivo, come riporta Legge per tutti.
Spiare le chat: l’unica eccezione è per i conviventi
L’unica eccezione, pronunciata del tribunale di Roma del 30 marzo 2016 ha sostenuto che, almeno quando si tratta della chat su WhatsApp del coniuge o del convivente, non ci sia alcun illecito. Infatti se uno dei due lascia incustodito il cellulare, privo di password di accesso e, quindi, alla mercé di chiunque, leggere le altrui conversazioni non è reato.
Questo perché, da quanto sancito dal tribunale nella sentenza in questione, quando si convive sotto lo stesso tetto si condividono gli stessi spazi e quindi, inevitabilmente, la privacy si attenua. La sentenza continua sancendo che, se non c’è stata una specifica volontà nel predisporre idonee attenzioni, “non può ritenersi illecita la scoperta casuale del contenuto dei messaggi, per quanto personali, facilmente leggibili su di un telefono lasciato incustodito in uno spazio comune dell’abitazione familiare”.