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Guido Scorza Skuola.net

L’uso dei social network è ormai parte integrante della vita quotidiana, soprattutto tra i più giovani. Ma c’è un limite che spesso viene ignorato o sottovalutato: in Italia, e in gran parte dell’Unione Europea, i social sono vietati ai minori di 14 anni. Da dove nasce questa regola? 

A parlare della questione è Guido Scorza, Componente dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, ospite della serie Like a Pro(f) – il format di Skuola.net che porta tra i banchi digitali chi ogni giorno lavora nel mondo reale. 

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Perché i social sono vietati agli under 14? Ce lo spiega in Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali meglio noto come il Garante della Privacy. In realtà, la domanda giusta sarebbe: perché dovrebbero essere vietati agli under 14 nonostante tanti ragazzi anche al di sotto di questa età sono grandi utilizzatori dei social? La risposta a questa domanda è in realtà piuttosto semplice: perché lo dice la legge, in particolare il GDPR, la disciplina europea che tutela i dati personali per come è applicata in Italia attraverso il codice privacy. Secondo questa legge, l'età minima in Italia per poter dare il consenso al trattamento dei propri dati sui social è 14 anni. Tuttavia anche se teoricamente i social dovrebbero essere vietati a chi ha meno di 14 anni, la realtà (per ora) è che non sempre la legge viene rispettata.

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Indice

  1. Perché i social sono vietati prima dei 14 anni?
  2. Il divieto facilmente raggirabile

Perché i social sono vietati prima dei 14 anni?

La risposta è piu semplice di quanto ci si possa aspettare: "lo impone la legge", sottolinea l'esperto, "è previsto dal GDPR, la disciplina europea sulla protezione dei dati personali applicata in Italia attraverso il codice privacy".

I dati personali dei minori, infatti, sono considerati particolarmente sensibili e richiedono una protezione maggiore: "14 anni è l'età minima per dare il consenso affinché qualcuno nell'universo social tratti i nostri dati personali per finalità commerciali", aggiunge Scorza. 

Un divieto facilmente raggirabile

Nonostante il divieto, però, è noto che molti minorenni riescono ugualmente a iscriversi a queste piattaforme. Come sottolinea l'esperto, "quello che succede davvero è che i social promettono di chiudersi agli under 13. La disciplina americana, dalla quale provengono la maggior parte dei social, prevede questa regolamentazione, ma poi di fatto non avviene davvero".

"Lo strumento di controllo è la verifica dell'età con una domanda", sottolinea. Ma l'assenza di un sistema di verifica più rigoroso rende facile per i ragazzi bypassare la restrizione, pur essendo questa prevista dalla legge.

Ti interessano queste tematiche? Allora segui gli altri appuntamenti di Like a Pro(f) con Guido Scorza:

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