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Grokipedia: pagina su Elon Musk

Va così, con la tecnologia: qualcuno a un certo punto riscrive le regole del gioco. Elon Musk lo ha fatto con le auto elettriche, con i razzi riutilizzabili, con le ambizioni interplanetarie e – più recentemente – sta tentando la strada dell’intelligenza artificiale attraverso xAI. 

Ora, punta a mettere mano al regno della conoscenza online con Grokipedia, una nuova enciclopedia digitale, presentata come l'alternativa a Wikipedia. Un progetto che Musk descrive come “migliore di Wikipedia”, più indipendente, più libero da pregiudizi. 

Ma già dopo le prime ore di vita la creatura di xAI si è rivelata un esperimento tutt’altro che neutrale. E molto, molto controverso. Perché qui tutto è scritto, verificato e autorizzato da un’unica intelligenza artificiale: Grok.

Indice

  1. La piattaforma: minimale fuori, problematica dentro
  2. Dipendenza da Wikipedia e accuse di derivazione
  3. La promessa: “Sarà dieci volte meglio”
  4. Politica e IA: dove finisce l’informazione e inizia l’ideologia
  5. Musk al centro di se stesso?

La piattaforma: minimale fuori, problematica dentro

La versione disponibile oggi è la 0.1, come per una dichiarazione d’intenti: un work in progress lanciato per crescere mentre tutti lo osservano. 

L’interfaccia è una pagina nera con una barra di ricerca, pulita fino all’essenziale. Le voci sono organizzate come su Wikipedia, con titoli, sezioni e citazioni. Si respira una sensazione familiare, ma basta un clic per scoprire la differenza fondamentale: gli utenti non possono modificare quasi nulla. La modifica è possibile solo in rari casi e non è chiaro chi sia autorizzato a intervenire. Altro che enciclopedia “dal basso”, come nel caso di Wikipedia: qui l’unico vero editor è l’algoritmo.

Ogni pagina porta il marchio “Verified by Grok” e questo dovrebbe garantire affidabilità, secondo xAI. Ma la fiducia cieca nell’intelligenza artificiale non è esattamente di moda in questo momento storico. È ormai noto, infatti, che gli LLM, Grok incluso, soffrano di bias e allucinazioni, cioè errori spacciati per verità. È il motivo per cui molti osservatori guardano a Grokipedia con sospetto: davvero vogliamo un’unica IA come guardiana della conoscenza?

Dipendenza da Wikipedia e accuse di derivazione

Qui arriviamo a un altro punto delicato. Grokipedia nasce come “rivale” di Wikipedia, ma non esisterebbe senza Wikipedia. A dirlo non sono solo i critici ma la realtà delle pagine stesse: molte contengono riferimenti diretti al progetto di Jimmy Wales. 

Degli esempi? Alla voce dedicata al MacBook Air compare la dicitura “contenuto adattato da Wikipedia, con licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0”. Praticamente un copia-incolla, già visto anche per articoli come PlayStation 5 o Lincoln Mark VIII, che risultano quasi sovrapponibili alle versioni di Wikipedia.

Lauren Dickinson, portavoce della Wikimedia Foundation, ha commentato con una punta di ironia, ricordando appunto che “anche Grokipedia ha bisogno di Wikipedia per esistere”, come riportato da ‘The Verge’. E ha rivendicato la differenza fondamentale tra i due progetti: Wikipedia resta una piattaforma indipendente e trasparente, costruita da volontari, senza interessi commerciali.

La promessa: “Sarà dieci volte meglio”

La storia ufficiale sarebbe questa: Grokipedia è nata perché Wikipedia sarebbe “inquinata da attivismo ideologico”. Parole di Elon Musk, che da anni critica apertamente l’enciclopedia libera. Nel 2024 l’aveva accusata di essere “controllata da attivisti di estrema sinistra” e di manipolare le informazioni, invitando gli utenti a smettere di donare alla piattaforma.

Il lancio iniziale di Grokipedia era previsto a fine settembre, poi rinviato: serviva, ha spiegato Musk, “un lavoro supplementare per eliminare la propaganda”. 

Quando è arrivata online, la piattaforma conteneva già oltre 885mila articoli – una quantità impressionante, ma ancora molto lontana dai 7 milioni di voci di Wikipedia in inglese

Musk però non sembra preoccuparsene: su X ha annunciato che la versione 1.0 arriverà presto e sarà “dieci volte migliore” di quella attuale.

Politica e IA: dove finisce l’informazione e inizia l’ideologia

Ma le critiche più pesanti non riguardano la struttura o il progetto in sé, bensì il contenuto: Grokipedia è stata accusata di parzialità ideologica, in linea con la deriva conservatrice per cui è additato lo stesso Musk.

Molti articoli più “sensibili” mostrerebbero inclinazioni precise. Nel caso del cambiamento climatico, ad esempio, Grokipedia sostiene che il consenso scientifico sull’origine antropica del fenomeno sarebbe sovrastimato e attribuisce a media e ONG come Greenpeace la responsabilità di aver creato un “allarme pubblico esagerato”

Nella pagina su Black Lives Matter si parla di “mobilitazione di milioni di persone”, ma vengono enfatizzati i disordini e addirittura “i danni più costosi nella storia delle assicurazioni”, mentre sparisce la precisazione – presente in Wikipedia – secondo cui la maggior parte delle proteste del 2020 è stata pacifica. Non proprio un dettaglio.

Musk al centro di se stesso?

C’è, infine, una pagina emblematica: quella dedicata a Elon Musk. Invece del tono neutro tipico delle enciclopedie, Grokipedia parla di lui come di una figura che “ha influenzato il dibattito pubblico”, provocando “critiche da parte dei media tradizionali che mostrano tendenze di sinistra”. 

È difficile non notare la mano del bias: quando un’enciclopedia prende posizione sui media come se fosse un editoriale, più che un motore di conoscenza sembra un manifesto.

E forse è proprio questo, in fondo, il vero nodo: Grokipedia non vuole solo informare, vuole contro-narrare. È il tentativo muskiano di riscrivere lo spazio pubblico del sapere usando l’intelligenza artificiale come editore unico. Che questa rivoluzione piaccia o meno, dipenderà dalla fiducia che gli utenti decideranno di concederle.

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