
Di giorno studentesse normali, di notte prostitute in un appartamento romano. Stiamo parlando di due studentesse di un noto liceo classico di Roma, 14 anni una, 15 l’altra, coinvolte in un episodio di profondo degrado sociale per soldi e droga.
Fino a che la mamma di una delle ragazze, preoccupata, si è messa ad indagare fino ad arrivare alla verità denunciata alle forze dell’ordine.
FACEBOOK COME UNA VETRINA - Tutto inizia da Facebook. Ad essere adescata per prima è stata la grazie al social network. Poi, proprio da lei è arrivata la proposta anche per la sua amica poco più grande. La noia, i soldi e la droga sono quello che ha spinto le due studentesse a vendere il proprio corpo fino ad arrivare alla trasformazione completa denunciata dalla mamma di una delle ragazze. Infatti, proprio quest’ultima si è accorta del triste giro in cui era capitata la figlia dopo aver notato i comportamenti eccessivamente aggressivi della ragazza e una grande disponibilità economica che l’aveva anche aiutata ad andarsene di casa.
LA MAMMA MANAGER - Ma mentre una mamma aiutava le indagini, l’altra gestiva il giro di prostituzione della figlia. Infatti, collaborava con gli uomini che l’avevano adescata arrivando persino a dividersi con loro i compensi ottenuti dalla ragazza. Tutto si svolgeva in un appartamento in via dei Parioli gestito da uno degli arrestati. A scuola non si sapeva nulla e i clienti venivano trovati su un sito di incontri.
IL GIOCO VALE LA CANDELA? - Dalle indagini non risulta che le ragazze siano state costrette a prostituirsi. A spingerle a vendere il loro corpo solo il desiderio di avere sempre di più e di mettersi in mostra altrettanto per essere considerate da qualcuno in maniera speciale. Un desiderio che le ha rese schiave fino a trasformarle nell’intimo e ad indurle ad assumere droga. Ora l’appartamento resta è sotto sequestro e le ragazze restano affidate alle loro famiglie.
Serena Rosticci