
A scuola, non è una novità trovare soluzioni originali per rispondere ai più disparati inconvenienti.
E proprio questo è successo a Vicenza, dove un’intera classe quarta di un liceo di scienze umane è stata assoldata come baby sitter per i figli delle insegnanti di un altro istituto. E tutto questo nell’ambito dei PCTO, ovvero dei percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ex alternanza scuola-lavoro).
Se da un lato la proposta sembra unire teoria e pratica, rispondendo oltretutto a delle esigenze concrete, dall’altro solleva dubbi e perplessità di diverso tipo.
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Un PCTO tra scuola e famiglia
Il progetto, racconta il ‘Corriere della Sera’, nasce dalla collaborazione tra i due istituti per rispondere a un bisogno pratico: aiutare i docenti nella gestione dei figli durante consigli di classe, collegi docenti e altre attività pomeridiane che pretendono la presenza oltre gli orari scolastici.
“Abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione tra le due scuole, a seconda delle necessità dell’una e delle competenze dell’altra”, spiega il responsabile PCTO del liceo di scienze umane. “Si tratta di un ‘service learning’, ovvero di un servizio alla collettività, in questo caso dei docenti, in cui gli studenti possono sviluppare le competenze coltivate in aula”.
L’iniziativa si svolge in due aule attrezzate con materiali per attività ludiche e formative, dove le studentesse, tutte ragazze tra i 17 e i 18 anni, gestiscono due gruppi di 28 bambini dai 3 agli 11 anni. Un lavoro strutturato e pianificato, con appuntamenti già calendarizzati fino a giugno.
“Non è facile trovare educatori disponibili, soprattutto quando non si hanno confini orari ben definiti”, specifica la dirigente scolastica dell’istituto, come riportato da il ‘Corriere della Sera’, “allora ho pensato a una soluzione che potesse conciliare le necessità dei genitori-lavoratori alla possibilità di imparare e agire data dal service learning, che si presenta come una pedagogia capace di migliorare l’apprendimento e, al tempo stesso, potenziare i valori della cittadinanza attiva”.
Opportunità educativa o rischio formativo?
Non tutti, però, vedono il progetto sotto una luce positiva. Come si legge sul quotidiano, Rita Fusinato, segretaria regionale di Anief, esprime perplessità: “Mi auguro che queste ragazze, molte delle quali sono minori, siano seguite nel loro percorso, che non siano lasciate sole, senza esperienza con bambini di età così diversa e con esigenze completamente differenti”.
La Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza, Nicoletta Morbioli, rassicura: “Il liceo delle Scienze Umane è caratterizzato dalla presenza di materie specifiche quali psicologia, pedagogia e sociologia, per cui chi è impegnato in questo PCTO può rinforzare gli apprendimenti del percorso di studi, con il tutor interno ed esterno”.