Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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il ministro risponde in malo modo su Twitter al preside Salvatore Giuliano

L’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, rendeva obbligatoria l’adozione di testi scolastici in formato misto e digitale dal prossimo anno scolastico, il 2014/2015. In maniera graduale, ovviamente, partendo dalle prime e quarte elementari, dalle prime medie, e dai primi e terzi superiore.

Con l’avvento del nuovo ministro a Viale Trastevere, Maria Chiara Carrozza, la rivoluzione digitale subisce il suo ennesimo rinvio dal 2009. Il decreto ministeriale firmato venerdì scorso è, infatti, solo un auspicio all’adozione degli eBook scolastici. Una sorta di “regalo agli editori”, secondo il preside dell’Itis Majorana e promotore di Book in Progress, Salvatore Giuliano, che accusa il ministro su Twitter.

MINISTRO Vs PRESIDE - Inutile dire che il ministro Carrozza non prende bene l’accusa pubblica sulla piazza digitale: “Lei come si permette di dire queste cose?” risponde senza fornire spiegazioni al preside. Ma come mai Giuliano arriva ad affermare una cosa del genere? La risposta sta nel decreto ministeriale sui libri digitali e i tetti di spesa firmato la settimana scorsa dallo stesso ministro dell’Istruzione. O meglio nel suo allegato che specifica le caratteristiche che devono avere i testi scolastici adottati ed introduce la figura del “validatore”.

LIBRI DI TESTO: CHI LI CONTROLLA? - Insomma, per farla breve, i contenuti e l’esposizione dei libri di testo dovranno essere validati, stando a quanto scritto nell’allegato del decreto. Ma cosa significa? E chi è che li valida? A queste domande risponde il ministro Carrozza a La Repubblica affermando di non avere intenzione di rinverdire figure che ricordano il fascismo con un controllo del ministero, ma di allargare al mondo scolastico il “controllo tra pari” dei testi accademici. Un controllo che, per il preside dell’Itis Majorana, metterebbe in pericolo Book in Progress, progetto al quale aderiscono attualmente più di 200 scuole.

SALVATE (?) BOOK IN PROGRESS - Si tratta per l'appunto di un progetto nato quattro anni fa, con lo scopo di creare una rete di scuole e docenti che mettessero a disposizione tempo e competenze per realizzare libri di qualità adatti alla didattica, ma a prezzi ridotti per aiutare le famiglie. Già, i libri di scuola con Book in Progress li scrivono proprio i prof e se nei primi tempi erano poco più che dispense messe insieme con le attache, adesso Book In Progress è in grado di produrre e stampare testi per le scuole medie e superiori con livello qualitativo del tutto paragonabile a quello di una casa editrice tradizionale. E tutto per non pesare sui risparmi delle famiglie: le copie hanno il prezzo sbalorditivo di 5 euro l’una.

NIENTE PERICOLO. FORSE. - Ma il ministro Carrozza ci tiene a tranquillizzare il preside: “A me Book in Progress piace – ha infatti affermato – è un bel progetto che può maturare”. Il ministro ha poi parlato dei “validatori” in relazione proprio al progetto di Salvatore Giuliano: “Se una rete di scuola fa dei libri, è sufficiente che si doti di un comitato scientifico fatto da insegnanti che certifichino il lavoro fatto. Non mi pare una cosa mostruosa”. Ed in quanto all’accusa di aver fatto un “regalo agli editori” risponde: “A me degli interessi degli editori non me ne frega nulla – ha infatti dichiarato in un colloquio con La Repubblica – gli unici interessi che avevo in mente facendo questo decreto, sono quelli degli studenti”.

Secondo te chi ha ragione, il ministro o il preside?

Serena Rosticci