
E' passata solo una settimana da quando il ben intenzionato neo ministro Giannini è in carica, e già si scatenano le prime polemiche. Questo perché grande attenzione è stata riposta dal governo Renzi sul fronte della scuola.
Tanto che Giannini è probabilmente uno dei ministri più intervistati dei primi giorni di governo, cosa dovuta anche alla recente visita ad una scuola media di Treviso in compagnia del Premier. Così, avendo subito reso pubbliche alcune delle sue intenzioni, si è scatenato il caso bonus maturità, che sta per trascinare gli studenti nelle piazze. E ci si aspettano altre contestazioni, soprattutto sull'argomento dei finanziamenti alle scuole private paritarie, che l'Unione degli Studenti definisce "inaccettabile ed offensivo". Ma in realtà, si tratta ancora delle prime manifestazioni di intenti: sentiamo come effettivamente si è espresso il ministro sulle questioni più calde.
BONUS MATURITA': DA RIVEDERE
- E' il primo e più spinoso punto: non ne ha fatto un mistero, valutare il percorso scolastico in vista dell'iscrizione all'università è importante per il ministro Giannini. Per questo motivo, si sono sollevate le proteste delle associazioni studentesche, che scenderanno in piazza nei prossimi giorni. Ma il ministro, in realtà, non ha parlato ancora di come intende mettere in pratica ciò che ha dichiarato, mostrandosi ancora dubbiosa: "Il bonus ha il vantaggio della sintesi: è un numero e, se è il frutto di un calcolo preciso, funziona. Ma è anche vero che nel nostro paese lo stesso numero non è equiparabile in tutte le sue parti". Inoltre, per chi teme un cambiamento in corso d'opera durante i test di aprile simile a quello che interessò i test del 2013, può stare tranquillo: "Non trovai una scelta saggia cambiare le regole del gioco in corsa" ha sostenuto il ministro.
SUPERIORI IN 4 ANNI: DA APPROFONDIRE
- Secondo la Giannini, l'ipotesi di un ciclo scolastico breve è un tema che "richiede un approfondimento doveroso", sul quale però "non ho nulla di pregiudizialmente in contrario". Insomma, c'è da lavorarci per capire come e quando attuarlo. Niente nell'immediato comunque: il progetto è in cantiere da tempo, già dal ministero di Profumo, e si sta ancora sperimentando in alcune scuole italiane.
GIU' LE MANI DA STORIA DELL'ARTE
- La possibile eliminazione o penalizzazione di alcune materie, come Storia dell'Arte, ha impegnato i social in battaglie non sempre vittoriose. In effetti il ministro Gelmini aveva tagliato ore di Storia dell'Arte dai programmi di alcuni indirizzi scolastici, che non sono state più reintrodotte nonostante alcuni recenti tentativi. Ora, anche il ministro Giannini prende posizione su questo dibattito, ma continua a dare la sua opinione senza troppe indicazioni politiche, che sarebbero precipitose ad una sola settimana dalla sua nomina. Si limita perciò ad un "Sono assolutamente d’accordo" a non eliminare lo studio della Storia dell’arte.
LA NECESSITA' DELLE PARITARIE
- "La libertà di scelta educativa è un principio europeo ed è un principio di grande civiltà. Quello del pubblico è un servizio fondamentale" ha dichiarato il ministro, ma scuole statali e paritarie "devono avere uguali diritti". Anche questa dichiarazione rischia di alzare un polverone, e arriva la protesta di UDU: "I fondi alle scuole paritarie private, oltre ad essere un vero e proprio spreco, sono uno schiaffo alla dignità alla scuola pubblica". Tuttavia, anche su questo punto va ricordato che si parla ancora di intenzioni e che la scuola paritaria non si limita all'istruzione superiore ma comprende un servizio, come quello degli asili nido, svolto per la maggior parte da istituti di questo tipo. Gli asili nido sono fondamentali per quelle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, e che troppo spesso si scontrano con il problema della mancanza di posti disponibili.
Carla Ardizzone