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di Cristina Montini
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Dimissioni di Mario Monti, crisi di governo, elezioni anticipate e dichiarazione di Alfano alla Camera: ecco che cosa sta succedendo nella politica italiana

L’8 dicembre non è stato propriamente un giorno di festa. Anche i ragazzi meno attenti alle questioni politiche del Paese non avranno potuto fare a meno di sentire l’annuncio delle dimissioni del Presidente del Governo, Mario Monti.

In tanti si saranno fermati a leggere solo i titoli dei giornali o ad ascoltare distrattamente i tg, ma avete capito realmente che cosa sta accadendo?

PERCHÉ SERVIVA UN GOVERNO TECNICO? - Il Governo Monti è un “governo tecnico”. È stato nominato, nel novembre 2011, a seguito di una crisi di governo provocata dalle dimissioni del premier Silvio Berlusconi. È chiamato “tecnico”, perché i suoi componenti, i ministri, sono stati scelti tra esperti dei diversi settori produttivi e non tra esponenti politici. Avrebbe dovuto rimanere in carica fino al marzo 2013, cioè fino al termine dell’attuale legislatura (periodo di vita del Parlamento, ovvero 5 anni), ma le dimissioni che Monti ha annunciato come imminenti potrebbero far anticipare la conclusione del suo governo e, quindi, portare alla necessità di elezioni anticipate a febbraio.

Dimissioni di Mario Monti, crisi di governo, elezioni anticipate e dichiarazione di Alfano alla Camera: ecco che cosa sta succedendo nella politica italiana
ANTEFATTI – Il governo tecnico avrebbe dovuto dare all’Italia un periodo di stabilità politica per permettere l’adozione di decisioni importanti per affrontare l’attuale grave crisi economica. Si è trattato di misure molto dure, spesso non condivise totalmente, ma necessarie per rinsaldare le casse dello Stato. Ora, l’appoggio dato dalle varie forze politiche presenti nel Parlamento sembrerebbe essere improvvisamente venuto meno, in particolare dopo le dichiarazioni dell’onorevole Alfano, del Popolo delle Libertà.

Dimissioni di Mario Monti, crisi di governo, elezioni anticipate e dichiarazione di Alfano alla Camera: ecco che cosa sta succedendo nella politica italiana
LE DICHIARAZIONI - La situazione sembrerebbe essere precipitata quando l’on. Alfano alla Camera ha dichiarato: “Tredici mesi fa questo governo nacque perché le cose andassero meglio. Tredici mesi dopo le cose vanno peggio. Non abbiamo bisogno di molte discussioni. Oggi siamo qui a dire che consideriamo conclusa questa esperienza di governo”. E così, senza dire nulla a nessuno, Monti si è presentato a colloquio con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ha riferito di voler presentare le sue dimissioni e ha poi dichiarato: “Non sento più intorno a me una maggioranza che, sia pure con riserve e magari a malincuore, sia capace di sostenere con convinzione la linea politica e di programma su cui avevamo concordato” e ha precisato che la dichiarazione di Alfano è stata interpretata da lui “come un attestato di sfiducia, anche se non espressa in modo formale. Ma non era necessario: tutto era ormai chiaro”.

DIMISSIONI SÌ, MA AD UNA CONDIZIONE - La motivazione, quindi, non è stata direttamente la dichiarazione del Segretario del PdL, quella è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dal momento che le forze politiche in Parlamento non riescono più ad appoggiare le decisioni del governo, sarebbe a rischio l’approvazione di importanti e urgenti provvedimenti. È per questo che non solo Monti ha deciso di dimettersi, ma ha posto una condizione: si dimetterà solo quando saranno approvate la legge di stabilità e la legge di bilancio, contenenti misure fondamentali e che non si possono rimandare. Quindi, se dal Parlamento le forze politiche chiedono le dimissioni di Monti, le otterranno solo sbrigandosi ad approvare i citati provvedimenti, meglio se prima di Natale.

GOVERNO IN CRISI - Rassegnando le dimissioni, formalmente si aprirà la cosiddetta crisi di governo che, come abbiamo visto all’inizio dell’articolo, era stata proprio la causa della nascita del Governo Monti. Dopo le dimissione dell’attuale Presidente del Consiglio, saranno sciolte le Camere che compongono il Parlamento visto che non è più possibile risolvere la crisi in un altro modo e il mandato del Parlamento sta per scadere. E così, presumibilmente per la metà di febbraio, saranno indette le elezioni anticipate.

MONTI SI CANDIDA? - E adesso tutti a chiedersi che cosa succederà allo spread, si riesumano leader politici e si fanno pronostici sul giorno esatto delle prossime elezioni, ma a Monti preoccupa il futuro del nostro Paese: “Se dovessi candidamente dire il mio sentimento oggi, direi che sono molto preoccupato. E non mi riferisco soltanto a quella parte politica da cui è venuto questo epilogo con le mie dimissioni. La mia preoccupazione è più generale”. E su una sua possibile candidatura alle elezioni, il premier ci sta pensando e se deciderà di farlo sarà solo “per non dilapidare il tesoro” che i cittadini attraverso i loro sacrifici stanno cercando di riassestare.

Per saperne di più:
Appunti di Educazione civica
Appunti di Diritto
Appunti di Economia e Ragioneria

Hai fiducia sulle decisioni prese finora da Monti?

Cristina Montini