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No tax area: ecco chi può andare all'università gratis (o quasi) articolo

Il Miur ha pubblicato il decreto di ripartizione del Fondo di funzionamento ordinario alle università per l’anno 2018.
Dai dati pubblicati emerge che, nell'anno accademico 2017-2018, sono quasi raddoppiati gli studenti esentati dal pagamento delle tasse universitarie. I fondi a disposizione erano pari a 105 milioni di euro e gli esonerati dal pagamento delle tasse sono saliti dal 9,5% per l'anno accademico 2016-2017 a 17,6% per il 2017-2018.

No tax area, gli studenti esonerati dalle tasse

All'Università Sapienza di Roma rientra nella no tax area il 7,12% di iscritti, pari a 20.816 ragazzi. Per la Federico II di Napoli, invece, il 6,34% degli iscritti. In termini percentuali, la maggior quota di esentati dalle tasse interessa per quest'anno, dopo la Sapienza e Napoli, le università di Palermo, Bologna e Torino tutte con oltre il 4% di studenti esentasse.

No tax area, cos'è e come funziona

La no tax area, introdotta dalla Legge di Stabilità del 2016 (ai sensi della legge 11 dicembre 2016, n.232, commi 255 e 256), riguarda l'esonero dal pagamento delle tasse universitarie tutti gli studenti che hanno un reddito familiare, presentato tramite la compilazione del modello Isee per l'università, inferiore o uguale a 13mila euro annui.
L'esenzione è prevista anche per gli studenti degli anni successivi, fino a un anno fuori corso, che oltre al reddito nella norma abbiano anche ottenuto entro il 10 agosto di ogni anno accademico un minimo di crediti previsti: 10 crediti per chi si iscrive al secondo anno, 25 per quelli successivi.
Per gli studenti che hanno un reddito Isee inferiore ai 13mila euro e i crediti formativi previsti, ma sono fuori corso da più di un anno, è previsto invece un contributo di 200 euro.

Fondo di funzionamento ordinario, le modifiche del Miur

Il ministero dell'Istruzione ha cambiato i criteri di riparto e assegnazioni, con i decreti del nuovo costo standard e del Fondo di finanziamento ordinario, destinato alla copertura delle spese istituzionali, tra cui i costi di personale, e di funzionamento.
Criteri che, rispetto al passato, garantiscono più risorse agli atenei che hanno un maggior numero di iscritti in condizioni economiche disagiate e sono più difficilmente raggiungibili a causa di trasporti meno efficienti.
Secondo una tabella del Sole 24 Ore, gli atenei che hanno visto la maggior crescita del costo standard sono l'università della Basilicata (8.722 euro per studente, +28,3% rispetto al 2017), di Reggio Calabria (8,330 euro, + 26,8%), di Cassino (6.796, + 26,3%).

Le critiche dell’Unione degli universitari

"L’aumento è illusorio - dichiara Enrico Galluni, neo eletto coordinatore nazionale dell’Udu - il riparto del Ffo 2018 sembra un gioco delle tre carte in cui a vincere sono sempre gli stessi atenei che da anni riescono ad accaparrarsi risorse per la sopravvivenza, in uno scenario tuttora sottofinanziato. L'unica nota positiva - prosegue il coordinatore dell'Udu - sembra arrivare dalla no-tax area ottenuta grazie alle nostre rivendicazioni: i fondi per coprire il mancato gettito dovuto alla no-tax area ammontano ora a 105 milioni di euro. Rispetto allo scorso anno aumenta la distribuzione di questi fondi al Sud (+121%) e al Centro (+105%), ma questo aumento non riesce minimamente a controbilanciare i meccanismi iniqui che determinano la distribuzione della quasi totalità del Ffo".

Critiche anche da Link Coordinamento universitario

"Con il nuovo costo standard, si è provato ad invertire la tendenza degli ultimi anni che ha fortemente svantaggiato gli Atenei meridionali e gli Atenei più piccoli, inserendo al suo interno sia l'elemento contributivo con un maggior finanziamento lì dove i contesti socio-economici sono più poveri e dove il collegamento e la mobilità tra i territori con gli stessi Atenei sono più problematici", dichiara Alessio Bottalico, coordinatore nazionale di Link Coordinamento Universitario.
"Senza un aumento massiccio e strutturale dei fondi agli atenei in base alle loro esigenze, non si potrà mai avere un cambio di rotta reale nelle politiche portate avanti", aggiunge.
"Necessario rifinanziare in maniera massiva il Ffo di modo da avviare una un politica di reclutamento per aiutare in maniera dignitosa per gli studenti e le studentesse, superare progressivamente il numero chiuso, innalzare la no tax area fino ad una graduale gratuità dell'istruzione", ha concluso

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