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Università, aumenta la no tax area ma gli studenti protestano: ecco perché
Non è passato inosservato all’organizzazione studentesca Link Coordinamento Universitario il decreto pubblicato dal ministero dell’Università e della Ricerca a proposito dell’aumento della soglia della no tax area nazionale.
Una manovra “insoddisfacente” considerata una "presa in giro” dagli studenti dell’organizzazione che da mesi si battono per uno sforzo maggiore delle istituzioni. I motivi della protesta? La soglia della no tax area nazionale per le tasse universitarie aumenterà a partite dal mese di ottobre da 20.000 a 22.000 di Isee, una fascia che già beneficia di uno sgravio sulla tassazione dell'80%.

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Il nuovo anno accademico non è ancora ufficialmente iniziato ma gli studenti cercano già di far sentire la loro voce dinanzi alle mille difficoltà e ai mille problemi ancora irrisolti nel campo dell’istruzione pubblica. Negli scorsi giorni Link Coordinamento Universitario ha diffuso una nota per raccontare il malcontento generato dalla pubblicazione del decreto ministeriale che alza di soli 2mila euro la no tax area, nome non tecnico della soglia di reddito entro la quale l’imposta universitaria dovuta dagli studenti e dalle famiglie è pari a zero. Lorenzo Morandi, Coordinatore Nazionale di Link, si è dichiarato insoddisfatto della manovra e deluso dal mancato rispetto delle promesse fatte dalle istituzioni in passato.

Quando a maggio ci siamo mobilitati chiedendo un innalzamento della no tax area la ministra Messa ci aveva assicurato che ci sarebbe stato un suo impegno rispetto a questa misura, anche tramite risorse da recuperare in legge di stabilità. Questo decreto invece rappresenta un intervento praticamente irrilevante per gli studenti: infatti nella fascia da 20.000 a 22.000 di Isee era già previsto uno sgravio sulla tassazione dell'80%. Il ministero ha fatto una misura a costo zero, che non dà maggiori risorse agli atenei, ma le ripartisce solo in maniera diversa. A fronte delle richieste che avevamo già avanzato, ci riteniamo insoddisfatti e pure presi in giro”.

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Il coordinamento universitario ha altresì fatto presente che il tempismo non è dei migliori, poiché la nuova no tax area entrerà in vigore già da ottobre. Ciò significa che “gli atenei dovranno mettere mano in fretta e furia ai regolamenti tasse già approvati mesi fa e gli studenti si stanno immatricolando e hanno diritto a sapere quanto gli è richiesto di tasse”. L’impegno del Link, del resto, rimane lo stesso nel tempo: rivendicare la completa gratuità dell’istruzione. Per Morandi, “dopo la pandemia occorre uno sforzo maggiore delle istituzioni per rendere l'università accessibile, a partire dai prossimi interventi finanziari del Governo, prima tra tutte la legge di stabilità”.