
Lo scorso 10 agosto la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha firmato il decreto con i criteri di riparto del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università statali per il 2017 e quello relativo alla determinazione del contingente di personale (cosiddetti punti organico) che ciascuna università potrà assumere quest’anno.
Oggi il Miur ha pubblicato le tabelle con la ripartizione a livello di ateneo del Fondo di finanziamento ordinario.
Fondo di finanziamento ordinario
Il fondo di finanziamento ordinario (FFO) è un finanziamento statale che costituisce una delle principali fonti di entrata per i bilanci delle Università italiane. Istituito con l’art. 5 della legge 24 dicembre 1993 n. 537, il FFO si compone di due parti: una “quota base” attribuita automaticamente agli Atenei universitari e la “quota di riequilibrio” che dovrebbe essere assegnata sulla base di parametri quantitativi. Complessivamente il Fondo di finanziamento ordinario 2017 si attesta a circa 6,982 miliardi di euro con un incremento di 62,5 milioni (+0,9%) rispetto all’FFO 2016. La somma delle tre quote principali del Fondo (quota base, quota premiale, fondo perequativo) è di 6,273 miliardi, con i quali viene assicurata ad ogni università una variazione minima o massima rispetto ai fondi ricevuti nel 2016 dentro l’intervallo del -/+ 2,5%.
Le tabelle fanno riferimento alle seguenti voci del Fondo di finanziamento: quota base, quota premiale, risorse perequative (per un totale di 6,272 miliardi di euro). A queste si aggiungono le assegnazioni per i piani straordinari di reclutamento docenti varati nel corso degli ultimi anni (237,2 milioni di euro), la quota 2017 relativa alla programmazione triennale (43,8 milioni di euro) e l’assegnazione dei 55 milioni di euro agli atenei a compensazione della cosiddetta no tax area a decorrere dal 2017. Per un totale di 6,6 miliardi di euro. Le tabelle relative alle voci ulteriori dell’FFO (fra cui dottorati, fondo giovani, risorse per la ricerca di base, risorse da destinare ai docenti) saranno pubblicate entro il mese di settembre. Per un totale finale di 6,982 miliardi.
No Tax Area
La novità più importante è la no tax area, la novità prevista dalla legge di bilancio per il 2017 che consente agli studenti con ISEE fino a 13.000 euro di essere esonerati dal pagamento delle tasse e garantisce tasse ‘calmierate’ a chi ha un ISEE fra 13.000 e 30.000 euro. Si tratta di 55 milioni. Di questi, 20,73 milioni (37,7%) vanno al Nord, 13,2 milioni (24%) vanno al Centro e 21,07 milioni (38,3%) vanno al Sud. Il riparto è stato fatto in proporzione alla percentuale di studenti attualmente esonerati dalle tasse moltiplicati per il costo standard per studente in corso del rispettivo ateneo. Chi ha portato a casa più fondi sono i mega atenei: le università di Bologna (3,7 milioni) e La Sapienza (3,3 milioni). Seguono, con più di 2 milioni, Bari, Palermo e Padova.
Fondi distribuiti
Le novità di quest’anno hanno portato 21 atenei ad ottenere un fondo di finanziamento ordinario del 2017 superiore rispetto al 2016, di cui 11 al Sud (Bari Politecnico, Università di Catanzaro, Napoli Parthenope, Università degli studi de L'Aquila, Università degli studi della Campania ‘Vanvitelli’, Università di Bari, Università Chieti-Pescara, Università del Molise, Università di Foggia, Università del Sannio, Università di Salerno), 7 al Nord (Università di Bergamo, Milano Bicocca, Piemonte Orientale, Università di Ferrara, Università dell’Insubria, Milano Statale, SISSA di Trieste) e 3 al Centro (Università di Urbino, Università Politecnica delle Marche, Università per Stranieri di Siena). Tra gli atenei che perdono di più ci sono Messina (-1,88%), Palermo e Catania (-1,79%), Siena e Trieste (-1,76%) Bologna (-1,75%), Genova, Sassari e Cagliari (-1,74%), Roma Tre (-1,73%). Confermato l’impegno assunto a favore delle Università di Camerino e Macerata a seguito degli eventi sismici dello scorso anno.