
Si deve al CUN, Consiglio Universitario Nazionale, l’iniziativa di proporre nuovi titoli di studio che siano quanto più possibile propedeutici al mondo professionale.
Per realizzare questo progetto è stato così proposto al Governo nazionale un aggiornamento nell’assetto dei corsi di studio attualmente esistenti, mediante la creazione e l’aggiunta di nuovi corsi di laurea. Ma di quali corsi di studio si tratta? Scopriamolo insieme.
Un ponte fra il mondo dell’istruzione e del lavoro
Le parole della presidente del CUN, Carla Barbati(riportate in un articolo del 10 dicembre del Sole24ore), chiariscono sicuramente la precisa volontà di creare un collegamento fra lo studio teorico appreso nelle Università e l’attività pratica delle conoscenze nel relativo settore professionale: «L’organizzazione dei nuovi corsi di laurea professionalizzanti, pur lasciando ampi margini di flessibilità agli atenei nella costruzione dei percorsi, in modo che possano conformarsi alle necessità della specifica professione e del territorio di riferimento, intende assicurare una formazione bilanciata fra aspetti teorici e aspetti pratici. Grazie alla stretta collaborazione con ordini e collegi professionali, con aziende e imprese, gli studenti potranno inoltre cominciare subito a vivere la professione che andranno a svolgere, attraverso un tirocinio di circa un anno inserito nel corso di laurea».
Quali sono i quattro nuovi percorsi professionalizzanti?
All’interno del consueto panorama che ospita corsi di aggiornamento e di perfezionamento professionale, il CUN ha presentato la possibilità di integrare il quadro degli insegnamenti tradizionali con l’introduzione ben quattro nuovi percorsi professionalizzanti: ‘Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali’; ‘Professioni tecniche industriali e dell’informazione’; ‘Professioni tecniche paraveterinarie’; ‘Professioni tecniche per l’edilizia e i territorio’.L’obiettivo è chiaro ed è rivolto alla precisa volontà di voler offrire agli studenti italiani nuove possibilità che permettano loro di avvicinarsi e di familiarizzare gradualmente con il mondo del lavoro, nella piena integrazione di una formazione capace di garantire un’armonia tra la teoria e la pratica.
Quali sono le cinque nuove classi di laurea?
Per ciò che riguarda i corsi di laurea tradizionalmente inseriti nelle offerte formative delle Università italiane, il CUN ha presentato cinque nuove proposte per le classi di laurea: ‘Data Science’ (sia triennale che magistrale della durata di 4 anni) e le altre tutte magistrali in ‘Neuroscienze’, ‘Ingegneria dei Materiali’ e infine ‘Gestione e valorizzazione del patrimonio culturale’. Quest’ultima ha già trovato parere negativo da parte delle istituzioni.Come previsto dal consueto iter legislativo riguardante l’attuazione di tutte le altre proposte di riforma presentate nel campo dell’istruzione, prima di tutto è necessario prima il consenso del Miur che, in caso di esito favorevole, sarà tenuto a stilare un decreto ministeriale in merito, e successivamente anche del Parlamento, chiamato a deciderne in via definitiva l’approvazione o il diniego.
Come saranno riformate le nuove proposte?
Le nuove lauree prevedono l’acquisizione di 180 crediti (scambiabili con quelli ottenuti dai percorsi ITS) e la cancellazione del vincolo di un solo corso di laurea specialistica per ciascun ateneo. Inoltre, per ravvivare la coerenza sul collegamento istruzione-lavoro alla base dei nuovi corsi di laurea è prevista l’integrazione al loro interno di un anno dedicato al tirocinio.Per i nuovi percorsi professionalizzanti invece vengono previsti cinque referenti (quattro docenti universitari e uno specialista esterno) e la loro creazione ex novo senza mutuare la didattica da corsi già esistenti.
Il dubbio sul conferimento o meno dell’abilitazione però permane poiché la scelta spetterà al Miur e al ministro dell’istruzione Bussetti, anche se il CUN già ha espresso il proprio dissenso in merito.