
Nelle scorse settimane, la vicenda della studentessa che ha deciso di togliersi la vita all’interno dell’università IULM di Milano ha riproposto con forza una questione che, sottotraccia, si sta facendo sempre più strada negli ultimi anni: quella dei giovani che, schiacciati dal peso delle aspettative e dal fallimento nel proprio percorso di studi, si rifugiano nella menzogna.
Qualcuno, pensando di non riuscire a sopportare la vergogna per aver deluso i propri cari, arrivano addirittura al gesto estremo.
Un tema da tenere sempre in primo piano
Una fragilità emotiva, quella delle nuove generazioni, che è stata pesantemente accentuata dall’isolamento generate dalla pandemia e dalle incertezze del post emergenza. Per questo, all’indomani dell’ultimo tragico caso, il ministro dell’Università e della Ricerca Bernini ha chiesto di accelerare per portare in tutte le università, oltre a quelle in cui già esistono, degli sportelli di ascolto e supporto psicologico a disposizione delle ragazze e dei ragazzi.
Ma, al di là degli interventi “dall’alto”, è fondamentale anche continuare a parlare di questi casi. Il più possibile. Spesso, infatti, il dibattito si concentra nei giorni immediatamente successivi all’evento. Per poi essere riposto in archivio, quasi dimenticato. Finchè una nuova tragedia riaccende i riflettori. C’è però chi, come il sito Skuola.net, ha deciso di adoperarsi per mantenere sempre alta l’attenzione su questo fenomeno. Raccontando periodicamente il disagio dei giovani universitari. Un impegno che, evidentemente, ha fatto breccia nel Governo ed è servito come stimolo per avviare una riflessioni più approfondita del solito. Come certifica la lettera aperta che il Sottosegretario al Ministero dell’Università e della Ricerca, Augusta Montaruli, ha deciso di pubblicare a oltre una settimana dalla tragedia dello IULM. Quando cioè, in passato, non si sarebbe già più discusso della questione. Ecco il testo completo.
La lettera aperta del Sottosegretario all’Università
“Sono trascorse ormai due settimane dal tragico episodio che ha visto una studentessa dello IULM di Milano compiere un gesto estremo. Quanto avvenuto ha scosso profondamente tutto il mondo universitario e studentesco, ponendoci ancora una volta di fronte a questioni di grande complessità e delicatezza, rispetto alle quali parole e azioni vanno utilizzate con equilibrio, competenza ma, soprattutto, sensibilità”.“Credo sia indispensabile impegnarci tutti a non abbassare la guardia e a continuare a tenere costantemente un faro acceso su questo tema, che coinvolge un’intera generazione a cui vanno restituiti il tempo e le opportunità negate, nonché la possibilità di guardare al futuro con serenità. Desidero quindi ringraziare Skuola.net per questo spazio di approfondimento che mette a disposizione, perché non è scontato e perché è uno strumento che può aiutare ad accorciare le distanze”.
“Chiunque di noi nella vita abbia intrapreso un percorso, sa che non è esente dall'errore. Siamo umani e, quella che comunemente viene chiamata imperfezione, è insita nel nostro straordinario essere - non mi stancherò mai di dirlo - unici e irripetibili, con le nostre sfumature, sensibilità, talenti, aspettative, storie e anche difficoltà”.
“Questa nostra umanità trova, nell’accesso all'Università, una sfida: nel confronto con noi stessi e con gli altri, con le nostre scelte e il giudizio, con l’esame costante e la prova della nostra preparazione, ma anche con la capacità di reggere allo stress che ne può derivare”.
“Se ci fosse anche una remota ipotesi per la quale il timore e le difficoltà nell’affrontare il percorso universitario possano portare a un’angoscia e a un malessere tali da influire, se non determinare, la tragica scelta di togliersi la vita, è nostro dovere affrontarla senza indugio”.
“Non ritengo che il nostro sistema universitario, anch'esso imperfetto, sia la causa di tale malessere e la ricerca dell’eccellenza rimane un valore, se intesa come impegno alla valorizzazione del proprio talento. Credo invece che in questi anni si sia stati carenti nel fornire ai ragazzi gli strumenti per questa valorizzazione. Vi è un approccio ancora miope all’orientamento, concepito come un momento estemporaneo, relegato per lo più alla conclusione di un ciclo scolastico, anziché essere considerato come un fattore costante durante la scuola prima e l’università poi”.
“Ciò non ha solo menomato i giovani di una possibilità, ma ha anche creato il fenomeno per cui l’Italia si distingue nel gap tra formazione e reali esigenze del mondo produttivo e delle professioni, che non possiamo permetterci”.
“Lo dimostrano, peraltro, non soltanto i dati che provengono dal mondo del lavoro ma ancor prima quelli relativi all’abbandono scolastico e del percorso universitario, alla carenza di laureati rispetto agli immatricolati, oltre che alle nuove iscrizioni. Tali dati troppo spesso sono stati letti come un fallimento dei singoli anziché come un mancato adempimento verso i singoli, nel loro diritto allo studio e nella necessità di vedere lo studente non come un numero, ma come una risorsa da liberare. Una risorsa fondamentale per la crescita dell’Italia”.
“Invero, il diritto allo studio non si garantisce solo con le borse o con i posti letto, che pure sono fondamentali, ma anzitutto creando quelle condizioni affinché ogni persona possa accedere alle varie fasi della propria formazione in modo autenticamente libero”.
“E’ dunque da qui che, per quel che è di mia competenza, voglio partire: non solo va garantito un supporto psicologico negli atenei ma dobbiamo realizzare una visione di diritto allo studio che veda iniziare l’orientamento ben prima. Un orientamento che proceda con costanza e culmini nella formazione superiore, con un tutoraggio effettivo, con figure di riferimento nella vita universitaria, costruendo il percorso migliore per valorizzare il talento”.
“Con queste convinzioni mi sono confrontata con il Ministro Bernini, che ringrazio per la sensibilità e l’immediatezza nella risposta concreta. Come da lei annunciato, abbiamo attivato le Direzioni del Mur per concretizzare, insieme agli atenei e per ciò che attiene il nostro dicastero questa proposta sui presìdi”.