
Manca poco alla sessione estiva, e secondo il sondaggio proposto da Skuola.net sulle vostre abitudini di studio, non c’è aria condizionata o vita sociale che tenga, perché quando il gioco si fa duro… Ci si chiude in casa a studiare.
Quasi il 90% di voi prepara l’esame in solitudine, perché solo in questo modo riesce davvero a concentrarsi. Ma chi ci è passato almeno una volta, sa cosa comporta tutto questo: il ritiro ascetico del periodo pre-esame rende lo studente in crisi un vero e proprio lupo solitario, un po' isterico ed immerso totalmente in una realtà parallela, croce dei poveri coinquilini costretti a non turbare la sua assoluta concentrazione. Ma per fortuna dopo l’esame, bene o male che vada, si ritorna alla vita.BIBLIOTECHE E AULE STUDIO – Circa uno su dieci tra voi sceglie di frequentare aule studio e biblioteche per preparare il suo esame durante la sessione estiva. Il 5% trova le biblioteche un buon posto per la concentrazione e il silenzio, ma pochissimi scelgono di uscire di casa per unire l’utile al dilettevole: insomma, sembra proprio che la vita sociale dello studente sotto esame si riduca ai minimi termini, e il 90% di voi risponde che solo in casa e in solitudine riesce a studiare davvero. Ma i luoghi di incontro universitari tornano alla ribalta durante il periodo delle lezioni, quando sono colme di studenti che ripassano in compagnia o che riempiono i momenti tra una lezione e l’altra, facendo anche qualche nuova conoscenza.
LO STUDENTE IN CRISI – Gli amici chiamano, il telefono squilla ma la risposta è sempre quella: “Ragazzi, non posso, devo studiare”. La domenica è come il lunedì, ogni minuto è tempo prezioso e ogni giorno il programma stabilito va rispettato e finito. Così voi studenti universitari passate interi mesi di vita ascetica nel periodo di esami: poche pause, molte merende zuccherate, vita sedentaria ma soprattutto, solitudine. Parenti e amici vi vedono ingrassati, nervosi e spettinati, mentre la vita con i coinquilini diventa sempre più difficile, perché nella casa tutto deve rispettare ritmi da massima concentrazione e silenzio, al fine di evitare le immancabili crisi isteriche. In questa situazione di distrazione zero, si affaccia ogni tanto a salutarvi una delle vostre amiche del cuore per aiutarvi a ripassare: l’ansia.
USCIRE DALLA TANA? NO, GRAZIE – Nonostante sia accertato che spegnere la luce artificiale della scrivania, aprire le tapparelle e mettere il naso fuori dalla finestra, magari rendendosi conto che fuori è pieno giorno, possa essere più salutare, voi studenti non vi fate convincere e continuate nella vostra personale battaglia: niente è più importante di imparare perfettamente la materia e di essere promossi. Quando arriva il momento della gloria o della totale disfatta, cioè l’esame, tornate a parlare con i colleghi che come voi aspettano il loro turno allo scopo di rubare le ultime nozioni da incollare alla vostra preparazione, scambiandovi aiuti e favori: apparentemente state uscendo dal guscio, ma la vostra mente è ancora tutta rivolta al momento del colloquio orale o del compito scritto.
FINALMENTE LIBERI – Ecco quindi il momento in cui vi riaffacciate alla realtà: l’esame è finito e non vi resta che esultare o piangere disperati. In ogni caso, vi servirà qualche amico con cui ridere o da cui farvi consolare, ed è proprio in questo momento che vi riaffacciate ai cari luoghi universitari da tempo lasciati: il bar, il cortile, la biblioteca e l’aula studio. Ora finalmente vi sentite liberi di distrarvi e divertirvi, anche se siete impresentabili all’occhio umano perché vi siete dimenticati di lavarvi i capelli o di radervi, perché eravate impegnati a ripassare quelle ultime 5 pagine che ormai, appena usciti dalla sede di esame, avete dimenticato. Nel frattempo vi guardate intorno e vedete ragazzi ai tavoli studiare beatamente, e vi chiedete: ma come fanno?
Carla Ardizzone