
Gli studenti universitari sono sempre meno concentrati e fanno fatica a formulare un pensiero critico ed esprimersi in un italiano corretto. Questo è l’inquietante allarme lanciato dai docenti universitari durante la prima riunione di Network Athena, il gruppo nato dall’esperienza maturata da Pubblicità Progresso nel coinvolgimento delle università.
FACCIO FATICA A SEGUIRE – In parole povere, i professori universitari si sarebbero lamentati delle difficoltà che gli studenti hanno a mantenere alto il loro grado di concentrazione.
E non solo. Per gli insegnanti di molti atenei, un problema davvero grande è la difficoltà che sempre più ragazzi stanno avendo a formulare un pensiero critico, nato dalla loro testa. Ovviamente, questo porta ad avere difficoltà sempre maggiori nell’apprendimento di concetti e nozioni nuovi.LA TESI? LA COPIO! – Non riuscire a formulare un pensiero, a farsi un’opinione propria riguardo al mondo che li circonda, è uno dei problemi di cui molti studenti risentono anche al momento della stesura della tesi di laurea. Infatti, si legge in una nota della riunione di Network Athena che “un’ulteriore riprova di tutto la si riscontra nella preparazione delle tesi, sempre più frutto di un frettoloso copia – incolla realizzato tramite i motori di ricerca con assai scarso impiego della mediazione personale”.
LE SOLUZIONI – A quanto pare, la soluzione non la si trova accusando i colpevoli della situazione, ma coinvolgendoli. Almeno, questo è quanto afferma Alberto Contri, presidente della fondazione Pubblicità Progresso e docente alla Iulm di Milano, quando dice che si sta pensando “ad una grande campagna non - tradizionale di coinvolgimento di tutti i responsabili di questa situazione: genitori, insegnanti, educatori, imprese, governo e mass media. E anche alla proposta di azioni concrete, come quelle che verranno messe in campo dai docenti del Network Athena. Oramai non basta solo denunciare, occorre agire. Altrimenti si corre il rischio che tutti i discorsi sul futuro dei giovani, il precariato, le lauree tardive eccetera equivalgano al pestare l`acqua in un mortaio”.
Daniele Grassucci