Mirko C.
di Mirko C.
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Secondo i rapporti dell’Ocse e di Save the Children moltissimi giovani italiani non completano gli studi, non cercano lavoro e non conoscono il valore della cultura

Sempre più giovani in Italia rinunciano agli studi e alla ricerca di un lavoro. Una schiera di ragazzi e ragazze che si trovano in una condizione di totale immobilismo: soprattutto al sud si perde sempre più il valore della cultura, della conoscenza e del miglioramento delle proprie condizioni di vita.

NON STUDIANO E NON LAVORANO- Sono quasi 800mila i ragazzi che in Italia, anche senza apparente motivo socioeconomico, decidono di abbandonare gli studi già dalla terza media e di disinteressarsi a qualsiasi forma di approfondimento culturale. In Sicilia e Sardegna i tassi di abbandono raggiungono livelli esorbitanti e, molto spesso, degenerano in un totale disinteresse verso la realizzazione professionale. Secondo il rapporto "Atlante dell'Infanzia (a rischio)" di Save the Children, solo al Sud e nelle Isole sono oltre 1 milione 620 mila i “neet”, cioè le persone che hanno rinunciato, anche temporaneamente, allo studio e al lavoro. Secondo il rapporto la maggioranza ha tra i 18 e i 24 anni, non è iscritta a scuola, non è iscritta all’università, non lavora, e non frequenta alcun tipo di percorso di formazione.

IN ANATOLIA SONO PIU’ ACCULTURATI DI NOI - Sempre nel sud della Penisola, secondo il rapporto, si concentra la gran parte dei 314.000 "disconnessi culturali". Sono bambini e adolescenti da 6 a 17 anni che negli ultimi 12 mesi non sono mai andati a cinema, non hanno aperto un libro, non usano un pc, non conoscono Internet e non fanno sport. Un quadro estremamente pesante: secondo il rapporto di Save the Children, infatti, per trovare qualcuno in condizioni peggiori delle nostre occorre andare nelle regioni più remote dell’Anatolia.

SOLO 2 SU 5 PENSANO DI LAUREARSI - Ad esporre un quadro non proprio confortante interviene anche l’Ocse, che in un rapporto evidenzia come in Italia solo 2 studenti su 5 pensano di laurearsi. La situazione non è delle migliori, soprattutto se si pensa che ad arrendersi e a non voler continuare gli studi sono anche molti studenti brillanti. In Italia solo il 40,9% dei 15enni frequenta la scuola superiore e intende proseguire con l’università. In Corea sono il doppio gli studenti intenzionati a laurearsi, ovvero l'80,9%, e anche la Serbia ci batte con il suo 55,1%. Ancora una volta, quindi, ci classifichiamo come fanalini di coda in fatto di istruzione e di orientamento al lavoro.

Mirko Carnevale