Imma Ferzola
Autore
copiare all'esame

Tutto è nato da una semplice curiosità, postata da una studentessa su Reddit: “Quali sono le peggio copiature a cui avete assistito?”.

Il suo racconto inizia con una scena che le è rimasta impressa, e ha dato il via alla discussione: durante uno scritto, un collega venuto “per provare l’esame” si sarebbe intascato il foglio delle domande, infilandoselo sotto la maglietta. Poi avrebbe richiesto un altro foglio, fingendo di non averlo mai ricevuto, per studiare tutto con calma in vista dell’appello successivo. “Voi invece? Sono curiosa”, conclude.

Indice

  1. Le strategie anti-copiatura… che non funzionano
  2. La treccia “codificata”: il sistema di segnali
  3. Telefoni, bottiglie sospette e Siri che suona
  4. Quando le strategie altrui condizionano il tuo voto finale
  5. Auricolari nascosti
  6. Le formule "fantasma" stampate in grigio chiarissimo

Le strategie anti-copiatura… che non funzionano

Da lì una sfilza di aneddoti. Uno studente, ad esempio, racconta di un docente che aveva adottato misure severissime per impedire qualsiasi tentativo: “Professore applica tattica anti copiatura strettissima: entra uno alla volta, viene fatto sedere nel posto designato dall'assistente. Due posti vuoti tra ogni studente…”. L’esame, per di più, era tra i più ostici del corso.

Però, spiega lo studente, l’organizzazione aveva un punto debole: “Peccato che poi si distraessero nel mentre, e tutti riuscissero a far foto e a girarle all'esterno”.

Un’ulteriore mossa del docente riguardava il voto massimo: “Altra tattica era imporre l'orale a chi prendeva 30 allo scritto… quindi tutti sbagliavano apposta una risposta per evitarlo”.

La treccia “codificata”: il sistema di segnali

Un altro utente riporta un ricordo del liceo, quando portava i capelli molto lunghi: “Mi facevo una treccia alla quale mettevo diversi elastici… erano usati per un codice di comunicazione”.

Le richieste arrivavano con vari segnali: colpi di penna, tocchi alle scarpe, suoni leggeri sul banco. La risposta viaggiava attraverso movimenti dei capelli: “Per i vero o falso mi grattavo a destra o a sinistra… per le formule c’era una parte per le lettere, una per le operazioni e una per i numeri, con combinazioni di lisciamento o arricciamento”.

Una tecnica che, racconta, durò per parecchio tempo e che ancora oggi ricorda, “perché mi faceva un botto ridere”.

Telefoni, bottiglie sospette e Siri che suona

Una tutor universitaria racconta la sua esperienza durante l’esame di informatica di base, definito “un’esperienza terribile”.

L’esame era considerato semplice, ma fondamentale per ottenere una certificazione: “Ho visto gente con maniche lunghe a giugno e scritte sulla pelle, chatgpt aperto su tutti i telefoni, siri che suona a caso mentre c'è silenzio”.

Tra tutti i tentativi, quello più assurdo rimane una bottiglia modificata: “Dentro si vedeva che c’era palesemente scritto qualcosa”.

Non mancavano, infatti, i fallimenti clamorosi: “Una volta a una ragazza è scivolato il telefono a terra mentre era in chiamata”. Oppure la studentessa che chiede di andare in bagno dichiarando di non avere il cellulare e poi “lo lascia cadere nemmeno fosse una gag dei Looney Tunes”.

La tutor ammette di non aver segnalato nessuno: “Senza questo esame non ti puoi laureare, mi dispiaceva per i ragazzi”.

Quando le strategie altrui condizionano il tuo voto finale

Un altro utente ricorda, poi, un episodio all’università, durante un cambio di docente. A lui era concesso sostenere l’esame orale, mentre altri studenti affrontavano lo scritto. “Materia che ho odiato e mai capito del tutto”, racconta.

Davanti a un orale difficilissimo, riceve un 18 che vorrebbe rifiutare. Ma in quel momento nota “un ragazzo che stava facendo la prova scritta copiando di sana pianta con l’apple watch”.

Il pensiero che quel collega potesse arrivare al 30 lo spinge a prendersi il voto minimo: “L'ho accettato per non tornare mai più in quelle sedute”.

Auricolari nascosti

C’è anche chi ha colto in flagrante studenti mentre usavano tecnologia più discreta: “Ho visto gente all'università con auricolari bluetooth ben nascosti sotto i capelli, leggevano a bassa voce la domanda e qualcuno dettava la risposta”.

Una scena raccontata con molta naturalezza, come fosse quasi un’abitudine tra alcuni esaminandi.

Le formule "fantasma" stampate in grigio chiarissimo

Infine, in un corso di Ingegneria, dove spesso è possibile portare formulari, alcuni esami proibivano qualsiasi supporto. Così qualcuno avrebbe trovato una soluzione creativa: “Ti fai un formulario a mano, lo scannerizzi, abbassi l’opacità e lo ristampifogli bianchi con scritte in grigio chiaro visibili quasi solo in controluce”.

Durante la prova, i fogli venivano mescolati a quelli veri e usati normalmente: “Chiunque passi accanto vede solo fogli con la brutta copia”. Una tecnica che, stando al racconto, avrebbe permesso di superare esami molto complessi senza lasciare tracce evidenti.

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