
Finire in manette per un’occupazione? E’ questo ciò che stanno rischiando 19 studenti per via delle pesanti accuse che sono ricadute su di loro al termine dall’avviso di conclusione delle indagini riguardanti l’occupazione avvenuta 6 anni fa all’Università statale di Milano. Ora i giovani, accusati di “devastazione e saccheggio”, sono in attesa di capire quale sarà l’esito processuale della vicenda: potrebbero dover passare i loro prossimi 15 anni in carcere.
UN’OCCUPAZIONE VANDALICA- Certo è che quell’occupazione, avvenuta in concomitanza con le proteste del movimento studentesco dell’Onda, non fu del tutto pacifica. Infatti molteplici sarebbero stati gli atti vandalici che hanno indotto poi lo stesso rettore dell’università a denunciare i giovani responsabili. Gli occupanti, infatti, avrebbero saccheggiato dalla mensa e dal bar un quantitativo non indifferente di viveri (si parla di 7 chili di prosciutto, tre bottiglie di whisky). Inoltre numerosi sono stati i danni alle strutture apportati in quell’occasione dai giovani in protesta soprattutto al piano terra del settore didattico che è stato devastato: i giovani occupanti avrebbero infatti sradicato intonaco dai muri e tappezzato pareti e porte con scritte e disegni vari.
RISCHIARE IL CARCERE PER UN’OCCUPAZIONE- Per l’ipotesi d’accusa della Procura i 19 ragazzi si sarebbero resi responsabili di una “pluralità di atti aggressivi e pericolosi (...) col fine evidente di occupare, danneggiare, depredare e di assumere il controllo della sede universitaria, compromettendo l'ordine pubblico”. Così ora gli stessi rischiano dagli 8 ai 15 anni di reclusione per l’accusa di “devastazione e saccheggio”.
LA DIFESA INCALZA- L’avvocato Mauro Strani, uno dei legali a difesa dei giovani, ha affermato : “L'ipotesi di reato sembra sovradimensionata. Non si è mai vista un'accusa di devastazione per aver passato una notte in università". Il legale ha inoltre precisato che la devastazione è “un reato contro l’ordine pubblico”, e che nella vicenda è in questione un’occupazione studentesca e non militare.
Margherita Paolini