ImmaFer
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laurea sulla sclerosi multipla
Fonte: Corriere del Mezzogiorno e Instagram

Una tesi dedicata alla madre, simbolo di resilienza e inclusione. È la storia di Aurora, studentessa universitaria originaria della provincia di Lecce, che si è appena laureata in Scienze dell’Educazione all’Università del Salento con un lavoro di tesi ispirato proprio alla vita e all’impegno di sua mamma, Maria, affetta da sclerosi multipla e ideatrice della cosiddetta “terapia dell’abbraccio”.

Il suo lavoro, dal titolo "Educare alla disabilità attraverso la storia: modelli, rappresentazioni e testimonianze", analizza come nel corso del tempo sia cambiato lo sguardo nei confronti della disabilità, fino ad arrivare a esempi contemporanei di inclusione concreta. Tra questi, quello della madre, che la laureanda ha scelto come caso di studio e testimonianza diretta.

Indice

  1. La terapia dell’abbraccio
  2. Un esempio diretto di resilienza
  3. Il simbolismo dell’abbraccio

La terapia dell’abbraccio

Maria, fondatrice dell’associazione “Sunrise Onlus” e insignita del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica, ha infatti sviluppato questa “terapia dell’abbraccio”, una pratica che unisce il contatto fisico e l’acqua come strumenti di sostegno per le persone affette da sclerosi multipla o da altre fragilità.

"Secondo questo approccio", spiega la donna, come riporta il 'Corriere del Mezzogiorno', "l’abbraccio avviene direttamente in mare, creando un’esperienza di connessione fisica ed emotiva che può avere effetti profondamente benefici".

"Il progetto 'Il Mare di tutti', entro cui si inserisce, si propone di offrire supporto fisico e psicologico attraverso il contatto diretto con l’acqua, un ambiente che da sempre è simbolo di fluidità e rilascio di tensione. La terapia dell’abbraccio in mare permette di superare il senso di solitudine e isolamento tipico di chi vive con malattie croniche, garantendo momenti che alleviano la fatica muscolare e favoriscono un rilassamento profondo".

Un esempio diretto di resilienza

Un esempio forte, il suo, che la figlia deciso di trasformare in un percorso di ricerca universitaria, evidenziandone il valore educativo: "Per i professionisti dell’educazione la cultura dell’inclusione deve basarsi sul rispetto dei diritti e della dignità di tutti, andando ben oltre l’apprendimento teorico".

Nel terzo capitolo della tesi, la studentessa salentina dedica ampio spazio alla testimonianza diretta della madre, come esempio di pedagogia esperienziale. "Ho scelto di scrivere di lei per due motivazioni. La prima è più tecnica: le narrazioni autobiografiche rappresentano uno degli strumenti contemporanei più forti nel mondo dell’educazione, perché le esperienze che raccontano non sono più solo storie personali, ma consentono di assumere uno sguardo autentico ed empatico, avvicinando realtà che troppo spesso rimangono distanti. La seconda ragione è che Maria, come scrivo nella tesi, è un chiaro esempio di coraggio, generosità e resilienza, non solo per me", aggiunge Aurora.

Il simbolismo dell’abbraccio

Nel suo elaborato, la neolaureata sottolinea come la “terapia dell’abbraccio” possa essere letta anche in chiave simbolica: un atto di accoglienza che abbatte barriere fisiche ed emotive. "La pratica dell’abbraccio in acqua rappresenta un atto di accoglienza, un gesto che va oltre le parole e annienta le barriere fisiche", scrive Aurora nella tesi.

Una storia familiare che diventa, così, anche una preziosa lezione su come la cura, la relazione e la condivisione possano trasformarsi in strumenti di educazione e inclusione.

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