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di francesca_fortini
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Studente lavoratore: da oggi a Catanzaro si può con condizioni più umane

Lo status di studente lavoratore esiste, ma ogni Università italiana ha, a riguardo, le proprie regole. Ne sapevano qualcosa gli studenti di Giurisprudenza di Catanzaro, dove la situazione era particolarmente insostenibile: un anno di contributi e un contratto a tempo indeterminato, stabilito con una delibera risalente al 1993.

Tanto da spingere Damiano Carchedi, Rappresentante e Coordinatore della Consulta Studenti, a 5 anni di battaglie perché finalmente le cose cambiassero. La lotta, ora, è stata vinta e il Consiglio del Dipartimento di Scienze Giuridiche , Storiche , Economiche e Sociali dell’Università di Catanzaro ha accolto la richiesta di revisione dello status di studente lavoratore: contratti a tempo determinato o 300 ore lavorative e 3 mesi di contributi.

STUDENTE LAVORATORE, UN’UTOPIA

– Prima che Carchedi vincesse la sua quinquennale lotta a Catanzaro le cose stavano così: per poter accedere allo status di studente lavoratore e quindi godere di alcuni privilegi, primo tra tutti quello di partecipare alle sessioni d’esame straordinarie, si doveva dimostrare di avere un contratto a tempo indeterminato e di aver versato nelle casse dell’INPS almeno un anno di contributi. “Viviamo in una nazione”, dicihiara Carchedi, “dove trovare lavoro è diventato l’unico lavoro a tempo indeterminato , dove il diritto allo studio viene calpestato quotidianamente e , spesso , i sacrifici costanti non bastano per poter raggiungere il titolo di studio” e i criteri minimi imposti dal Dipartimento, quindi, erano inaccettabili.

LA SVOLTA

– Alcune Università italiane hanno già ampliato la normativa per venire incontro alle esigenze degli studenti, svecchiando dei criteri ormai stantii. Alla facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro, da oggi, grazie alle rivendicazioni del Rappresentante della Consulta studentesca, la situazione è positivamente cambiata. Contratti a tempo determinato con un periodo minimo di 3 mesi per gli studenti che vorranno godere dello status, dunque, oppure un impegno orario non inferiore alle 300 ore, con versamenti INPS accertati, o, anche, una partita IVA aperta.

DIRITTI DEGLI STUDENTI

– Dopo aver convinto il Senato Accademico ad abrogare la mora sulla consegna in ritardo della documentazione di iscrizione universitaria, dunque, una nuova vittoria per Damiano Carchedi, che dichiara “Oggi questa svolta è stata possibile grazie alla forte sensibilità del corpo docente che ha partecipato al Consiglio di Dipartimento accogliendo all’unanimità la mia istanza. Un forte segnale a favore degli studenti che restano gli unici padroni dell’istruzione. Un’altra conquista per il diritto allo studio che a livello nazionale ci viene quotidianamente calpestato”.

E tu sei uno studente lavoratore? Raccontaci la tua esperienza!

Francesca Fortini