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vacanze di natale

E per la serie “Il ritorno del Grinch XXIV: la vendetta”, è giusto parlare di ciò che allo studente medio proprio non va giù del periodo natalizio. Perché, se i primi giorni di clima festoso potrebbero sembrare il set più adatto di una puntata di “C'è posta per te”, in cui tutto è molto bello e tutti si vogliono molto bene, dopo il terzo giorno, biblicamente, lo spirito orsesco dell'universitario emerge da strati di zuccheri e coccole, per ricominciare a interpretare il mondo nella romantica ottica del mai 'na gioia.

7. I pranzi

Okay, il primo pranzo prenatalizio ti ha rifocillato rispetto alla fame che ti angustiava dopo mesi e mesi di pasta col tonno. Non avresti mai pensato di poterlo dire ma in realtà, dopo giorni e giorni di abbacchio con le melanzane, il tuo apparato digestivo sta sventolando bandiera bianca. Inizi quindi a maturare una certa ansia di fronte all'idea di dover presenziare a un evento gastonomico: il pranzo da nonna ti inibisce più di un film di Wes Craven.

6. A che ora torni e similari

Per un fuorisede è bello tornare a casa finché il fattore genitoriale non emerge da quelle due amabili figure che a distanza prendono nome di “mammina” e “papino”: dopo mesi e mesi di autonomia, nel bene e nel male, ti sei abituato ai tuoi ritmi e alle tue stranezze: hai lasciato un cartone della pizza sul lavandino per tre giorni per pigrizia, e perché in fondo aveva un non so che di poetico appoggiato lì. I primi giorni a casa, nell'agio delle coccole e del cibo (vedi punto uno) sembrano la prima parte della fiaba di Hansel e Gretel. Peccato che dopo una paio di giorni inizi ad emergere l'animo inquisitore di mamma. “Dove vai? Non tornare tardi... Che fai? Con chi? E mi raccomando, niente caramelle dagli sconosciuti.” Questa reminiscenza infantile ti farebbe venire voglia di obiettare mostrando la carta di identità, ma alla fine ti limiti ad annuire sconcertato.

5. Ma è Natale

Altra giustificazione per le mire accentratrici di mamma è la scusa del “Ma è Natale”. E a Natale ti si richiede assidua presenza e bontà. Quindi, annulla tutti gli impegni, adesso dovrai aiutare a fare gli origami a forma di gerbere (guai se fai le gardenie) coi tovaglioli perché è Natale. Non recriminare o rischi di scatenare una crisi diplomatica che manco l'attentato di Sarajevo. E quindi il ricatto morale derivante dall'atmosfera natalizia favorita dal sottofondo musicale di canzoni natalizie di Michael Bublè featuring Gloria Estefan ti costringe a patti con la tua integrità che mai avresti creduto di poter stringere. Ah, la magia natalizia!

4. La sessione di gennaio

Mentre il disco di canzoni natalizie si consuma nel lettore tu non dimentichi mai che a gennaio, reduce dall'esperienza del capodanno, ti aspetta a braccia aperte la sessione di esami. Quindi, anche se al momento stai cercando di capire cosa sia una gerbera per riprodurla fedelmente negli origami coi tovaglioli – che altrimenti mamma rimarrà delusa-, il lato più recondito della tua coscienza prova a spingerti ad avvicinarti alla scrivania per metterti a studiare... Peccato che in casa sotto natale ci sia sempre un sacco di cose da fare, e soprattutto da mangiare, e la perpetuità del tuo ciclo alimentazione-digestione comporta uno stato definibile scientificamente come abbiocco postprandiale. In parole povere, anche oggi si studia domani.

3. Il Capodanno

Volevi riposarti dopo lo stress della sessione di dicembre, e invece no! Adesso devi organizzare il Capodanno, che avevi trascurato e che nelle tue priorità si piazza tra il ciclo di prelavaggio della lavatrice e gli origami coi tovaglioli. Quindi eccoti lì, a far appello a tutte le tue forze per mantenere la calma e a cercare di sfruttare le migliori armi della diplomazia per mettere d'accordo il tuo gruppo di amici e rispettivi fidanzati/e sulle alternative per Capodanno. Inutile dire che ogni tentativo di organizzazione sfuma in un nulla di fatto.

2. I film di Natale

Nulla durante le Feste mette più angoscia del cinepanettone. O, più in generale, del film natalizio. Trama scontata e palinsesto preimpostato da prima della caduta del muro di Berlino fanno da corollario a quelle giornate chiuso in casa a studiare (già, perché non dimentichiamoci mai della sessione di dicembre). Quindi nel tentativo di rilassarti dopo la tua parca cena da fuorisede accendi la televisione e l'unica cosa che trovi è Macalauay Culkin che si schiaffeggia la faccia con il dopobarba di papà in “Mamma ho perso l'aereo”.O, peggio, Vacanze a Cortina. La nota positiva è che la totale carenza di attrattive decenti comporta un'insana e crescente voglia di rimetterti a studiare.

1. L'ansia da regalo

Inizi a riconoscere i tuoi amici perché sono quelli che ti dicono: “Quest'anno ci regaliamo abbracci e stima reciproca a badilate”. Non per avarizia, ma per penuria di tempo, spesso lo studente si trova a dover correre il giorno della Vigilia di Natale a comprare pensierini a destra e a manca, cercando di evitare i placcaggi di altri avventori dell'ultimo minuto in megastore pieni di gente ma ormai in difetto di idee regalo decenti. E' in momenti come questo che capisci cosa volessero dire, ai corsi di filosofia del diritto, quando parlavano di scarsità di risorse. Ed è in momenti come questi che continui a maledire prima la sessione straordinaria, poi te stesso per esserti ridotto all'ultimo minuto come al solito.

Andrea Buticchi