
Dopo due settimane dall'avvio della mobilitazione, lo sciopero dei docenti universitari ha coinvolto 7018 prof, 1500 in più di quanti (5.444) avevano sottoscritto l’appello di proclamazione. A fare il bilancio è il Movimento per la dignità della docenza universitaria, promotore della mobilitazione. Un risultato che - spiega il Movimento in una nota rivolta a 25mila professori e ricercatori - è quasi tutto relativo all’ultima settimana e mezzo, in cui si è entrati quasi dappertutto nel vivo dei primi esami.
Scatti stipendiali
La protesta parte dalla richiesta che gli scatti di stipendio, bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal primo gennaio del 2015, anziché dal primo gennaio 2016, come previsto. Lo stato d'agitazione prevede che i professori e i ricercatori si asterranno dal tenere il primo degli appelli degli esami; tutti gli esami calendarizzati in questo periodo verranno, di conseguenza, spostati all'appello successivo, che si terrà regolarmente. Nel caso in cui ci fosse un solo appello a disposizione degli studenti, i professori e i ricercatori chiederanno di fissare un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero.
I docenti insistono nelle richieste
"Mancano ancora molte settimane alla fine dello sciopero (si concluderà il 31 ottobre) - dice Carlo Ferraro, docente del Politecnico di Torino, anima e voce del Movimento - ognuno è in grado di valutare da sé quale situazione potrà esserci già alla fine di settembre. Certamente ci sarà un’ulteriore crescita. La ministra Fedeli ci doveva ascoltare già a giugno scorso, quando le abbiamo fatto tre proposte e non ci ha nemmeno risposto nel merito. Con uno sciopero in atto non si risponde così: le promesse le prendiamo come atti di fiducia, ma ora deve mostrarci dei fatti".
Studenti pronti al dialogo
"Lo sciopero, dopo sole due settimane dall’avvio ha coinvolto 7108 docenti, 1500 in piu’ di quanti avevano sottoscritto l’appello di proclamazione, se in un primo momento la mobilitazione aveva anche contrapposto docenti e studenti in questi giorni sta prevalendo il dialogo e la discussione comune. Dagli Atenei di Torino a Bari, da Trieste a Catania, docenti e studenti stanno convocando assemblee per discutere insieme le ragioni dello sciopero e programmare futuri passi comuni. L’Università è in macerie ed è necessario alzare la testa insieme”, a dirlo è Andrea Torti. Coordinatore Nazionale di Link - Coordinamento Universitario. "Questo sciopero - continua Torti - si inserisce in un contesto drammatico, in dieci anni l'università italiana ha perso più di un quinto di studenti, personale e docenti. Siamo pronti alla mobilitazione, apriamo un dibattito ampio e generale che coinvolga tutte le componenti dell’università, studenti, docenti, dottorandi e tecnici amministrativi".