
Arrivare a vedere la pensione anche grazie agli anni trascorsi all'università potrebbe diventare un'opzione praticabile: vediamo come
Riscatto della laurea: cosa sapere sulla protesta
Quello della pensione è un ritornello che ormai ha assunto dimensioni e connotazioni preoccupanti: i giovani infatti tra di loro ne parlano come se fosse un miraggio dai contorni indefiniti, che difficilmente riusciranno mai a vedere distintamente, mentre gli adulti si mostrano o preoccupati per i propri figli oppure pronti a irriderli per la probabile assenza di questa garanzia per la vecchiaia delle generazioni future.In questo scenario non proprio rassicurante qualcuno ha provato a darsi da fare, ed è infatti nato un movimento social noto come il Coordinamento Nazionale #riscattalaurea, che ha pensato di dare una chance a coloro che hanno investito parte del loro tempo negli studi. Ma cosa significa nello specifico riscattare la laurea? In pratica già oggi è possibile, dietro pagamenti alquanto onerosi, far sì che i propri anni all'università (sempre che ci si sia laureati in tempo), possano essere conteggiati come anni di lavoro effettivi. La norma prevede che l'importo da versare all'INPS cresca all'aumentare del tempo trascorso dalla laurea. Insomma, probabilmente quando potrete permettervelo il gioco non varrà più la candela.
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Tuttavia, stando a quanto dichiarato dal politico, questa buona notizia potrebbe valere solo per i futuri laureati, perché per ora il progetto prevede di renderla effettiva solo per coloro che si sono iscritti all'università a partire dall'anno 2018: un modo per rendere sostenibile un provvedimento che altrimenti sarebbe davvero costosissimo per il Paese.
#RiscattaLaurea per noi, per il nostro studio, per la nostra passione, per il nostro futuro. Si al riscatto. pic.twitter.com/fznVf1km15
— cocÓ (@carmelacherie) 29 luglio 2017
Il movimento però non è disposto a cedere, e vorrebbe che almeno fosse esteso a coloro che hanno sofferto la crisi e lo stravolgimento del mercato del lavoro, cioè se non altro a partire dal 1997, 20 anni fa. La partecipazione alla richiesta è stata molto grande, come si può evincere dalle tantissime foto che si trovano sui social in cui i laureati mostrano il cartello con l'hashtag apposito (e che testimoniano una certa sfiducia verso il futuro lavorativo degli aderenti). Allo stesso tempo si prevede una protesta massiccia, in caso di un'eventuale esclusione di tutti i laureati.
Bisogna però considerare anche le voci contrarie. Secondo alcuni, infatti, rendere il riscatto della laurea gratuito avvantaggerebbe sia chi è effettivamente in difficoltà sia chi se la passa bene e ha un buono stipendio (arrivando così a essere un bonus superfluo); inoltre chi ha studiato di più e oggi, in genere, ha una buona posizione grazie agli studi specialistici fatti, si vedrebbe ulteriormente premiato. Inoltre, come è facile immaginare, tutto il peso economico di una mossa del genere ricadrebbe sulle future generazioni, quelle che saranno giovani tra 40 anni, quando i giovani di oggi andranno in pensione: un loop da film di fantascienza horror in cui i protagonisti e i loro eredi sono costretti a ripetere le stesse azioni.
Finalmente una proposta giusta ! Speriamo 🤞 #RiscattaLaurea pic.twitter.com/O7TpIcBXJY
— Laura (@laura_cianfoni) 31 luglio 2017
Foto: Pixabay