Federico Bianchetti
Autore
riforma classi di laurea cosa cambia rettrice

Un nuovo quadro normativo, pensato per dare agli studenti la possibilità di potere personalizzare il proprio percorso di studio. È la riforma delle classi di laurea che punta a rimodulare l’attuale impianto universitario.

Il decreto ministeriale n°1649, firmato dalla Ministra Bernini lo scorso 19 dicembre, consentirà di mettere a punto nuovi percorsi formativi, decisamente meno ‘rigidi’, promuovendo quell’interdisciplinarità tanto invocata anche dagli stessi studenti. Proprio questo è uno dei punti cardine della riforma, e particolare attenzione è stata data alla facilitazione della mobilità degli studenti tra i diversi corsi di laurea. Oltre alla “semplificazione” l’offerta formativa universitaria, che ottimizza gli ambiti di formazione.

Il nuovo assetto entrerà in vigore dal prossimo anno accademico 2024/2025, ma non a tutti gli studenti è chiaro quali effetti avrà sulla propria vita accademica e sui corsi di laurea che stanno già frequentando o che vorrebbero frequentare. Il portale Skuola.net si è così rivolto a un esperto per vederci più chiaro e risolvere i dubbi in materia: Maria Amata Garito, Rettrice dell’Università UniNettuno, ha commentato e reso più chiari i principali punti di questo cambio di rotta nel mondo universitario.

Quali sono le principali novità della riforma voluta dal Ministro Bernini?
“La riforma è stata portata a termine e varata dalla Ministra Bernini, il percorso che ha permesso la sua messa in atto risale ad almeno due Ministri fa. Il concetto fondamentale è l'aggiornamento delle classi di laurea e l'incremento della flessibilità dei percorsi formativi mediante vari meccanismi, tra cui la possibilità di introdurre SSD (settori scientifici disciplinari) diversi da quelli presenti nelle classi di laurea o la possibilità di identificare SSD affini o integrativi in piena autonomia da parte degli Atenei.”

Quale impatto avrà il decreto sulla riforma delle classi di laurea sugli studenti che iniziano l'università il prossimo anno? E su quelli già iscritti?
“Sugli studenti già iscritti non ci sarà alcun impatto, a meno che gli studenti iscritti non sfruttino la possibilità dei piani di studio individuali, in quanto ad essi sono assegnati i regolamenti didattici vigenti al momento della loro immatricolazione. Gli studenti che si immatricolano nel prossimo anno accademico 2024/2025, invece, si iscriveranno direttamente ai nuovi corsi di studio progettati sulla base delle nuove classi di laurea”.

Uno degli obiettivi è la semplificazione, vorrà dire che ci saranno anche meno corsi di laurea?
“No non credo, non dovrebbe essere questo l'obiettivo della riforma ma innanzitutto quello di costruire percorsi maggiormente innovativi, flessibili e interdisciplinari”.

Come dovranno accogliere, nel pratico, questa novità le università?
“Sicuramente le Università avranno la possibilità di progettare corsi di studio innovativi, maggiormente flessibili e quindi più rispondenti alle necessità espresse dal mondo del lavoro”.

Riassumendo cosa cambia per gli studenti, nel pratico e spiegato in maniera semplice, con questa riforma?
“Nel pratico, gli studenti avranno piani di studio curriculari più flessibili e potranno esprimere una maggiore autonomia nelle scelte didattiche al fine di acquisire quelle competenze di natura disciplinare e trasversale maggiormente rispondenti ai profili culturali e professionali richiesti. In questo modo, la riforma potrebbe aiutare anche a superare l'attuale disallineamento tra domanda e offerta di lavoro”.

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