
Cercasi professore universitario, preparato, competente… sarà pagato solo 1 euro. Un decreto emanato nel 2008 lo permette: pagare docenti universitari con stipendi simbolici o, perché no, non pagarli affatto.
Ma pur di “far curriculum” i precari accettano anche questo e le Università così riescono a tirare avanti.DECRETO FA RISPARMIARE UNIVERSITÀ - Con la riforma Gelmini sull’università, la cancellazione di molti corsi di laurea tra il 2009 e il 2010 e i tagli ai fondi destinati all’istruzione, gli atenei si trovano in grande difficoltà nel proseguire regolarmente la didattica. Pagare i supplenti precari è veramente un problema, ma per fortuna il decreto ministeriale del 2008 “Criteri e modalità per il conferimento da parte degli Atenei di incarichi di insegnamento gratuiti e retribuiti” ha previsto un modo per mandare avanti l’università risparmiando sugli stipendi dei docenti.
TI ASSUMO, MA NON TI PAGO - Come scritto su un articolo pubblicato il mese scorso su La Repubblica, il decreto del 2008 da la possibilità alle università di assumere dei professionisti esterni per coprire l’insegnamento di quei corsi che sono stati tagliati, ma che ancora molti studenti devono seguire per poter sostenere l’esame previsto nel loro piano di studi; oppure possono assumere professionisti per coprire quei buchi lasciati dai ricercatori in sciopero. Il problema è che l’articolo 4 di questo decreto prevede che questi possano anche non essere pagati: “Gli incarichi di insegnamento possono essere a titolo oneroso o gratuito e sono affidati mediante contratti di diritto privato a soggetti esterni al sistema universitario o mediante affidamento a soggetti interni al sistema stesso”. La quota massima di docenti assunta con questa modalità può essere al massimo il 23% del totale dei professori ordinari di ogni facoltà.
TUTTO FA CURRICULUM - Ma perché si dovrebbe accettare un incarico non pagato? Nonostante questo incarico non fornisca agevolazioni per l’accesso nei ruoli dell’università, molti precari sono pronti ad accettare pur di fare esperienza e arricchire il proprio curriculum nella speranza che questo renda più facile poi trovare un lavoro. Per le università, invece, è l’unico modo per continuare a mantenere attivi i corsi visto che i fondi a loro disposizione non permettono più di pagare le supplenze.
300 EURO SONO POCHI, MEGLIO 1 EURO SIMBOLICO? - E così, se proprio non li si vuole far lavorare gratis, l’alternativa è offrire uno stipendio simbolico, diciamo di 1 euro (che più che altro sembra il simbolo di una presa in giro). Aldo Maria Morace, preside della facoltà di Lettere all'Università di Sassari e professore di Letteratura italiana ha affermato: “Per molti di loro 300 euro in più o in meno non fanno la differenza. Così, si è scelto di dare 1 euro a titolo simbolico e per l'assicurazione”.
Tuttavia, anche se 300 euro non cambiano di certo la vita, almeno varrebbero il riconoscimento della dignità di chi svolge onestamente un lavoro.
Cristina Montini